07/02/2017

Vita: ci sono ancora uomini di Chiesa che la difendono

La vita inizia con il concepimento e termina con la morte naturale.

Questa affermazione, così semplice ed evidente, non è più scontata, né tantomeno condivisa, e va dunque riaffermata pubblicamente.

Tra le persone che si espongono con coraggio in favore della vita vi è certamente il cardinal Raymond Leo Burke, in questi giorni sulle pagine di giornali per le vicende legate all’Ordine di Malta e per i famosi “dubia”. Il cardinale, noto anche in Italia per la sua fedele partecipazione alla Marcia Nazionale per la vita, parteciperà infatti oggi all’Ohio State University, College of Medicine, ai lavori della Medical Ethics Conference. Il porporato parlerà sul tema: “The Economy of Life”.

Marco Tosatti, sul sul blog, riporta le parole dell’organizzatore del Seminario, Giovanni Battista Bellomo: «Il senso generale della conferenza a cui si è voluto dare il titolo di ‘Economia della vita’ è volto a spiegare in maniera scientifica (attraverso l’intervento di studiosi e medici) il valore della vita. Essa perciò va difesa anche affrontando un costo economico , il quale è di valore minore rispetto al bene tutelato».

Burke non ha dubbi nell’esporsi in difesa della vita e della famiglia: e la sua fedeltà al Vangelo oggi, purtroppo non è più così scontata in ambito cattolico, neanche tra preti e Vescovi. La coerenza di Burke, però, è riconosciuta e apprezzata dai movimenti pro-life, tanto che tutti i leader pro-life americani (non solo cattolici) gli hanno recentemente conferito il premio “Law of Life Achievement Award”.

Ma il fatto di essere premiato dai pro life americani pare sia un qualcosa di cui vergognarsi, secondo alcuni ambienti cattolici.

Un Lettore ci segnalava che aveva scritto a TVsat 2000 chiedendo perché non parlasse mai di “pro life”, ma sempre solo di “anti aborto”: perché non “pro vita”? L’emittente della CEI ha risposto che non basta essere essere anti aborto o anti eutanasia per essere pro vita: bisogna schierarsi anche contro l’uso delle armi e contro la  pena di morte.

Ebbene: molti pro life la pensano esattamente così. Poi è vero, c’è – soprattutto negli Stati Uniti – chi fa dei distinguo a proposito del porto d’armi e della legittima difesa (che comunque è moralmente lecita anche per il Catechismo della Chiesa cattolica) e per la pena di morte , se irrogata in casi estremi e dopo un giusto processo, in uno Stato di diritto. Il motivo è semplice: si tratta di temi diversi, sia nel merito dei contenuti, sia nella portata.

Il nostro Lettore allora ha fatto una piccola ricerca e ci ha inviato un prospetto interessante:

  • Aborti negli USA: 926.240 nel 2014 (100%)
  • Vittime di omicidi negli USA: 12.250 nel 2013 ( 1,3%)
  • Pene di morte negli USA: 33 nel 2014 (0,0035%)

Come si vede, l’aborto miete un numero immensamente maggiore di vittime rispetto agli omicidi e alla pena di morte. E a pagarne il (salato) conto non sono solo i bambini non nati, ma anche le loro famiglie e la società nel suo complesso, perché ogni nuova vita ha un potenziale generativo che noi non possiamo neanche lontanamente immaginare.

Teresa Moro


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