27/03/2015

Il Comune di Empoli impegnato nella distruzione della famiglia

Comunicato stampa della Manif Pour Tous di Empoli, che denuncia l’impegno dell’amministrazione nella distruzione della famiglia naturale e della società civile.

Oramai dobbiamo prenderne atto: l’amministrazione comunale di Empoli è scesa compattamente e convintamente in campo per sollecitare una rapida estensione alle coppie omosessuali non solo dell’istituto matrimoniale, ma anche di tutto quello che ne consegue in materia di adozione e di accesso alla genitorialità più o meno surrogata.

Il 25 marzo, responsabilità istituzionale e propaganda politica si sono misticamente fuse nell’evento che, con il patrocinio e la calorosa introduzione dell’assessorato alla Cultura, si è svolto nella sala del cinema La Perla.

Le forze dell’ordine non si sono viste. Non ce n’era bisogno, a riprova del fatto che non tutti hanno la stessa idea dei diritti. Tra gli altri, anche quello di manifestare le proprie opinioni in santa pace e senza bisogno di scorta. Più o meno nelle stesse ore, le Sentinelle in piedi facevano a Firenze un’esperienza di segno opposto, dietro il cordone protettivo predisposto opportunamente da Polizia e Carabinieri. Ma quella è un’altra storia.

Doveva esserci un dibattito, come momento preparatorio alla proiezione del docu-film “Lei disse sì”, presenti in sala Lorenza Soldani e Ingrid Lamminpaa, ovvero le due protagoniste, una coppia lesbica fiorentina che di recente – come appunto racconta la pellicola – ha formalizzato l’unione in un paese scandinavo. Invece del dibattito, si è vista una breve rassegna di persone “tremendamente moderne” che con indubbia civiltà e con soave leggerezza si sono divertite a trasformare in caricatura le ragioni di chi ancora, a cominciare dalla Chiesa, si ostina a difendere il diritto di un bambino ad avere un babbo e una mamma.

Bludental

Facilmente, l’argomento di chi ritiene che il vincolo emotivo, da solo, non possa essere il fondamento di un matrimonio, è stato trasformato nella difesa del diritto a sposare un cane o un aspirapolvere. Inesorabilmente, a don Guido Engels è stata attribuita una brutale equiparazione tra omosessualità e tendenza suicida. Inutile ricordare come il Proposto avesse invece fatto riferimento a un recente studio che con argomentazioni piuttosto solide mostra l’alta incidenza dei suicidi – incidenza superiore alla media – tra i giovani cresciuti in coppie omosessuali. Inutile ricordarlo a chi appare ostinatamente intrappolato, anche dal punto di vista estetico, nello stereotipo del paladino dei diritti civili. Visto uno, visti tutti. Ascoltato uno, non c’è bisogno di ascoltarne altri.

Non così con l’assessore Eleonora Caponi, dati i suoi espliciti e frequenti riferimenti al mondo cattolico. E non solo in termini strettamente elettorali. Quello che stupisce, tuttavia, non è la sua decisione di “fare propria – come ha ricordato introducendo l’evento – la battaglia che il sindaco Brenda Barnini sta conducendo in nome dei diritti civili”. Non senza una certa fatica, possiamo comprendere i suoi obblighi di lealtà politica. E se ce la mettiamo tutta, arriviamo persino a intuire come il concetto di laicità possa, alle volte, trasformarsi in un criterio di realismo politico. A questi sforzi, ci hanno abituato tanti cattolici adulti che hanno attraversato la scena pubblica italiana.

Quello che resta difficile da mandare giù, è piuttosto l’apparente mancanza di sussulti dell’assessore davanti a una serata che ha tolto ogni consistenza all’esperienza viva di migliaia di genitori, banalizzando un dibattito inevitabilmente serio. Stupisce il suo silenzio composto davanti a uno show che ha trasformato in parodia un magistero millenario, dagli apostoli fino a papa Francesco, che insistentemente lancia appelli a difesa della famiglia naturale. L’ultimo risale a non più tardi di sabato scorso.

La Manif Pour Tous Empoli

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