28/05/2014

Gesù, Vangeli e gay: indottrinamento gender anche nelle librerie cattoliche?

Gesù e le persone omosessuali”: mancava proprio questo libro di Paolo Rigliano a completare la biblioteca del perfetto indottrinatore di cultura gender.

Ma, non volendoci appunto far mancar nulla, eccolo qui! E’ disponibile anche nelle librerie cattoliche, come per esempio la Libreria del Santo a Padova.

Ecco la recensione pubblicata sul sito “Libreria del Santo”

La domanda di Papa Francesco: “Chi sono io per giudicare un gay?” ha aperto uno spiraglio nella riflessione all’interno della Chiesa e nel dialogo con il mondo. È caduto un tabù pesante: il silenzio e l’omertà su un tema invece che, come le pagine di questo libro dicono, non è mai stato estraneo al Vangelo. Tutto dipende da cosa vogliamo dire quando pronunciamo la parola “amore”. L’esistenza gay e lesbica non può non interrogare la sostanza del Vangelo riguardo al farsi prossimo nei confronti degli altri. Se l’amore è legge suprema dell’essere, se la relazione come benedizione e il dono di se stessi a chi è diverso da sé si concretizza innanzitutto nei confronti di chi è vittima di ostracismo sociale, allora i credenti sono chiamati in causa dal rischio di essere attori o complici di oppressione, concorrendo a determinare la violenza peculiare contro questa forma di amore. Il Vangelo di Gesù, infatti, scopre, assume, celebra il senso di ogni persona diversa, anche laddove il potere dominante – clericale o statale o sociale che sia – vede e impone abominio, perdizione, scandalo. Perché, altrimenti, cosa vuol dire annuncio di salvezza? Perché, altrimenti, qual è se non questa la scandalosa buona novella? Essa annuncia e opera la rottura di ogni ordine sociale basato sull’esclusione, di ogni opinione pubblica coercitiva e di ogni senso comune che nega dignità integrale a qualunque essere umano.

Il nucleo “teologico” fondante, secondo l’autore, è il concetto di “amore” che deve essere riscoperto tramite i Vangeli i quali celebrano il senso della diversità individuale e l’amore è la legge suprema dell’essere che si concretizza in una relazione, vissuta come benedizione e dono, con chi è diverso da sé. Questo anche laddove il potere dominante – clericale o statale- non accetti questo legame.

Non solo. Un buon credente dovrebbe, sempre secondo quest’interpretazione, combattere ogni forma di discriminazione e rompere l’ordine sociale che si basa sull’esclusione. In caso contrario si macchierebbe di complicità con chi contrasta questa forma di amore.

E tanti cari saluti alla famiglia naturale, alla procreazione, alla sacralità dell’unione di un uomo ed una donna.

Redazione

 

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