24/10/2015

Transgender: Lydia Foy “cittadino europeo dell’anno”

Dal 2009 il Parlamento Europeo ha istituito il premio “Cittadino europeo dell’anno“. Premio che nel 2015 è stato assegnato a Lydia Foy, attivista transgender irlandese classe 1947.

L’uomo – perché tale è nato e tale rimane, checché se ne dica – ha deciso di intraprendere il suo cammino di transizione nel 1989, quando aveva già alle spalle un matrimonio ed era padre di due figlie: cure ormonali, interventi chirurgici e, nel 1992, il definitivo cambio di sesso. Inutile dire che questo ha comportato, due anni dopo, la rottura del matrimonio con Anne Naughton.

Scrive Rodolfo de Mattei su Osservatorio gender: «L’avvocato di Foy, Michael Farrell, ha inoltre evidenziato come la selezione di un attivista transgender da parte dell’Unione europea rappresenti un chiaro segnale del “Parlamento europeo riguardo la necessità di legiferare nei confronti delle persone transgender”, e come, in questo senso, tale riconoscimento abbia “un significato ben più ampio rispetto al cambiamento legislativo avvenuto in Irlanda”. Sempre secondo la Farrel, infatti, tale decisione è un chiaro e forte segnale della UE nei confronti dei paesi membri e di tutti quelli che ambiscono ad aderire all’UE: “un riconoscimento di questo tipo da parte dell’Unione Europea è più importante della legislazione di un singolo Stato. L’obiettivo è far sì che tutti gli Stati membri dell’Unione adottino delle legislazioni che garantiscano un livello minimo di rispetto dei diritti umani”».

Insomma, il concetto che viene fatto passare è che bisogna rispettare tutti e consentire a ognuno di fare quello che vuole. Anzi, chi trasgredisce di più viene pure premiato.

E’ la fine di ogni minima norma del vivere sociale. Viva il relativismo!

Redazione

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