27/05/2014

Supervisione medica per la pena capitale ma non per l’eutanasia

Che un medico assista ad una esdecuzione capitale è contro l’etica professionale. Infatti , secondo un articolo del Journal of American Medical Association, a firma del bioeticista Robert D. Truog, di Glenn I. Cohen, professore di diritto, e del dottor Mark A. Rockoff, tutti dell’Università di Harvard, “Indipendentemente dal fatto che l’esecuzione sia giustificata ... non deve mai essere percepita come una pratica medica. Questo è quasi universalmente riconosciuto in tutto il mondo e da tutte le associazioni mediche”.Gli studiosi di Harvard hanno così risposto a un quesito posto dal Comitato sulla Pena di Morte dell’associazione Progetto Costituzione, un gruppo di eminenti giuristi che si oppongono alla pena capitale. Questi chiedono che la legge imponga la presenza di un medico per garantire che la morte avvenga nel modo più umano possibile. “I medici non possono permettere che una legge statale sovverta l’impegno etico per la vita che assume chi esercita la professione, in ogni parte del mondo”.

La domanda, allora , è sorta spontanea: e di fronte all’ eutanasia il problema non si pone?

Con ben poca coerenza gli studiosi di Harvard rispondono di no, che la questione è “ben diversa”, perché “si tratta di aiutare una persona che ha fatto una libera scelta”.

Ma il medico lavora per la vita, o per esaudire i desideri dei pazienti? (nel secondo caso, preparo una bella lista di cose, la prossima volta che vado dal dottore...)

La legge dello Stato non può costringere il medico a dare la morte, il desiderio del singolo sì?

Per favore, colleghiamo le sinapsi, signori: qui si tratta di ragionare con un po’ di logica e di coerenza.

Francesca Romana Poleggi

 

Blu-Dental

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