29/03/2015

Gender nelle scuole di Lucca (a spese dei Lucchesi)

A Lucca, Provincia e Regione finanziano progetti improntati all’ideologia gender: servono alla creazione del “Mondo Nuovo”.

Apprendiamo dal portale A squarciagola che anche quest’anno il Comune ha pubblicato il bando “Educare alle differenze – Identità e stereotipi di genere”.

La Provincia e la Regione finanzieranno progetti che puntino a “eliminare gli stereotipi associati al genere e favorire una equa distribuzione delle responsabilità familiari per una democrazia paritaria e la cultura del rispetto”.

Tutto ciò in ossequio alla legge regionale del 2009 ‘Cittadinanza di Genere’ che “si pone l’obiettivo di rimuovere ogni ostacolo che si frappone al raggiungimento di una piena parità di genere nella vita sociale, culturale ed economica e si propone altresì di evidenziare il carattere trasversale delle politiche di genere rispetto all’insieme delle politiche regionali”.

In certi istituti scolastici e asili mancano spesso le risorse primarie per la manutenzione ordinaria, per l’attività didattica quotidiana. Ma la Regione investe 1000 euro  per ogni istituto, mentre la Provincia paga anche incontri di formazione per docenti ed alunni ed organizzati in collaborazione con l’Università di Pisa, i Centri Antiviolenza, l’Associazione Luna, il Codice Rosa delle Asl, i consultori zonali e la Casa delle donne di Viareggio.

Sorvoliamo, per una volta, sul fatto che certi progetti possano essere dannosi per la psiche dei ragazzini coinvolti.

Ci chiediamo: è compito della politica utilizzare potere per plasmare il cervello dei  (giovani) consociati, secondo idee (dis)valoriali di una élite, che certamente non sono condivise dalla maggioranza della collettività? (E se anche lo fossero sarebbe comunque tutto da discutere).

La risposta è sì, solo se consideriamo lo Stato come unico portatore della verità e del bene: lo “Stato etico”, che è sempre Stato totalitario.

Le Commissioni pari opportunità si comportano come il “ministero delle Verità” descritto da Orwell in 1984; la “neolingua” è il lessico comune dei media, del mondo dello spettacolo ( e anche della scuola)... la nostra libertà sta facendo una brutta fine.

Redazione

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