24/03/2015

Utero in affitto – Una femminista si schiera a favore delle donne

Finalmente un’altra voce autorevole tra le intellettuali femministe, che parla contro l’utero in affitto. 

Julie Bindel è una nota femminista inglese, fondatrice di Justice for Women. Parla in modo chiaro contro l’indegno mercimonio, ma si esprime in modo politicamente corretto col termine “maternità surrogata”, e parla di “donatori” di gameti. A noi piace di più l’espressione realistica “utero in affitto” e “venditori”. Pazienza. Non si può pretendere troppo. 

Dopo lo spiacevole caso del piccolo Gammy, lo scorso anno, quando una coppia australiana abbandonò il gemello maschio lasciandolo alla madre naturale dopo aver scoperto che era affetto da sindrome di Down, la Tailandia ha vietato agli stranieri e alle coppie dello stesso sesso di accedere ai servizi di maternità surrogata. Ora, solamente le coppie eterosessuali sposate, dove almeno uno dei due è di nazionalità Thai, potranno usare madri surrogate. E nessuno potrà trarre guadagno dalla transazione.

[Ad essere esatti, ci sono stati anche altri scandali che hanno indotto il paese a introdurre una normativa più restrittiva, NdR]

Ma questa modifica alla legge porrà fine all’abuso connesso a ciò che può ben essere definito traffico di uteri? Ne dubito. Per fermare questa pratica, sempre più comune e sempre più considerata normale, dobbiamo capire cosa veramente comporta la maternità surrogata.

La maternità surrogata commerciale favorisce sfruttamento, abuso e povertà. Anche se l’immagine tipo della madre surrogata è normalmente una sorridente donna bianca e bionda, che porta in grembo un bambino per rendere felice una coppia senza figli, la verità è molto meno piacevole.

Le donne che vivono nel sud del mondo vengono spesso spinte e costrette da mariti e da organizzazioni criminali ad affittare il loro utero a ricche coppie occidentali. Per le donne indiane, per esempio, questo è un vero problema. Ho intervistato ricche coppie britanniche, omosessuali, che mi hanno detto di avere scelto l’India per la maternità surrogata perché là questo servizio costa molto meno che negli Stati Uniti (dove il business dell’utero in affitto sta letteralmente esplodendo). Una di queste coppie ha ammesso di essere rassicurata dal sapere che a queste donne viene richiesto di vivere in una clinica per tutta la durata della gravidanza in modo da essere sempre controllate dagli “intermediari”.

Alle madri surrogate viene richiesto di assumere il Lupron, un medicinale a base di estrogeni e progesterone, per portare a termine la gravidanza, e ciò con gravi effetti collaterali.

Le differenze di classe e di razza tra madri surrogate, donatrici [venditrici, NdR] di ovuli e potenziali genitori sono spesso molto nette. Le madri surrogate tendono a provenire dalla classe operaia e ad avere già avuto figli propri, mentre le donatrici [venditrici, NdR] di ovuli è facile siano laureate appartenenti alla classe medio-alta e quindi intelligenti e di bell’aspetto. Queste donne normalmente guadagnano molto di più rispetto alle madri surrogate [Infatti sono venditrici, non donatrici, NdR] .

Mentre le madri surrogate che portano avanti la gravidanza sono per lo più donne povere svantaggiate in molti modi, le donatrici [venditrici, NdR] di ovuli sono spesso scelte (da catalogo) per i loro “geni resistenti” e per la mancanza di malattie mentali e fisiche nella loro genealogia. Il processo non è così lontano dall’eugenetica.

Molti concordano nell’affermare che non è eticamente corretto acquistare e vendere una gravidanza, ma sostengono quella che viene chiamata “gravidanza altruista”. Questo avviene quando un’amica, una parente o un’estranea gentile porta in grembo un bambino per una donna o una coppia sterile semplicemente per bontà d’animo.

Il ragionamento è che se accettiamo la gravidanza altruista, faremo diventare la maternità surrogata un commercio portato avanti nel sommerso e in clandestinità. Ma è anche vero il contrario. Le sanzioni legali e l’accettazione di questa pratica a livello sociale, anche qualora non ci fosse uno scambio di denaro, promuoveranno ancora di più il concetto che l’utero delle donne povere può essere usato come un servizio.

Come già in Tailandia, la legge è stata cambiata anche in India, altro paese in voga tra le coppie britanniche in cerca di una gravidanza surrogata a pagamento. Ora viene richiesto che i potenziali genitori che cercano di assumere una madre surrogata siano “uomo e donna [che sono] regolarmente sposati da almeno due anni”.

Bludental

Come femminista e attivista per i diritti umani, io auspico la fine della maternità surrogata e una discussione seria ed onesta sull’eticità di tutte le forme di ricerca di gravidanza surrogata, in particolare in un mondo pieno di neonati e bambini indesiderati e trascurati.

Dobbiamo anche contrastare il crescente numero di omosessuali uomini che pensano che sia perfettamente accettabile usare il grembo di una madre disperata per riprodursi. Questo metodo di fabbricazione dei bambini sta davvero diventando molto velocemente la scelta numero uno per gli omosessuali, il che significa che la pratica diventerà sempre più normale e addirittura vista come un “diritto” per coloro che non possono concepire nella maniera tradizionale.

Tuttavia, il divieto della Tailandia e dell’India all’accesso alla maternità surrogata da parte di coppie dello stesso sesso è una discriminazione e una bigotteria anti-gay. La vera uguaglianza sarebbe nel mettere fine a questa dannosa pratica che è tutto tranne che una questione privata tra singoli.

Traduzione a cura della Redazione (Julie Bindel, per The Guardian)

 

 

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