16/03/2015

Gender, aborto, eutanasia: la crisi dell’Occidente vista dall’Africa

Abbiamo già citato S.E. Robert Sarah, Cardinale prefetto del Culto divino, con le sue parole chiare su gender, aborto, eutanasia, relativismo, e sugli scandalosi ricatti dell’Occidente che condiziona i suoi aiuti “umanitari” all’introduzione di politiche contro la vita e la famiglia.

Oggi grazie al Foglio, possiamo leggere alcune sue sagge riflessioni contenute nel libro “O Dio, o niente” uscito da poco, in francese. Tralasciamo quella parte più specificamente destinata ai credenti, anche se è complementare all’analisi della realtà e ai pensieri guidati dalla ragione naturale che sono condivisibili da qualsiasi persona di qualsiasi credo.

“Nella mia vita, Dio ha fatto tutto; da parte mia non ho voluto che pregare. Sono sicuro che il rosso del mio cardinalato è veramente il riflesso del sangue della sofferenza dei missionari che sono venuti fino al fondo dell’Africa per evangelizzare il mio villaggio.

E’ a ragione che Benedetto XVI sottolinea che “l’identità europea si manifesta nel matrimonio e nella famiglia. Il matrimonio monogamico, come struttura fondamentale della relazione tra uomo e donna e al tempo stesso come cellula nella formazione della comunità statale, è stato forgiato a partire dalla fede biblica”. Al contrario, ci sono tentativi ripetuti per impiantare una nuova cultura che nega l’eredità cristiana. In certi paesi africani sono stati creati ministeri dedicati alla teoria del gender in cambio di aiuti economici! Alcuni governi africani, per fortuna minoritari, hanno già ceduto alle pressioni in favore dell’accesso generale ai diritti sessuali e riproduttivi. Constatiamo con grande sofferenza che la salute riproduttiva è divenuta una “norma” politica mondiale, contenente ciò che l’occidente ha di più perverso da offrire al resto del mondo in cerca di sviluppo integrale. Come possono, certi capi di stato occidentali, esercitare una tale pressione sui loro omologhi in paesi spesso fragili? L’ideologia del gender è diventata la condizione perversa per la cooperazione e lo sviluppo.

In occidente, persone omosessuali chiedono che la loro vita comune sia giuridicamente riconosciuta per essere assimilata al matrimonio; dando eco alle loro rivendicazioni, alcune organizzazioni esercitano forti pressioni affinché questo modello sia così riconosciuto dai governi africani in nome del rispetto dei diritti umani. In questo caso preciso, a mio giudizio, usciamo dalla storia morale dell’umanità.

In altri casi, ho potuto constatare l’esistenza di programmi internazionali che impongono l’aborto e la sterilizzazione delle donne. Queste politiche sono tanto più ripugnanti in quanto la gran parte delle popolazioni africane è senza difesa, alla mercé di ideologi occidentali fanatici. (…)

La Santa Sede deve giocare il proprio ruolo. Noi non possiamo accettare la propaganda e i gruppi di pressione delle lobby lgbt . Il processo è tanto più inquietante perché rapido e recente. Perché questa volontà forsennata di imporre la teoria del gender? Una visione antropologica sconosciuta fino a pochi anni fa, frutto dello stavagante pensiero di qualche sociologo e di qualche scrittore, come Michel Foucault, sarebbe il nuovo eldorado mondiale? Non è possibile rimanere inteneriti davanti a una tale prepotenza, immorale e demoniaca. Papa Francesco ha ragione a criticare l’azione del demonio che opera per minare le fondamenta della civilizzazione cristiana. Dietro alla nuova visione prometeica dell’Africa o dell’Asia, c’è il segno del diavolo. I primi nemici delle persone omosessuali sono le lobby lgbt. E’ un grave errore ridurre un individuo ai suoi comportamenti, soprattutto sessuali. (…)

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E’ stata dichiarata una guerra contro la vita, con mezzi finanziari giganteschi. Come è concepibile che tanti bambini senza difesa siano eliminati nel seno della loro madre con il pretesto di un diritto della donna alla libertà del suo corpo? La dignità della donna è una nobile e grande sfida, ma non passa dalla morte dei nascituri. Giovanni Paolo II aveva compreso che intenzioni apparentemente generose nascondevano un vero programma di lotta contro la vita. In Africa, quando vedo le somme faraoniche promesse dalla Fondazione Bill e Melinda Gates indirizzate ad aumentare esponenzialmente l’accesso alla contraccezione per le ragazze non sposate e alle donne, aprendo così la via all’aborto, non posso che ribellarmi di fronte a una volontà di morte.

Quali sono le motivazioni nascoste di queste campagne di grande portata che hanno come esito decine di migliaia di morti? C’è una ben studiata pianificazione per eliminare i poveri in Africa e altrove? Dio e la storia un giorno ce lo diranno.

Oggi, l’eutanasia è diventata la nuova battaglia ideologica della postmodernità occidentale. Quando una persona sembra aver finito il suo percorso di vita su questa terra, con il pretesto di alleviare le sue sofferenze certe organizzazioni sostengono che è meglio darle la morte! In Belgio, questo diritto – che diritto non è – è stato appena esteso ai minori! Con la scusa di aiutare un bambino che soffre, è possibile dargli freddamente la morte. I sostenitori dell’eutanasia vogliono ignorare che le cure palliative sono oggi perfettamente adattate a coloro che non hanno più speranza di guarigione; la morte fredda e brutale è diventata l’unica risposta.

L’eutanasia è diventata il marcatore più evidente di una società senza Dio, infraumana, che ha perduto la speranza. Rimango stupefatto nel vedere fino a che punto chi propaga questa cultura si ammanta di una buona coscienza, dandosi l’aura facile di eroi di una nuova umanità. Per una sorta di strana inversione dei ruoli, gli uomini che lottano per la vita diventano mostri da abbattere, barbari d’altri tempi che rifiutano il progresso. Con l’aiuto dei media, i lupi fanno credere di essere generosi agnelli a fianco dei più deboli! Ma il piano dei promotori dell’aborto, dell’eutanasia e di tutti gli attentati alla dignità umana è sempre più pericoloso.

Se non usciamo dalla cultura di morte, l’umanità va verso la perdizione. In questo inizio di Terzo millennio, la distruzione della vita non è più barbarie ma progresso della civiltà; la legge prende a pretesto il diritto alla libertà individuale per dare all’uomo la libertà di uccidere il suo prossimo. Il mondo potrebbe diventare un vero inferno. Non si tratta più di decadenza, ma di una dittatura dell’orrore, di un genocidio programmato di cui sono responsabili le potenze occidentali.

Questo accanimento contro la vita rappresenta una nuova tappa, determinante, nell’accanimento contro il piano di Dio. Tuttavia, durante i miei viaggi, assisto a un risveglio delle coscienze. I giovani cristiani dell’America del nord vanno sempre più al fronte per respingere la cultura di morte. Dio non si è addormentato, Egli è davvero con coloro che difendono la vita! (…)

Oggi l’occidente vive come se Dio non esistesse. Come hanno potuto, paesi di antiche tradizioni cristiane e spirituali, tradire le loro radici fino a questo punto? Le conseguenze appaiono talmente drammatiche da rendere indispensabile comprendere l’origine di questo fenomeno. (...)

L’ateismo trova la propria principale origine nell’individualismo esacerbato dell’uomo europeo. L’individuo-re, che aspira sempre più a una forma di autonomia o di indipendenza assoluta, tende all’oblio di Dio. Sul piano morale, questa ricerca della libertà assoluta implica progressivamente un rigetto senza distinzioni delle regole e dei princìpi etici. L’universo individualista diventa centrato unicamente sulla persona che non ammette più alcuna costrizione.(...)

L’uomo vuole dominare la natura e prendersi la propria indipendenza. La tecnica gli dà l’impressione di essere padrone del mondo. Diventa dunque il solo reggente di uno spazio senza Dio.

«DIEU OU RIEN» du Cardinal Robert Sarah avec Nicolas Diat © Librairie Arthème Fayard, 2015
(Traduzione di Nicoletta Tiliacos)

 

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