12/02/2014

Il sistema delle Nazioni Unite protagonista del controllo delle nascite nel mondo

Il documento del Comitato delle Nazioni Unite per i diritti dei minori, diffuso agli inizi di febbraio del 2014, oltre ad accusare la Chiesa Cattolica di aver adottato “politiche che hanno permesso l’abuso sessuale sui bambini”, mette sotto accusa le posizioni su omosessualità, contraccezione e aborto. E’ la seconda accusa il vero obiettivo dell’iniziativa, che intende far tacere l’unica voce che nel mondo può battersi contro la cultura anti-umana, che vuole divenire egemone.
E’, in particolare, sul controllo delle nascite e sull’aborto che si gioca da decenni questa partita. Rispetto al tema dell’aborto, da sempre un ruolo centrale è stato svolto dal sistema delle Nazioni Unite. Nell’ottobre del 2007, fu lanciata a New York un’iniziativa globale che includeva l’invito a legalizzare l’aborto, promossa da agenzie dell’ONU e Organizzazioni non governative. Tra i patrocinatori dell’iniziativa – denominata “Deliver Now for Women and Children” – anche il Fondo delle Nazioni Unite per l’Infanzia (UNICEF), che ufficialmente nega il proprio sostegno all’aborto sotto qualsiasi forma. Il programma prevedeva un invito all’aborto sicuro, che è sinonimo di aborto legale. È stato coordinato dalla Partnership for Maternal, Newborn & Child Health, i cui membri comprendono, tra gli altri, la Fondazione Bill & Melinda Gates, la International Planned Parenthood Federation (IPPF), le Agenzie per lo sviluppo di Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Bangladesh, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ed il Fondo ONU per la Popolazione (UNFPA). La lobby della pianificazione familiare dispone di risorse economiche immense. L’UNFPA è nato per volontà della famiglia Rockefeller, che si stima abbia speso in un secolo, su quest’obiettivo, duecento miliardi di dollari attuali. Nel 1911 un membro di questa famiglia creò il Bureau of Social Hygiene, avanguardia del movimento d’opinione per la limitazione delle nascite, che nel 1913 passò direttamente sotto la Rockefeller Foundation. Nel 1993, sul bollettino Rockefeller Archive Center Newsletter, si sottolineava come le fondazioni e singoli filantropi fossero stati importanti per causare il cambiamento di attitudine sulla riduzione delle nascite che avvenne, con straordinaria rapidità e quasi unanimità, negli anni ’60. Tra i filantropi di oggi, Ted Turner che ha versato un miliardo di dollari fra il 1997 e il 2007, George Soros che ha fondato un suo “Program of Reproductive Health and Rights” e Bill Gates, che ha donato 57 milioni di dollari all’UNFPA, Scriveva Giulio Meotti su “Il Foglio” del 13 giugno 2013: “’Sviluppare la nuova generazione di preservativi’ è l’ultima sfida dei Gates. Allo studio c’è ‘l’uso di nuovi e sicuri materiali che possano mantenere inalterata o addirittura migliorare la sensazione durante l’amplesso’. Sono i ‘preservativi di seconda generazione’.  Un’altra idea del guru di Microsoft è un registro anagrafico mondiale per controllare la curva demografica. Il piano Gates per eliminare la povertà nel mondo è quella di inondare i paesi in via di sviluppo di contraccettivi e farmaci abortivi. Per questo i vescovi del Kenya hanno duramente criticato Melinda Gates, le cui idee ‘portano alla distruzione della società’. Una beneficenza che uccide. A Melinda ha scritto una lettera aperta una madre nigeriana: ‘Con la vostra ricchezza volete sostituire una madre con sua figlia con il sesso senza figli (…) Per favore Melinda, ci dia quello di cui veramente abbiamo bisogno’. Opportunità, non pesticidi umani”.

di Danilo Quinto

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