30/03/2014

Intervista alla Presidente dell’associazione rumena “Studenti per la Vita”

In Romania la Marcia per la Vita sta vivendo un momento estremamente florido, anche grazie alle adesioni di schiere di giovani che si vogliono impegnare in questa battaglia.

Come già riportato da Notizie Provita ruolo centrale è stato assunto dall’associazione “Studenti per la Vita“. Siamo quindi entusiasti di poter riportare in esclusiva un’intervista alla presidente, Alexandra Nadane.

Ringraziamo di cuore Padre Adrian Măgdici, dottorando all’Accademia Alfonsiana (Roma) e ricercatore presso Institutul Teologic Romano-Catolic Franciscan, Roman (Romania) che è autore dell’intervista.

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P. Adrian: In quale circostanza è stata fondata l’associazione “Studenti per la vita”? C’è qualche esperienza particolare che ha potuto creare le premesse di una tale iniziativa?

Alexandra: L’associazione “Studenti per la vita” è stata fondata nel 2013 per essere un punto di riferimento per le ragazze incinte e senza alcun appoggio ma il suo scopo è anche quello di promuovere e proteggere la vita umana sin dal concepimento; la nostra missione, quindi, è quella di educare i giovani ai valori della famiglia in vista di una migliore integrazione sociale. La nascita di quest’associazione, poi, non è affatto casuale ma è dovuta ad un’esperienza che mi ha cambiato la vita. Alcuni anni fa, avevo 16 anni, incontrai una ragazza incinta che mi chiese disperatamente aiuto e, così, cercando di aiutarla, capii che solo con la nostra presenza possiamo venire incontro a chi si trova in difficoltà. Tutto accadde velocemente, ma fu qualcosa che mi fece lasciare da parte tutte le altre preoccupazioni di quella giornata. Per fortuna ho incontrato quella ragazza un paio di ore prima che si presentasse nella clinica dove aveva programmato l’aborto. Ora quel bimbo è vivo! Sentii allora qualcosa che solo successivamente riuscii a esprimere nelle parole, cioè che questo tipo di attività non è semplicemente un passatempo, bensì un impegno che richiede una dedizione totale. I primi passi sono i più difficili ma è sufficiente avere un cuore aperto, disposto a fare tutto ciò, e poi ti rendi conto che in realtà Dio è dalla tua parte, come pure chi ti sta accanto.

P. Adrian: Quale è la visione della vita promossa dalla vostra associazione?

Alexandra: Noi crediamo che le donne che attraversano situazioni di crisi devono essere aiutate ed incoraggiate. Le statistiche dimostrano che il 60-70% delle donne che decidono di abortire, lo fanno perché costrette dalla famiglia, dal partner o dall’entourage. Le ragazze incinte, inoltre, solitamente ricorrono all’aborto perché spinte dai genitori e/o dall’irresponsabilità del partner. Allorquando, purtroppo, è costretta a scegliere tra il partner e il figlio, oppure tra i genitori e il figlio, la ragazza incinta si ritrova a dover decidere da sola, senza alcun appoggio. In tali situazioni, cioè, la ragazza pensa che non ci sia più alcuna via di scampo e, per liberarsi dallo stress, si caccia in una situazione ancora più stressante, con conseguenze imprevedibili. Frederica Mathewes-Green, scrittrice americana pro-life, descrive questa situazione con un’immagine molto suggestiva. Secondo lei, una donna non desidera l’aborto nella maniera in cui si desidera un gelato o una macchina Porsche, bensì, similmente ad un animale intrappolato, è capace di rodere la gamba pur di liberarsi dalla stretta del laccio. Le cose cambiano, invece, quando esiste veramente possibilità di scelta, cioè quando qualcuno aiuta la donna, perché quando essa si ritrova abbandonata, è sotto il dominio della paura. Questa è la ragione per cui lo slogan della Marcia per la vita di quest’anno, nella maggioranza delle 40 città partecipanti, è stato “L’adozione, una scelta nobile”. In altre parole, è controproducente dire ad una donna incinta ed in crisi “non abortire”, se non le offri un’alternativa valida. Questa donna ha bisogno di una soluzione, di un supporto, che non è capace a trovare da sola. Se la vuoi aiutare, pensa ad una soluzione fattibile!

P. Adrian: Se doveste fare un bilancio relativamente al vostro contributo a favore della vita, in che cosa siete riusciti meglio?

Alexandra: La cosa più importante, secondo me, è che Dio ci ha chiamati e ci aiuta a camminare nella stessa direzione. A volte, quando pensiamo alla nostra vita, ci rendiamo conto che Dio ci tiene per mano e ci indica la strada. Come un bambino che, sostenuto dalla mamma nel fare i primi passi, non può pretendere di saper camminare da solo, così neppure noi possiamo parlare di nostri successi. Grazie alla collaborazione con tante persone abbiamo visto realizzarsi, senz’altro, tante cose belle.

P. Adrian: Secondo voi, qual è l’atteggiamento del governo di Bucarest riguardo i valori tradizionali della famiglia?

Alexandra: I governi vanno e vengono in Romania. Perciò, più che dell’atteggiamento del governo preferirei parlare dell’atteggiamento dell’élite intellettuale e della classe politica verso i valori della famiglia.

In primo luogo vorrei sottolineare che, nella nostra visione, i valori sono in armonia con la legge naturale. Non utilizzerei il termine “tradizionale” perché nel contesto attuale ha un senso peggiorativo; in qualche modo fa sembrare i valori antiquati, mentre in realtà i valori possiedono un’attualità perenne. Come l’acqua e l’aria non cambiano, così neanche la famiglia cambia!

In secondo luogo, mi rendo conto che c’è una certa tensione tra ciò che i rumeni considerano naturale e la voglia di seguire ad ogni costo l’Europa. Noi veniamo da un regime comunista. Le istituzioni, la mentalità, ecc., non possono essere uguali, per esempio, a quelle dell’Italia, dove non c’è stata una simile dittatura. La Romania, quindi, ancora non ha una “spina dorsale” ben formata e le sue istituzioni ancora non possono essere plasmate naturalmente, come in una crescita organica e graduale. I passi importanti non si possono saltare. C’è il rischio di copiare dall’Europa, senza discernimento, leggi o consuetudini che potrebbero rivelarsi nefaste.

P. Adrian: Visto che i movimenti pro vita della Romania si ispirano liberamente ai tesori di spiritualità delle due Chiese sorelle (ortodossa e cattolica), si può parlare di un ecumenismo pro-vita?

Alexandra: Personalmente non mi sento in grado di dare una risposta soddisfacente. Sono giovane, non ho molta esperienza.  Nella Chiesa, però, penso che ognuno abbia una sua missione. Io desidero seguire la mia strada, di donna, studente, volontaria pro-vita. Per ciò che riguarda l’associazione “Studenti per la vita”, si tratta di un’organizzazione laica, non confessionale. Ciononostante abbiamo una santa protettrice, Filofteia di Curtea de Argeş, una donna che ha aiutato miracolosamente molte donne in difficoltà. E, comunque, collaboriamo con tutti i culti religiosi della Romania.   

P. Adrian: In quanto co-organizzatrice del recente evento della Marcia per la Vita a Bucarest (22-23 marzo), quale impressione ti hanno fatto i giovani nei due giorni di manifestazioni?

Alexandra: Siamo positivamente sorpresi del fatto che sia alla Marcia per la vita sia alla Settimana per la vita sono venuti tantissimi giovani. Questo è un buon segno. Ormai sta emergendo una generazione nuova. Una generazione che sta cambiando mentalità, che è pronta a parlare. Ciascun giovane che condivide il messaggio pro-vita trasmette attorno a sé, nella famiglia, tra gli amici, la gioia di vivere. Una gioia contagiosa. La miglior prova è il numero dei giovani partecipanti che, da un anno all’altro, è sempre più numeroso. E qui non parliamo di mero attivismo, ma di atteggiamento interiore. L’atteggiamento pro-vita è un atteggiamento pro- persona, pro-società… e per chi crede è un atteggiamento pro-eternità. Gesù ci ha detto: «Io sono venuto affinché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza» (Gv 10,10).

 

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