20/06/2014

Save the Children: aborto, pianificazione familiare ed ora eutanasia infantile

Aborto, pianificazione familiare ed ora eutanasia infantile: questo è il programma d’azione di Save the Children, la famosa ong che –quantomeno nel nome- a ben altre battaglie dovrebbe rifarsi.

E così l’organizzazione che dichiara come ragione sociale il motto “salva i bambini” collabora attivamente con Planned Parenthood, esorta le donne a fare meno figli e considera come opzione caldeggiata l’interruzione di gravidanza.

Tali aspetti sono stati sollevati da molti enti, tra cui l’associazione pro-life americana Life Decision Internation ed il gruppo britannico Catholic Action UK, che, oltre a denunciare l’operato di Save the Children, chiedono ai credenti e, più in generale, a tutte le persone che credono nel valore della Vita di astenersi da qualsiasi forma di supporto a questa ong.

L’organizzazione ha ovviamente innumerevoli siti, uno per ciascuno Stato in cui è insediata, con palpabili differenze da Nazione a Nazione: per esempio nel portale web italiano ed in quello statunitense il termine “aborto” è mascherato dietro il concetto di “pianificazione familiare”, mentre in quello australiano, realtà dove la sensibilità verso la tematica  è minore, si fa direttamente riferimento all’interruzione di gravidanza.

Ma anche il sito italiano non è scevro da concetti antinatalisti e frutto della più retriva cultura neomalthusiana: La sovrappopolazione è una questione aperta ormai da anni.” si legge “Facciamo troppi figli nel mondo.”, “Un corretto accesso alla pianificazione famigliare invece salverebbe milioni di persone.”

Ora l’ultima uscita di Save the Children chiude il cerchio della cultura della morte: incita all’eutanasia per tutte le età, dal neonato in su.

È quanto sta accadendo in Scozia dove, nell’ambito del dibattito preparatorio alla discussione di un disegno di legge sulla cosiddetta dolce morte, entra a gamba tesa l’ong tramite il comitato “Together” –di cui Save the Children è il membro più importante- chiedendo al Parlamento scozzese di –udite, udite- rispettare la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo ed introdurre l’eutanasia anche per i minori, anche per i bambini, prendendo a modello il Belgio.

Lasciando da parte tutto il discorso sulla capacità decisionale di un bambino soprattutto in materie quali la scelta di vivere o morire, è paradossale che proprio chi sbandiera di difendere i più piccoli contribuisca a farne morire milioni nel ventre materno ed ora pretenda di concludere il scellerato piano con l’eutanasia.

Redazione

 

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