14/02/2017

Eutanasia a Treviso? È stata davvero eutanasia?

Alcuni dicono che si è verificato un caso di eutanasia in Veneto.

A Montebelluna, in provincia di Treviso, è morto un uomo di 70 anni malato di SLA. Era sedato da diversi giorni.

È stato un caso di eutanasia (che al momento è comunque vietata dalla legge e punita come omicidio)?

Se il malato avesse abbreviato la sua vita, rifiutando cibo e acqua e facendosi sedare profondamente per non sentire i morsi della fame e della sete, sarebbe stata eutanasia.

Ma l’on. Gian Luigi Gigli, che – da medico – immaginiamo abbia potuto capire bene quali erano i termini della questione, spiega che no, in questo caso non si è trattato di eutanasia. L’uomo – ci sembra di capire – non assorbiva più il nutrimento e l’acqua. Era davvero arrivato alla fine dei suoli giorni. Li ha trascorsi sotto sedazione: se così fosse queste sarebbero le vere cure palliative, che non abbreviano la vita del moribondo, ma non lo fanno soffrire.

Questo il comunicato stampa rilasciato dal Presidente del Movimento per la Vita italiano.

«Il tentativo di far passare la vicenda di Montebelluna per il caso con cui viene sdoganata l’eutanasia in Italia è semplicemente una forzatura a fini ideologici. Se le notizie riportate non sono scorrette, il paziente era affetto da una malattia evolutiva ad andamento progressivo, giunta alla sua fase terminale. Inoltre si era in presenza di uno stato di forte sofferenza che richiedeva la palliazione con farmaci ad azione sedativa. Il paziente ha peraltro continuato a servirsi del respiratore fino alla fine. Infine, quando la morte è ormai imminente, l’idratazione e la nutrizione non hanno più molto senso, anche quando sono ancora tollerate dal paziente. Fare di questo caso un cavallo di troia dell’eutanasia è assolutamente improprio. L’eutanasia, seppure per ora solo nella sua versione omissiva, sta invece per essere legiferata con la legge sulle DAT». 

Redazione


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