26/04/2015

Post aborto: il dolore dei fratellini

Il sito della Marcia per la Vita ha pubblicato una testimonianza forte sulla sindrome post aborto, che colpisce non solo le madri, ma anche altre persone coinvolte in qualche modo nell’uccisione di un innocente.

Una madre di famiglia aveva raccontato ai propri figli di aver abortito in precedenza due volte. La donna – peraltro successivamente divenuta un’attivista pro-life – era sicura che i figli avessero accettato la sua decisione. Ma si sbagliava.

Quel giorno sembrava normale, uno come tanti altri. Ho preso i miei figli a scuola, come al solito. Il primo di essi, Gabriel, che ha dieci anni, ha cominciato a raccontarmi la sua giornata. Mi ha detto che durante la mattina ha dovuto scrivere come tema una storia che fosse legata all’utilizzo di una macchina del tempo.

Gli ho subito chiesto sorridendo: «Oh, davvero? Se tu potessi tornare indietro nel tempo, in quale periodo vorresti viaggiare?». Pensavo che la risposta avrebbe riguardato l’era dei dinosauri o delle battaglie dei cavalieri medioevali… Invece Gabriel mi ha guardato dritto negli occhi e, dopo una lunga pausa, ha risposto con molta serietà: «Vorrei tornare indietro e chiederti di non abortire Jacob e Hope».

Bludental

Quando avevo 17 e 21 anni ho abortito due volte. I miei tre figli conoscono questa storia. Anche se sapevo che Gabriel ne era a conoscenza, non sempre ci penso e le sue parole mi hanno colto alla sprovvista, trafiggendo profondamente il mio cuore. In un momento apparentemente normale ho visto l’animo di un ragazzo in lutto per i suoi fratelli. Improvvisamente ho vissuto qualcosa che non mi era mai accaduta prima: ho sentito il dolore di un bambino di dieci anni, che esprime la ferita che il racconto dell’aborto aveva lasciato sul suo cuore.

Per diversi anni sono stata a pregare in silenzio di fronte a cliniche e a tribunali. Devo ammettere che a volte mi sono scoraggiata e mi sono chiesta se l’aborto finirà mai. Ho posto questa domanda a Dio e a me stessa molte, molte volte. A volte mi sembra impossibile.

Il giorno in cui Gabriel ha condiviso il suo dolore con me ha lasciato un segno indelebile sul mio cuore. Il mio desiderio di vedere la fine dell’aborto è diventato urgente; l’aborto non era un’ingiustizia solo contro di me, era un’ingiustizia anche contro mio figlio e la mia famiglia. L’aborto finirà e io insieme a tanti altri continuerò a pregare fino a quando l’aborto venga abolito sulla terra, come in cielo. Desidero riuscire a vedere il giorno in cui ragazzi come Gabriel non dovranno inventare macchine del tempo per avvertire le loro madri. Desidero riuscire a vedere il giorno in cui la cultura della vita fiorirà nella nostra nazione. Desidero riuscire a vedere il giorno in cui i cuori di madri e padri verranno presi dall’amore per i loro figli, quelli già nati e quelli solo concepiti. Fino ad allora continuerò a pregare, «Gesù, imploro che il Tuo Sangue lavi i miei peccati e le colpe della mia nazione. Che Dio faccia cessare l’aborto».

Fonte: NRL News

 

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