29/10/2014

Eterologa: dubbi e problemi di chi (laicamente) la pratica da anni

A proposito di fecondazione artificiale eterologa, oggi, su Avvenire, Assuntina Morresi  spiega la relazione su “Interessi, obblighi e diritti nella donazione dei gameti” del Comitato Etico della Società Americana per la Medicina Riproduttiva, la più importante società scientifica americana di settore, a cui aderisce anche la Società per le Tecnologie di Riproduzione Assistita, che comprende gran parte delle cliniche americane di fecondazione assistita :“Si tratta quindi di professionisti che praticano da lungo tempo la fecondazione assistita, sono favorevoli a molte pratiche fra cui l’eterologa (che nel documento viene indicata sempre con l’espressione «donazione di gameti»), guadagnandoci sopra. Quel che sorprende, nel testo, è la franchezza con cui si parla delle problematiche reali, senza nascondere o mascherare criticità e conflitti, come invece avviene nel dibattito pubblico italiano, troppo spesso falsato da posizioni ideologiche che non consentono di discutere apertamente dei dati di fatto”, scrive la Morresi.

La conclusione del Comitato è che «La “donazione” di gameti è più di un trasferimento di gameti da un soggetto a un altro. È parte di un modo di costruire una famiglia che coinvolge un interscambio complesso di emozioni e di bisogni psicologici del “donatore”, del ricevente, della prole e, potenzialmente, della famiglia del “donatore” ... Ciò richiede un riesame del processo del consenso e una nuova attenzione nei confronti del panorama delle responsabilità etiche, così come dei diritti reciproci delle parti coinvolte».

Per quanto le virgolette siano nostre, e siano d’obbligo, la relazione, spiega la Morresi, dice chiaramente che i “donatori” sono pagati. E forse in inglese “giver” non ha bisogno di virgolette perché vuol dire sia “datore” che “donatore”. Invece “In Italia, il fatto che i gameti si paghino viene ancora negato con forza”.

Altrettanto chiaramente il Comitato afferma che i datori di gameti si scelgono «in cataloghi o siti internet per conoscerne il retroterra, la personalità e la storia medica».

Ancora la Morresi:“La riflessione di fondo che emerge è la seguente: donatori, riceventi, prole, e cliniche hanno obblighi e doveri reciproci che non si esauriscono nell’approvvigionamento di gameti, ma che durano per l’intera esistenza di tutte le parti coinvolte. Obblighi e doveri che si devono bilanciare, spesso in conflitto fra loro, ma che vanno presi tutti nella dovuta considerazione. Le parti possono cambiare idea, nel corso del tempo: è naturalmente lecito che lo facciano, e per questo è bene chiarire subito che i contratti stipulati, qualunque impegno prevedano, potrebbero non essere rispettati, in futuro. Si suggerisce, in generale, la massima trasparenza nelle informazioni nei confronti di tutti”. Per esempio, «l’anonimato potrebbe essere contestato in futuro da tribunali o leggi che pesano maggiormente l’interesse della prole a conoscere le proprie origini genetiche, rispetto all’interesse del donatore alla privacy, o del ricevente ad avere una famiglia senza complicazioni»; come anche potrebbe accadere l’inverso, e venire meno il consenso del donatore a essere rintracciato”. ... Secondo il Comitato Etico americano, i donatori dovrebbero essere informati di benefici e rischi anche psicologici della donazione, e del fatto che «non ci sono dati sugli aspetti emozionali e psicologici a lungo termine della donazione dei gameti».... Accanto ai donatori che vogliono restare anonimi, bisogna tenere conto di chi invece vuole conoscere l’esito della donazione, anche dopo anni”. ... I donatori dovrebbero poi poter sapere se esistono embrioni congelati sovrannumerari formati con i propri gameti, e quale sia il loro destino finale, se per altre gravidanze o per la ricerca scientifica, pur consapevoli di non poter rivendicare alcunché. Gli autori riflettono poi sullo scambio di informazioni sulla salute di donatori e nati.

 

... Si ribadisce che, a prescindere dai contratti stipulati, è sempre più difficile evitare contatti non intenzionali fra nati da eterologa e genitori biologici: fondamentale il ruolo della rete, con l’offerta abbondante di siti internet dedicati alla ricerca dei donatori e di fratellastri”.

Insomma: sarebbe opportuno che in Italia il dibattito sull’eterologa fosse per lo meno schietto e trasparente e tenesse conto dell’esperienza pregressa di chi la pratica da anni.

Poi, a ben vedere, il problema risiede all’origine: quando l’uomo va contro la natura, le conseguenze sono sempre il caos  e la disperazione. E’ la fecondazione artificiale l’imputato principale, dichiarato dai fatti decisamente colpevole.

Redazione

 

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