23/05/2015

All’aborto un’alternativa c’è: notizie dal CAV Mangiagalli.

Dal Centro Aiuto alla Vita della Mangiagalli ci arriva una bella testimonianza: all’aborto c’è sempre un’alternativa. Bisogna sperare, bisogna volere...

Lasciamo la parola a Paola Bonzi.

Nella nostra “fatica” quotidiana raccogliamo tante esperienze importanti e belle. Sono le “piccole cose” che a noi appaiono grandissime.

Solo in questi due ultimi giorni due mamme, che eravamo sicuri avessero ormai già scelto di abortire, ci hanno comunicato di aver continuato la gravidanza.

Lorena, vista nel mese di febbraio, è ora alla ventesima settimana e chiede un colloquio con me per fare il punto della situazione.

Claudia invece, ha personalmente telefonato annunciando di aver disdetto l’appuntamento per l’interruzione, e chiedendone invece a lei uno nuovo per il progetto d’aiuto.

Bludental C’è anche un’altra bella notizia che mi fa tanto piacere condividere con tutti voi: Amina, a cui avevamo offerto l’opportunità di un lavoro presso la nostra sede ora che il suo bimbo ha compiuto due anni, proprio grazie a questo contratto ha potuto ottenere la casa popolare. Quando me l’ha comunicato mi scoppiava il cuore dalla felicità.

Mi piace, infine,  raccontarvi la vicenda di Elena, una situazione veramente emblematica.

Elena ha 33 anni e quando l’ho incontrata (circa 3 anni fa) aveva già due figli e una gravidanza in atto. Il marito purtroppo da poco aveva perso il lavoro e quindi vivevano faticosamente con un solo introito dato da un impiego part-time.

“Questo figlio proprio non ci voleva, è il momento più sbagliato in assoluto e tutti mi consigliano di abortire”.

Il solito nodo gordiano quasi impossibile da sciogliere.

Il colloquio però va avanti e si crea una bella relazione tra noi. Mi rivolgo a lei con un sorriso:
“Però questo piccolo bimbo che colpa ne ha?”

Questa è una specie di frase magica. Crea un bello scombussolamento a livello emotivo. Tanto
che Elena scoppia in lacrime.

“E’ proprio vero, lui non c’entra niente! Mi sento una cattiva madre”.

A questo colloquio sono seguiti molti altri. Sapevo che la casa di Elena era gravata di un affitto
molto dispendioso e oltretutto aveva ricevuto lo sfratto. Arriva una telefonata tipo S.O.S.: “Per la paura di restare in strada con i miei tre bambini ho chiesto di parlare con il sindaco. Mi hanno detto che ci sarebbe un appartamentino ma non possono assegnarcelo perché troppo piccolo per 5 persone. Ho risposto che sarebbe andato bene comunque, ma la replica è stata dura: ‘Non possiamo violare le norme vigenti’. Di fronte alla mia tenacia, all’assistente sociale si è come accesa una lampadina: ‘Avremmo un appartamento adatto a voi, però tutto da ristrutturare. Occorrono 5.000 Euro e il Comune, proprio perché siete brava gente, ve ne potrebbe offrire 2.000’. Ma Paola, ora dove posso trovare ciò che manca?”.

Contemporaneamente alla telefonata, una signora aveva portato 2.000 Euro di offerta. Si trattava quindi di completare la cifra. Richiamo immediatamente Elena.

“Ci siamo! Ho per te 3.000 Euro, di cui dovrai restituirne 1.000, un po’ alla volta, quando potrai”.

L’assistente sociale non riusciva a credere a questa cosa, tanto che chiede a Elena di potermi
telefonare. “E’ proprio vero ciò che mi sta dicendo la signora Bianchi a proposito della casa?”.

Alla mia risposta affermativa soggiunge: “Certo che siete proprio bravi! Non riesco a pensare come possiate fare ad aiutare tanta gente”.

Elena si è data un gran da fare per trovare idraulico, elettricista, muratore, persone qualificate ma di poche pretese. E finalmente, un pomeriggio: “Paola, ho le chiavi e ho firmato il contratto. Mi sento una regina!

Le bambine più grandi continuano a correre per la casa, che ha tre stanze, un soggiorno, una
cucina e due bagni. Per non parlare dei balconi, dove si immaginano di poter fare mille giochi”.

A volte al CAV ci sentiamo stanchi, preoccupati e anche un po’ demotivati, ma una storia
come questa ci aspetta sempre dietro l’angolo per riempirci di gioia vera.

Ogni giorno ci sforziamo di far riflettere tante mamme e di appoggiarle come e quanto più possiamo nella loro libera scelta di far vivere il bimbo che hanno in grembo.

Siamo però in un momento di congiuntura molto negativa e abbiamo davvero bisogno del
supporto di tutti voi, in qualunque misura e modalità ce lo vogliate fornire.

Potete fare riferimento al sito per donare alle nostre mamme ciò che potete attraverso Paypal,
carte di credito o bonifico bancario.

L’oceano è fatto di tante gocce, ma se ne manca anche solo una l’oceano se ne accorge.

E’ invece piacevole dire “grazie” ai tanti amici che con grande fedeltà seguono e sostengono il
nostro lavoro per la Vita. Sono molto importanti, anzi fondamentali, tutti gli aiuti, dal più piccolo al più grande, ed è certo che non potremmo qui farne un elenco completo.

Paola Marozzi Bonzi

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