30/11/2015

Unioni gay – Cipro si inchina al politically correct

Cipro si inchina al diktat del pensiero unico dominante, alla moda del momento, e approva le unioni gay.

Lo scorso 26 novembre il Parlamento del piccolo Stato mediterraneo, membro dell’Unione europea, ha votato a favore della legge che introduce le civil partnerships tra persone dello stesso sesso.

Dopo mesi e mesi di attivismo da parte delle associazioni LGBT e di pressioni da parte di molte ambasciate europee, Nicosia alla fine è andata incontro al... “progresso”.

Nella Camera dei Rappresentanti 39 sono stati i sì alle unioni gay, 12 i contrari e 3 gli astenuti. Pertanto, d’ora in poi si estenderanno anche alle coppie omosessuali grosso modo gli stessi diritti di chi contrae matrimonio. Al momento, però, non è prevista la possibilità di adottare bambini. Da notare che a Cipro i rapporti sessuali tra gay sono stati depenalizzati piuttosto recentemente, nel 1998.

Negli ultimi mesi, la questione delle unioni gay ha suscitato un intenso dibattito nell’opinione pubblica cipriota. All’inizio di quest’anno, il ministro dell’Interno Socrates Hasikos, uno dei parlamentari firmatari della proposta di legge, aveva affermato che la società è ormai matura abbastanza per accettare le civil partnerships omosessuali. Tuttavia, la Chiesa ortodossa di Cipro ha espresso tutta la sua contrarietà, anche attraverso grandi manifestazioni pubbliche. Alla fine, però, l’hanno spuntata le lobby LGBT e le pressioni finanziarie dell’UE. egma_lobby_unioni-gay

L’associazionismo gay cipriota esulta per l’importante vittoria in tema di “diritti umani” e di uguaglianza. Anche l’associazione omosessualista ILGA-Europe ha espresso grande soddisfazione. Il direttore esecutivo Evelyne Paradis ha dichiarato che le coppie dello stesso sesso e le loro famiglie sono meritevoli di tutela tanto quanto gli eterosessuali. “Non si tratta di dare diritti speciali ad un gruppo – ha sostenuto – ma di riconoscere la meravigliosa diversità delle famiglie che vivono in Europa“.

Apprezzamento per la decisione di Cipro è arrivata pure da Amnesty International. In un comunicato diffuso subito dopo il voto del Parlamento, la nota Ong ha fatto sapere trattarsi di un grande passo avanti nella lotta alla discriminazione verso le persone omosessuali. A detta di Amnesty, però, restano ancora molte altre conquiste da fare, come ad esempio il diritto all’adozione, il riconoscimento giuridico dei transgender e l’eliminazione del divieto di interventi chirurgici per cambiare sesso.

Federico Catani

Fonte: Kaleidoscot.com

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