05/09/2015

Matrimonio gay: negli Stati Uniti se obietti vai in galera

Abbiamo parlato di Kim Devis, funzionaria del Kentucky che si è rifiutata di rilasciare licenze per celebrare il matrimonio gay (vedi qui).

Nonostante la sentenza della Corte Suprema americana, la donna ha scelto di avvalersi dei princìpi di libertà religiosa e di obiezione di coscienza, peraltro tutelati dalla Costituzione americana.

Avevamo anche detto delle proteste scatenate dalle coppie omosessuali che si sono viste impedite di contrarre matrimonio. Il tutto ha portato la funzionaria della contea di Rowan a vedersela con i giudici.

Ora apprendiamo da LifeSiteNews che Kim Davis è stata arrestata.

La notizia ha dell’incredibile, ma è la pura, tragica, realtà. L’accusa mossa alla donna è di oltraggio alla Corte Suprema. Come si può vedere nel video che postiamo, le coppie gay che hanno subito il diniego, hanno ripreso i loro dialoghi con la funzionaria per suscitare ancor più clamore mediatico.Bludental

«La Corte – si legge nelle motivazioni – non può condonare la disobbedienza ostinata a un ordine emanato secondo la legge». «Il tribunale non lo fa con leggerezza», ha commentato – nell’ordinare la carcerazione – il giudice distrettuale David Bunning, secondo cui (si faccia ben attenzione a quanto dice!), «l’idea di un diritto naturale superiore all’autorità di una corte sarebbe un precedente pericoloso». Lo stesso ha anche aggiunto che la Davis rimarrà in prigione finché non si adeguerà agli obblighi imposti dal proprio ruolo.

Dopo aver emesso la condanna, Bunning ha aggiunto che le ragioni addotte dalla Davis per contravvenire ad un ordine, non bastano. «Non è impossibilitata fisicamente a rilasciare licenze di matrimonio  – ha commentato -. Sta deliberatamente scegliendo di non farlo». Inoltre, non si è limitato ad una sanzione perché ha ritenuto che non avrebbe impedito alla donna di non adempiere ai suoi obblighi.

Il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, ha detto che “ogni funzionario pubblico nella nostra democrazia deve rispettare la legge: nessuno è al di sopra delle legge e questo principio si applica al presidente degli Stati Uniti come all’impiegata della contea di Rowan”.

Negli Stati Uniti, patria delle libertà, nel XXI secolo e sotto l’amministrazione Obama, si finisce in carcere a causa della propria fede religiosa e per essersi avvalsi del diritto inviolabile di libertà di coscienza.

Il caso non finirà qui ed è destinato a far discutere, anche in vista delle prossime elezioni presidenziali.

Redazione

 

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