20/05/2015

No eutanasia : la vicenda di Valentina Maureira

Valentina Maureira è un’icona della voglia di vivere e un esempio della malafede dei media che fanno propaganda pro eutanasia .

Il 13 maggio è morta a Santiago del Cile Valentina Maureira, la ragazza di soli 14 anni, affetta da fibrosi cistica, divenuta famosa, lo scorso 22 febbraio, dopo aver pubblicato su Youtube un video in cui, rivolgendosi alla presidente Michelle Bachelet, chiedeva l’autorizzazione ad un iniezione che “l’addormentasse per sempre”.

Bludental

La piccola aveva già perso, un anno fa, il fratellino di 6 anni, vittima della sua stessa malattia e un suo caro amico ricoverato assieme a lei. La morte della ragazza è stata annunciata dal padre che le è stato sempre a fianco con un laconico: “è partita”, raccomandandosi di ricordarla nelle preghiere.

La sua pagina Facebook è stata invasa da tantissimi messaggi di addio tra cui quello della sorella che ha scritto: «Eri una grande combattente, principessa, ma come hai detto tu hai perso la battaglia. Grazie per ogni momento di allegria e felicità che abbiamo condiviso. Grazie a tutti quelli che le sono stati vicino. Se ne va dopo una lunga battaglia. D’ora in avanti sarà per sempre un angelo».

A febbraio, il disperato appello sul web di Valentina, subito ripreso e strumentalizzato ad arte dai principali media di tutto il mondo, aveva fatto, in brevissimo tempo, il giro della rete, scatenando nel paese un accesso dibattito attorno al tema dell’eutanasia. Il clamore mediatico messo in moto dal video virale, aveva fatto sì che, dopo nemmeno una settimana, il 28 febbraio, la giovane ammalata ricevette la visita della Bachelet in persona, intrattenutasi con lei per oltre un’ora. Un lungo e intenso colloquio, nel quale la piccola Valentina aveva richiesto alla presidente cilena, ospedali di qualità per i bambini colpiti da fibrosi cistica, assistenza per i malati e i familiari all’interno delle strutture ospedaliere, nonché, aiuti per girare un film e scrivere un libro sulla sua storia personale.

Dopo poco tempo, era arrivato però il colpo di scena. Il supporto psicologico messo a disposizione dal Ministero della Salute cileno e, soprattutto, il grande affetto dimostratogli da tantissime persone le avevano fatto cambiare idea riguardo al ricorso all’eutanasia. Valentina ora voleva vivere e voleva vincere la sua difficilissima battaglia. «Ho parlato con molte persone dopo aver pubblicato il mio appello – aveva dichiarato la piccola al giornale “El Mercurio” – e mi hanno portato a pensare molto e cambiare idea su quello che pensavo”.

Nonostante ciò, in questa settimana, i media di tutto il mondo, riportando la notizia della sua morte hanno ovunque titolato, enfatizzando la sua richiesta di eutanasia, presentandola come la ragazzina di 14 anni che invocava l’eutanasia. La tragica storia della piccola Valentina, che in un comprensibile e umano momento di debolezza, aveva chiesto di morire, per poi ricredersi e dichiarare apertamente di voler vivere e combattere la sua dura battaglia fino in fondo, dimostra il potere mediatico e il barbaro cinismo dei promotori della cultura di morte pronti a sfruttare qualsiasi occasione per i loro fini.

 Rodolfo de Mattei

 

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