13/02/2017

Cosa possiamo regalarle in occasione di un aborto?

Teen Vogue suggerisce i regali da fare alle amiche che hanno scelto l’aborto.

L’articolo, ci informa LifeSite News, originariamente intitolato “11 Thoughtful Gifts Your Friend Who Just Had an Abortion Would Appreciate” (11 regali premurosi che una tua amica che ha appena avuto un aborto apprezzerebbe) ora si intitola “What to Get a Friend Post-Abortion” (cosa regalare a un’amica dopo un aborto).

Notare che si tratta di Teen Vogue, e si insiste con teen friend” : sono consigli e regali per adolescenti.

E,  quindi, si potrebbe regalare un borsa calda elettrica anti dolorifica raffigurante un “utero arrabbiato” (nella foto), perché – si ammette – che il mal di pancia potrebbe essere bello forte. Soprattutto dopo l’aborto in pillole. Ma niente paura. E’ normale, meglio farci su un paio di risate.

Si consigliano poi  biglietti di auguri di “buon aborto (se vedete le foto, ce n’è uno particolarmente carino che chiama l’amica – graziosamente –  “Hey baby killer!”),  il timbro che imprime l’immagine di una vagina, utilizzabile ovunque si voglia,  e tante altre belle cosine del genere, fornite da un sito femminista.

L’articolo sottolinea che l’amica (adolescente) in questione ha bisogno di coccole «non perché la “procedura” (notare la neolinguesca espressione che sostituisce la parola aborto) in sé  sia così tremenda“, ma perché a volte il mondo può esserlo».

Insomma, secondo Teen Vogue, se una donna si pente dell’aborto, e quando nella vita – prima o poi – si manifestano i sintomi della sindrome post aborto (depressione e quant’altro, fino al suicidio), la causa non è la consapevolezza – in fondo alla coscienza – di aver ucciso un bambino, ma lo “stigma sociale”. Una sorta di “aborto – fobia” (che già qualcuno annovera tra i reati d’opinione perseguibili per legge...).

E’ evidente che qui si vuole annichilire la coscienza, in nome del materialismo e del relativismo più estremo.

E non si tiene conto che in questo modo si distrugge la persona: soffocare la voce della coscienza,  a lungo andare, provoca effetti deleteri, spesso disastrosi.

Viceversa, quando una madre con l’aborto uccide il proprio figlio, è necessario che accetti la realtà della cosa, accetti l’idea di aver commesso un terribile errore, elabori il lutto, chieda perdono e perdoni lei, innanzi tutto se stessa. Fare tutto questo percorso da sola è difficile se non impossibile. E chi si prodiga – con successo – di aiutare le donne a superare tutto questo sono gli psicologi o le associazioni pro life, non quelli che vogliono a tutti i costi banalizzare l’accaduto e i sentimenti insorgenti nel cuore di una madre di un bambino morto... Ma si sa: certi discorsi sono in tanti che non vogliono neanche sentirli (anche se gli effetti collaterali dell’aborto cominciano ad essere denunciati anche da femministe abortiste.

Chissà – si chiede la giornalista di LifeSite News –  se mai Teen Vogue pubblicherà una guida per fare un regalo adatto – o dare sostegno – a un’amica che ha rifiutato l’aborto e ha scelto la vita”...

Redazione

 



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