15/11/2016

Gender e bullismo a scuola: anche in Liguria un numero verde

Sul modello della Lombardia, anche la Regione Liguria  ha deliberato l’apertura di uno sportello per i genitori che denuncino episodi di bullismo, discriminazione, spaccio di droga e indottrinamento gender nelle scuole dei figli.

Ovviamente è insorto il centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle e l’Arcigay.

Il Secolo XIX riporta i commenti degli oppositori che aggrediscono il promotore dell’iniziativa, il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, accusandolo di oscurantismo, medievalità ecc. ecc.

Uno sportello per le famiglie che possano denunciare  bullismo, razzismo, vandalismo e  violenza andrebbe anche bene. Ma che denuncino indottrinamento gender no: “è gravissimo. Il ministero ha già precisato che non esistono insegnamenti simili nelle scuole”.

Continua il giornale: Rosso ha detto che lo «sportello è aperto a segnalazioni e richieste di supporto da parte dei comitati di genitori per denunciare episodi prevalentemente in ambiente scolastico di bullismo, razzismo, vandalismo, droga ma anche di promozione delle teorie gender». «Un baluardo – ha detto – contro le eventuali minacce al corretto sviluppo della personalità dei figli» e contro «proselitismi di teorie gender, da parte di soggetti preposti alla formazione dei ragazzi».

Nel leggere le proteste indignate, veementi – e anche abbastanza offensive – di tutti questi nobili paladini dei diritti umani c’è da preoccuparsi davvero. Ancora insistono che il gender non esiste: magari – per un ripassino – si può dare un’occhiata qui e qui e qui e qui); ancora insistono che i gusti sessuali sono tutti “naturali” (anche gli ecosessuali, ovviamente); e soprattutto, candidamente, danno per scontato che i genitori debbano accettare che qualcuno vada in classe a insegnarlo ai loro figli...

Queste persone evidentemente non vedono l’ora che anche la RAI proponga programmi che spiegano il transgenderismo e il cambiamento di sesso a bambini di sei anni, come fa la BBC.

E, “democraticamente” parlando, nessuno ha diritto di pensarla diversamente da loro, nessuno ha diritto di esprimere le proprie idee – se diverse dalle loro, e soprattutto l’ente pubblico non può preoccuparsi degli abusi e della violenza sui ragazzini: se la violenza è ideologica e serve a imporre idee deviate dalla natura e dalla ragionevolezza del comune buon senso, anche la violenza sui minori va bene?

Redazione


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