30/11/2013

L’embrione: Non dimenticarlo!

Ecco un articolo che ci rende vicini i milioni di Francesi che amano la Vita e che si oppongono alle politiche mortifere di Hollande, ma che non devono dimenticare la strage in atto con l’aborto

Indubbiamente, oggi viviamo momenti salienti. Basta leggere i titoli dei giornali: “La Francia tuona... ” “Il popolo infuriato sull’orlo della rivolta... “, “I francesi arrabbiati...”.
Ci rallegriamo di tutti questi sondaggi che dicono che il popolo francese non ne può più, siamo felici di questi movimenti di resistenza. I francesi hanno capito che manifestare in strada non è controproduttivo, ma è una libertà di espressione (approfittiamone fin tanto che l’abbiamo ancora!) che la democrazia ci dà... manifestare è, senza offendere nessuno, una cosa buona. Di vari temi si parla ora in Francia, oggetti di rivolta e di mobilitazione: questioni anche economiche – maggiori imposte, tasse ambientali, disoccupazione, chiusure di stabilimenti – e sociali – teoria del genere, legge Taubira,... Ma, un campo di battaglia sembra essere stato dimenticato dalla maggior parte dei nostri cittadini: si tratta del massacro di oltre 220.000 bambini ogni anno in Francia nel grembo materno... Il silenzio su questo scandalo da parte di alcuni sorprende. Essi dicono che hanno “paura di perdere alcuni dei loro simpatizzanti”... “E’ una questione di strategia,” sentiamo come argomenti. Oppure: “questo dossier non è d’attualità”... Non è d’attualità? Nello stesso momento in cui scrivo queste righe, decine di bambini nel mondo sono condannati. Non è d’attualità che il HCEFH (una sorta di ministero francese delle pari opportunità, N.d.T.) abbia presentato una relazione esigendo tra l’altro il divieto dell’obiezione di coscienza per i medici, l’abolizione della settimana di riflessione per la donna che vuole abortire, banalizzando così sempre più l’aborto, e ignorando le conseguenze di esso? Numerose sono le associazioni che hanno preferito rimanere in silenzio su questa nuova cultura della morte... Altri hanno scelto di non parlare dell’embrione, preferendo parlare di donne, linguaggio politicamente più corretto. “Embrione” sarebbe diventato una “parolaccia”?
In questo contesto, più che mai, la Marcia per la Vita ha un senso e dobbiamo essere determinati il 19 gennaio, ed essere la voce di tutti coloro che non hanno voce e che sono deboli e indifesi al punto di essere privati anche del più piccolo mezzo di difesa: il pianto del neonato.
I bambini aspettano che noi li difendiamo! Noi saremo la loro voce!

Clicca qui per leggere l’articolo originale pubblicato da Choisir la Vie in lingua francese

Fonte: Choisir la Vie

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