24/06/2016

Aborto: quante vite si possono salvare con la preghiera?

Abbiamo parlato delle iniziative degli “Universitari per la Vita” che a Roma si riuniscono in preghiera davanti agli ospedali, affinché cessi lo sterminio di innocenti che si perpetra ogni giorno con l’aborto.

“ Ogni venerdì (di giugno e luglio, poi riprenderemo a settembre), gli Universitari per la Vita e coloro che vogliono unirsi a loro, per pregare per la fine dell’aborto, si ritrovano davanti il Sant’Eugenio (Piazzale dell’Umanesimo 10, Roma) dalle 11 alle 13, nella fascia oraria in cui le donne si recano per abortire con la RU486, per pregare per la vita.

La nostra è una presenza pacifica, ma allo stesso tempo attiva.

Le persone vedendoci rimangono meravigliate, alcune di esse si sono unite a noi;  da altre siamo stati pesantemente criticati.

Ma d’altra parte, testimoniare la verità sulla tragedia dell’aborto, non è affatto facile.

Molte persone sono “assopite” e soltanto il numero dei bambini morti (6 milioni dal 1978) scritto sui cartelli che mostriamo, sembra farle risvegliare da quest’indifferenza globale, e questo è il segno che per avere un cambiamento, sono necessarie poche persone convinte che pregano e che testimoniano ciò che sta avvenendo nei nostri ospedali.

L’aborto, delitto contro la vita umana, uccisione degli innocenti, avviene a pochi metri magari da casa nostra: ma la società vuole farci dimenticare tutto questo, ponendo avanti la “libera scelta” della donna, la sua salute (ma poi alla salute della donna con la sindrome post aborto chi ci pensa?), ed ingannando con la solita storia del “grumo di cellule” ( un grumo di cellule ha forse un cuore che batte al 13º giorno?).

Molti ci dicono: “andate a pregare in chiesa” e “fatevi gli affari vostri”.

Sicuramente preghiamo e pregheremo anche in chiesa per la difesa della vita, ma è importante trovarsi nel luogo in cui si sta compiendo in quel momento l’uccisione dei bambini.

Perché così il messaggio dato sarà più forte. Le persone che ci vedono, penseranno: “Se queste persone sono qui a pregare, allora forse sta accadendo qualcosa che non va in quell’ospedale

Inoltre, chi può mai saperlo, magari una donna incinta vedendoci, ci ripensa e decide di non abortire più (i “40 giorni per la vita” sono esemplificativi a riguardo: si sa di almeno 11.000 bambini salvati dal 2007).

Per quanto riguarda la storia del “fatevi gli affari vostri” non possiamo.

Non possiamo perché l’aborto non è “affare” solo ed esclusivo della donna, ma dell’umanità.

Un essere umano in meno, un bambino in meno, con un codice genetico unico, che non si ripeterà mai.

L’aborto è un delitto che riguarda tutti, è la sconfitta di ognuno di noi, non solo della donna.

E ricordiamo che in Italia un bambino muore ogni cinque minuti.

E’ tempo di cambiare le cose.

(Per qualunque informazione scrivere a [email protected])

Universitari per la Vita


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