29/10/2015

Gender a scuola: Sostegno di ProVita ai genitori coraggiosi

Finalmente la stampa si è accorta della notizia che abbiamo dato l’11 ottobre scorso. Avevamo dato la nostra solidarietà a due genitori toscani coraggiosi, che di fronte alla lettura di fiabe gender nella scuola elementare della figlia, nell’indifferenza degli altri genitori, e di fronte all’impossibilità di dialogo con le istituzioni scolastiche si sono sentiti costretti a far cambiare scuola alla loro bambina.

Con questo comunicato stampa ribadiamo la nostra ferma indignazione per tale situazione. Segue rassegna stampa.

GENDER: SOSTEGNO DI PROVITA AI GENITORI CHE HANNO RITIRATO LA LORO FIGLIA DA SCUOLA

Diversi quotidiani hanno rilanciato la notizia data da ProVita l’11/10 scorso della decisione di genitori della Provincia di Massa Carrara che, dopo aver scoperto che alla scuola frequentata dalla loro bimba si svolgeva un progetto ispirato alle famose teorie gender, hanno deciso di ritirare la figlia dalla scuola e iscriverla a una scuola paritaria cattolica. Il progetto si chiama “Liber* tutt*”, è stato approvato e finanziato dalla Regione (con 78 mila euro) ed è rivolto ai bambini dai 5 anni in su.

Alessandro Fiore, portavoce di ProVita Onlus ha commentato: “Si dice che il progetto abbia lo scopo di insegnare ai bambini il rispetto delle diversità. In realtà sappiamo, come scritto anche nella presentazione del progetto, che prevede esplicitamente “un corso di formazione alla cultura di genere”; e corsi di formazione teatrale che intendono “declinare il tema della vocazione personale sul piano dell’identità di genere […] Il laboratorio vuole spingere i ragazzi a ripensare stereotipi e pregiudizi dei ruoli di genere, riscoprendo l’origine androgena e complementare dei due sessi e cercando di spiegarla come qualcosa di nuovo […]”. Del resto gli asterischi presenti nel titolo riflettono la preoccupazione tipicamente “gender” di non menzionare il genere delle parole impiegate. Educare al rispetto non significa dover confondere i bambini sulla loro identità sessuata”.

“Questo è solo il primo caso – afferma Toni Brandi, presidente di ProVita – ma diventerà sempre più necessario che i genitori affermino i loro diritti costituzionalmente garantiti riguardo all’educazione dei figli, attraverso azioni forti come quella di cui si è data notizia. In Francia, la reazione decisa di migliaia di genitori che avevano preso la stessa decisione sempre a causa di progetti gender ha avuto notevole successo, costringendo il Governo ad ascoltarli e a retrocedere. Ai genitori della Provincia di Massa Carrara va tutta la nostra solidarietà“.

Lo rende noto l’ufficio stampa di ProVita Onlus.

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