11/03/2013

La Cina ci ripensa, basta figlio unico

Il calo della popolazione in età lavorativa impone a Pechino una revisione della norma in vigore dal 1979

L’allarme arriva da Ma Jiantang, direttore dell’ufficio nazionale di statistica di Pechino, il funzionario che elabora i dati necessari a impostare politiche e decisioni: “E’ la prima volta da molto tempo a questa parte che assistiamo a un calo così drastico della popolazione in età lavorativa”. Le proiezioni parlano chiaro: nel 2012 in Cina il numero di lavoratori tra i 15 e i 59 anni è sceso a quota 937 milioni e rappresenta ormai il 69,2 per cento del totale della popolazione cinese, circa lo 0,6 per cento in meno rispetto all’anno precedente. “La popolazione in età da lavoro continuerà a diminuire gradualmente, almeno fino al 2030” ha aggiunto il direttore dell’ufficio statistica. “La Cina deve studiare una politica appropriata per la pianificazione familiare”.

Anche i media cinesi accendono il dibattito intorno alla politica del figlio unico. Inaugurata nel 1979, la norma impone non più di un figlio per famiglia e, nonostante le numerose deroghe, applica multe salate ai trasgressori. “La Cina paga un enorme prezzo politico e sociale per la politica del figlio unico, in termini di costi amministrativi e squilibri tra popolazione maschile e femminile” ha dichiarato Cai Yong, esperto di demografia dell’Università Fudan di Shangai, all’agenzia di stampa ufficiale Xinhua.

Lo sanno bene i giovani metropolitani descritti nel documentario People’s republic of love, che scontano il peso della piramide rovesciata, dove una crescente popolazione in età pensionabile è mantenuta da una forza lavoro sempre più scarsa. “Lo squilibrio di genere si avverte soprattutto nei cosiddetti villaggi degli scapoli” racconta a Panorama l’autore del documentario Joe Xu. “Lì le contadine abbandonano gli uomini a lavorare la terra e preferiscono andare in città a impiegarsi come operaie. I giovani delle metropoli, invece, devono vedersela con problemi come la ricerca di un lavoro qualificato e l’acquisto della casa.”

L’ultimo piano quinquennale prevede una revisione del provvedimento entro il 2015. Think tank governativi come la China development research foundation premono per l’abolizione. Anche se il ministro delle Politiche dice ancora ufficialmente che “la politica del figlio unico sarà applicata ancora a lungo”

di Antonio Talia

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