21/11/2015

Omofobia: dati OSCE smentiscono chi parla di “emergenza”

I dati recentemente pubblicati dall’OSCE sugli Hate Crimes in 46 Stati (soprattutto europei), contribuiscono a smentire ciò che molte associazioni LGBT e organi di stampa continuano a ripetere rispetto a una presunta “emergenza omofobia” nel nostro paese, cioè che i crimini contro le persone LGBT sarebbero diffusi in modo allarmante in Italia.

“Benché non si possa dire che il rapporto dell’OSCE ci fornisca una conoscenza totalmente esauriente del numero di casi di crimini d’odio,– ha dichiarato Alessandro Fiore, portavoce di ProVita Onlus – l’ordine di grandezza dei numeri (27 hate crimes contro persone LGBT su un totale di 596 casi, durante l’anno 2014 in Italia, meno dei crimini xenofobici, razzisti o anti-religiosi) corrisponde a quello fornito da fonti nazionali come l’OSCAD e lo stesso Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali. E’ quindi disonesto pretendere legislazioni speciali o focalizzare l’attenzione mediatica quasi esclusivamente su un certo tipo di crimine che, per quanto possano essere drammatici i singoli casi, nel complesso non conosce una diffusione allarmante nel nostro paese.

L’Ufficio Nazionale Anti-discriminazioni Razziali (Unar), – ha continuato il portavoce – istituito con legge per contrastare discriminazioni fondate sulla razza e l’origine etnica, ha da diversi anni focalizzato la sua attenzione sulle vere o presunte discriminazioni omofobiche o transfobiche, violando il principio di legalità dell’azione amministrativa. Basandosi su una presunta ‘emergenza omofobia’ ha speso soldi pubblici per elaborare azioni e strategie fuori dalle competenze attribuitegli per legge. ProVita non eslcude il ricorso a vie legali per ripristinare la legalità.

Altro dato degno di interesse che si ricava dal rapporto dell’OSCE è la diffusione di crimini d’odio fondati sull’odio religioso (153 hate crimes registrati dall’OSCE durante il 2014 in Italia), non solo contro le “minoranze”, ma anche contro le “maggioranze”. Sul punto ProVita ha raggiunto telefonicamente Mattia Ferrero, delegato per le attività internazionali dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, che ha notato come “gli hate crimes contro le maggioranze, ad esempio fondati sull’odio verso la religione cristiana, vengono sottovalutati. Eppure i crimini motivati dall’odio contro i cristiani, principalmente gli atti di violenza contro luoghi di culto, rappresentano un numero molto significativo, comparabile, e qualche volta superiore, a quelli fondati sull’odio verso altre religioni”.

Lo rende noto l’ufficio stampa di ProVita Onlus.

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