12/10/2015

Censura: al gender no, a Cenerentola sì

Quando il sindaco Brugnaro ha bandito i libri gender dalle scuole comunali di Venezia, il mondo dei duri e puri, con a capo Elton John, è insorto, gridando allo scandalo e alla censura.

Vorremmo sentire lo stesso sdegno e vedere la stessa mobilitazione mediatica di critiche, oggi, nei confronti del governo Hollande.

Ovviamente, sappiamo bene che non sentiremo niente: censurare l’ideologia gender non si può. Ma le fiabe popolari tradizionali sì...

Apprendiamo da La Stampa che la signora Ministro dell’Istruzione (scuserete, non mi adeguo alla parola “ministra”, politicamente corretta, ma orrenda) Najat Vallaud-Belkacem ha annuciato di voler bandire dalle scuole francesi Cappuccetto Rosso, Cenerentola e Hansel e Gretel... Il centro Hubertine Auclert, un’associazione impegnata per la parità tra i sessi, dal nome di una grande femminista di fine Ottocento, infatti, pare abbia condotto per conto del ministero una ricerca che ha individuato nella letteratura tradizionale per bambini stereotipi di genere molto dannosi e sessisti.  

Scrive La Stampa che il centro ha esaminato 22 manuali illustrati destinati ai giovanissimi. “Pubblicazioni in cui solo «il 39% dei personaggi è di sesso femminile», deplorano gli studiosi. Peggio. Già nelle prime immagini per imparare a leggere, le bimbe vengono rappresentate soprattutto all’interno, magari a giocare in spazi chiusi. Proprio come le mamme, spesso in cucina o mentre svolgono mansioni domestiche, mentre i mestieri scientifici, nel 97% dei casi, sono rappresentati esclusivamente da figure maschili”.

Poi hanno analizzato numerose favole tradizionali: la maggior parte di esse “schiacciano i personaggi femminili ai loro stereotipi. E per fortuna che nei ventidue volumi presi in esame ci sono anche alcune eroine forti, che “guidano l’azione senza dipendere dai personaggi maschili”, riconosce il centro Hubertine Auclert. Mentre ancora troppi manuali parlano di “Homme” per indicare il genere umano. Inoltre, nella sfera domestica «il modello dominante se non unico è quello di una famiglia composta da due genitori e di uno o più figli». Più in particolare, avvertono gli studiosi, si tratta di “coppie etero con due bimbi di sesso diverso” [orrore! NdR].

Di qui la proposta di mettere in evidenza modelli familiari diversificati, come quello monoparentale o omoparentale, più in fase con la Francia del boom dei single e del Mariage pour tous.

Redazione

DIFENDIAMO I BAMBINI E LA FAMIGLIA DAI TENTATIVI DI

LEGALIZZAZIONE DELLE UNIONI CIVILI

 

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