17/04/2015

No al matrimonio gay: le chiese protestanti scrivono alla Corte Suprema

Un gruppo di 19 organizzazioni appartenenti a diverse chiese protestanti americane hanno presentato alla Corte Suprema degli Stati Uniti una memoria in cui chiedono di pronunciarsi contro il matrimonio gay.

Potremmo inoltrare la lettera ai nostri Senatori che si trovano a discutere e votare il disegno di legge Cirinnà, ammesso che loro considerino la libertà religiosa tra i diritti fondamentali.

Queste associazioni, infatti, sottolineano come la legalizzazione del matrimonio gay metta in pericolo proprio quello è ritenuto essere un diritto fondamentale dell’uomo, il diritto alla libertà religiosa, visto anche quello che accade negli Stati Uniti.

Bludental

Riportiamo le espressioni più significative contenute nel documento:

“Nonostante le  differenze nel campo della religione e della teologia che ci separano, siamo tutti uniti nel dichiarare che l’istituzione del matrimonio tradizionale è indispensabile per il bene della famiglia americana e di tutta la società“.

Siamo anche uniti nella convinzione che se la Corte imponesse a tutti gli Stati di accettare il matrimonio omosessuale, potrebbe generare conflitti tra Stato e Chiese, e mettere in pericolo le libertà religiose fondamentali.

Siamo tutti d’accordo che le persone LGBT non debbano essere discriminate nella vita quotidiana e sul lavoro, ma una ridefinizione del matrimonio ha implicazioni profondamente preoccupanti per tutta la società, nel lungo termine.

La legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso infatti ostacolerà la capacità delle persone che ritengono i rapporti omosessuali immorali a partecipare pienamente come cittadini aventi gli stessi diritti degli altri nella vita civile americana.
Le convinzioni della moralità sessuale tradizionale potranno essere equiparate al razzismo.

I diversi punti di vista di un popolo libero devono essere rispettati in una materia così importante. Quindi deve essere rispettato anche chi ritiene immorale l’unione omosessuale”.

Il dibattimento davanti alla Corte è previsto per aprile 28. La sentenza dovrebbe essere emessa entro il 30 giugno.

Redazione

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