24/05/2015

Gaypride a Verona: c’è chi dice no

Rilanciamo il comunicato stampa del Consigliere Alberto Zelger, a proposito del prossimo Gaypride di Verona.

Il 21 ottobre 2014 si è costituito a Verona il Comitato “Verona Pride 2015”, con lo scopo di promuovere un Gay Pride del Triveneto nella nostra città; l’annuncio fu dato ufficialmente all’inizio di novembre.

Alex Cremonesi, presidente dei Arcigay Verona dichiarò che era “l’occasione per quella svolta culturale di cui la città ha un disperato bisogno, capace di coinvolgere tutti i cittadini ormai stufi del pesante clima d’intolleranza verso ogni diversità”. Già nell’agosto scorso, dopo l’approvazione di una mozione pro-famiglia naturale, approvata dal consiglio comunale il 23.07.2014, i movimenti LGBT erano scesi in piazza per protestare contro quella che secondo loro era una “campagna d’odio” contro di loro. Nulla di più falso; al contrario, il 25 ottobre le associazioni LGBT diffusero addirittura un dossier di 150 pagine, intitolato “A Verona tutta l’erba è uno (s)fascio”, con accuse pesanti nei confronti di vari esponenti politici e non; all’interno di questo dossier, un capitolo intitolato “Galleria degli orrori”, elencava una trentina di persone che a loro avviso avevano bloccato l’evoluzione gay-friendly della nostra città: fra queste anche il vescovo Zenti e il consigliere comunale Alberto Zelger.

“In sostanza zero argomentazioni e tanti slogan – sottolinea il consigliere comunale Alberto Zelger – solo per denigrare chi pensa che la famiglia “naturale”, formata da un uomo e una donna, e aperta alla vita debba avere la sola e giusta rilevanza pubblica, a differenza di quelle unioni affettive di persone dello stesso sesso, che riguardano solo la sfera privata. È forse un errore pensarla cosi?”

Il 30 ottobre scorso il Comitato Verona Pride 2015 chiede al Comune l’autorizzazione per un Gay Pride del Triveneto nel centro storico di Verona, da svolgersi il 6 giugno 2015. Il 25 febbraio 2015 la giunta comunale di Verona accoglie la richiesta con le seguenti modalità: Bludental“I manifestanti si raduneranno in corteo, con partenza da Porta Vescovo, per proseguire in via XX Settembre, Ponte Navi, Stradone San Fermo, Piazza Bra (davanti a Palazzo Barbieri), dove si fermeranno per circa un’ora. Il corteo sarà seguito dal Circolo Donne Arcilesbica di Padova con biciclette a mano. Dopo la sosta i manifestanti raggiungeranno Piazza Pradaval, Via Valverde, Piazza Simoni, Via Città di Nimes fino ai Bastioni. Saranno installati 4 stand informativi a Porta Vescovo, Piazza S.Toscana, Piazza Bra, Stazione Porta Nuova. Alla sera, fino alle ore 2:00 del giorno successivo, è previsto uno spettacolo musicale sui Bastioni del S.Spirito. E’ stato concesso persino il supporto gratuito della Polizia municipale”.

“Ritengo questa manifestazione inopportuna – commenta Zelger – soprattutto perché colpisce il cuore della nostra città. Verona è la 4° città turistica d’Italia; una manifestazione di questo genere all’inizio dell’estate creerebbe intralcio alla libera circolazione dei turisti, tenendo conto che il centro storico di Verona è molto piccolo. Mi risulta che in altri casi, per motivi di ordine pubblico, sia stata negata l’autorizzazione a manifestazioni ben più pacifiche di un Gay Pride (per esempio alle Sentinelle in Piedi, qualche mese fa mese fa, a Venezia).

Abbiamo esitato a pubblicare questa foto, ma almeno mostra ciò che si "celebra" in queste occasioni: si tratta di una scena (oscena) al gay pride di Madrid il 2013. C'è qualcosa di cui essere orgogliosi?
Abbiamo esitato a pubblicare questa foto, ma almeno mostra ciò che viene “celebrato” in queste occasioni: si tratta di una scena (oscena) al gay pride di Madrid il 2013. C’è qualcosa di cui essere orgogliosi?

Visto il comportamento degli attivisti omosessuali in precedenti manifestazioni dello stesso tipo –aggiunge Zelger – credo che le loro esibizioni urterebbero fortemente la sensibilità dei veronesi, tenendo conto che spesso offendono il sentimento religioso delle persone con offese al papa e alla Chiesa o con vere e proprie bestemmie (è accaduto anche il 15 marzo scorso durante una manifestazione delle Sentinelle in Piedi in piazza Bra, quando poche decine di attivisti gay hanno urlato col megafono slogan osceni e blasfemi davanti a circa 500 Sentinelle – la polizia può testimoniarlo). Verona è una città d’arte e l’accostamento di nudità carnevalesche alla bellezza architettonica della città è in forte contrasto con l’immagine che i veronesi vorrebbero dare ai turisti in visita alla loro città e inoltre – sottolinea sempre il consigliere – non risulta che la Soprintendenza sia stata nemmeno consultata”.

Altro punto su cui il consigliere fa leva, recependo le istanze pervenute da molte associazioni e singoli cittadini, è lo spettacolo musicale previsto nella notte tra sabato e domenica (fino alle 2 del mattino) pronto a turbare anche la festa del Corpus Domini, che si svolge in quella domenica.

Dall’accesso agli atti non risulterebbe, infatti, che per questa manifestazione sia stato chiesto alcun parere alla Polizia Municipale, all’Ufficio Manifestazioni, all’Ufficio Sport e Tempo libero, all’Ufficio Commercio e Attività produttive, all’Ufficio Ambiente e Patrimonio, all’Ufficio Tributi Accertamento Riscossioni e all’Ufficio Mobilità e Traffico. L’ultimo Gay Pride del Triveneto si è svolto a Venezia nel 2014 e ha visto la partecipazione di circa 5000 manifestanti. Si stima che a Verona possano confluire circa 10.000 persone.

Condanniamo quindi l’operato del sindaco e della giunta, per aver deciso dall’alto una manifestazione, che urta la sensibilità di gran parte dei veronesi e intralcia la stagione turistica, offrendo ai visitatori un’immagine distorta della nostra città. Ci meravigliamo altresì – conclude Zelger – dell’inerzia dei “sedicenti assessori cattolici”, che non si sono opposti a tale decisione quando potevano farlo (abbiamo saputo che in seguito il vicesindaco si è dissociato, ma ci chiediamo perché non si sia opposto il 25 febbraio, quando la giunta ha deliberato). Chiediamo infine che il sindaco e la giunta ritornino su questa decisione, spostando la manifestazione in un luogo periferico della città, dove non possa creare disagio alla popolazione residente e ai turisti in visita alla città o interessati agli spettacoli areniani, e non alle indecenze organizzate contro il buon senso e il buon gusto”.

 

 

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