“Diritto alla vita dei bambini non nati”: questo è il nome di un progetto moldavo di prevenzione dell’aborto.
In Moldavia avvengono annualmente circa 60 mila aborti e nascono circa 30 mila bambini: gli abortiti sono il doppio dei nati.
I pro life, perciò, hanno pensato ad un lavoro capillare di prevenzione.
Dall’Ottobre scorso, le organizzazioni cristiane pro life moldave hanno avviato il progetto “Diritto alla vita dei bambini non nati” e hanno chiesto ed ottenuto, scuola per scuola, il permesso di presentare ai ragazzi delle medie e delle superiori il problema dell’aborto, alla luce del Vangelo e della Parola di Dio.
I relatori instaurano un dialogo con gli studenti che alla fine si incentra sul valore del perdono cristiano (è un progetto dal taglio certamente religioso).
Dallo scorso ottobre ad oggi, il successo di questa attività capillare è stato notevole: hanno raggiunto 148 villaggi e parlato con più di 14.000 ragazzi. Di questi più di 11.000 hanno sottoscritto un patto simbolico in cui dichiarano che non abortiranno, né indurranno alcuno ad abortire.
I “contratti” così sottoscritti saranno raccolti e conservati presso una riproduzione del monumento ai bambini abortiti, la scultura nella foto, che è di Martin Hudacek, e si trova a Bardejovska Nova Ves, in Slovacchia.
Il sindaco di Chisinau e il direttore dell’ospedale della città hanno concesso il permesso di collocare la scultura di fronte al reparto maternità. Il Ministero della salute moldavo, però, ha messo il veto.
L’aborto è legale, quindi fare propaganda contro l’aborto è contro la legge. Quindi il progetto pro life è illegale, i diritti delle donne sarebbero calpestati (?!), insomma: la scultura non si può esporre in un luogo pubblico.
Le associazioni pro vita contavano di organizzare un evento, all’ospedale, appunto, in cui si sarebbe inaugurata la scultura e presentati i “contratti” sottoscritti dai giovani moldavi, il primo di giugno.
I cultori della morte, anche in Moldavia, si oppongono.
Redazione