In Olanda ha fatto audience (700.000 spettatori) il film- reality prodotto dalla Dutch Association for Voluntary End of Life, intitolato “Moth” che fa vedere gli ultimi giorni di una povera bella ragazza di 26 anni che si è “fatta suicidare“: pur essendo ancora in buona salute, dall’età di 16 anni sapeva di avere un male incurabile e degenerante, di cui non si conosce il nome, che nel giro di pochi anni l’avrebbe uccisa e allora, perché andare incontro alla prova che l’attendeva?
Priscilla Brouwer, questo il nome della ragazza, aveva deciso di mettere fine alla sua vita nel giorno del suo 26esimo compleanno dichiarando: “Preferisco lasciare tutto a 26 anni in serenità, piuttosto che a 30 soffrendo”.
Il film segue gli ultimi giorni di vita della giovane e la sua decisione di fronte il medico di sottoporsi all’eutanasia. E’ difficile esprimere il dolore e lo sconcerto che si prova di fronte a una cosa del genere: nella sua ultima notte, durante la festa di addio in un locale con i suoi amici dice loro: “Domani piangerete, oggi divertitevi, ballate e bevete!”.
Così Priscilla muore per un’iniezione letale (scena non mostrata nel film), circondata dall’amore dei suoi amici.
L’Associazione olandese per il fine vita volontario ha dichiarato che il documentario sarebbe diventato uno strumento didattico....
E’ però doloroso il fatto che c’è una cultura che vuole farsi strada nei nostri cuori e nelle nostre menti, veicolata allegramente dai mass media, che vuole istillarci l’ amore per la morte e per l’autodistruzione.
Quando sarà opinione comune che è “normale” suicidarsi, se non vale più la pena vivere, perché il suicidio è cosa bella e buona, allora la fine del mondo non sarà più tanto lontana.
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Fonte: LifeSiteNews