19/12/2014

Omosessualismo e violenza sessuale: i media non ne parlano

Uno degli esponenti più eminenti negli USA portatore delle istanze dell’omosessualismo che da decenni si batte per i “diritti” dei gay, co-fondatore del Human Rights Campaign (HRC) in prima linea in questa battaglia, Terry Bean, è stato rinviato a giudizio  per violenza sessuale ai danni di un ragazzo di quindici anni e sarà processato in gennaio.

Lo scandalo nello scandalo è che i media, dopo aver incensato per anni Bean e la sua attività in tutti i modi possibili, dimostrano ora una straordinaria riluttanza a trattare la vicenda, nonostante i molti aspetti, fra l’osceno e il ridicolo, che solitamente trovano vasto eco sui mezzi di comunicazione di massa. Bean, che ha 66 anni, ha avuto una furiosa lite con il suo compagno di 25 anni, Liah Lawson, al principio del 2014 ed entrambi sono stati arrestati in relazione alle presunte violenze al minore. Particolare ancora più piccante e scabroso, Bean sostiene di essere stato incastrato dal suo ex compagno, il quale a sua volta lo accusa di aver installato telecamere nascoste per filmare i propri incontri sessuali con molti partner insieme, lui compreso.

Al di là della squallida vicenda va ricordato che Bean è una personalità politica di primo piano, che ha raccolto più di mezzo milione di dollari per le champagne elettorali di Obama e che la sua organizzazione pro-gay è talmente potente da influire pesantemente sulla legislazione statale e federale. Né esita a usare mezzi intimidatori, come la lista di ‘nemici pubblici’ contenente i gruppi che a suo dire ostacolano l’agenda gay, una lista che in almeno un paio di casi ha portato a minacce perfino di morte nei confronti di sostenitori della famiglia tradizionale.

La pressione esercitata è cosi forte che almeno due dozzine di università cattoliche, compresa la celebre Notre Dame, hanno deciso di offrire a coppie dello stesso sesso gli stessi vantaggi riservati finora alle coppie sposate, giustificandosi con il fatto che vogliono far sentire i gay bene accetti nel campus e che fra l’altro si devono conformare alle leggi dello stato, in questo caso dell’Indiana: dove recentemente la legge che proteggeva le copie regolari è stata dichiarata incostituzionale da una corte federale.

Terry Bean, non è un cartone animato.
Terry Bean, non è un cartone animato.

Dan Gainor del Media Research Center, sostiene che il peggior esempio di parzialità consiste nell’omettere le informazioni sgradite. E poiché Bean è un “democratic” è intoccabile. Se le stesse cose fossero state fatte a un repubblicano i media lo avrebbero  tritato. Evidentemente per certa stampa non basta un crimine sessuale per fare notizia sul piano nazionale ed evidentemente le lobbies LGBT ancora una volta hanno espresso tutto il loro potere occulto per insabbiare il caso. Di questo scandalo infatti se ne è occupata, in minima parte, solo la stampa locale.

Dall’arresto il nome di Bean è stato cancellato dal sito web di HRC e lui stesso si è dimesso dal consiglio direttivo. Ma la pressione del suo gruppo contro ogni difesa dell’unione fra uomo e donna come unica davanti alla legge e davanti a Dio non si attenua, nonostante un fatto di tale gravità che compromette la credibilità stessa dell’organizzazione.

Luca Colavolpe Severi

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