22/10/2014

Le notizie “vere” sull’ aborto

Nei giorni scorsi, come accade ogni anno, di questi tempi, i giornali hanno illustrato i dati della Relazione sull’attuazione della legge 194 del 1978, con titoli del tipo: “Calano gli aborti”, “Si conferma la tendenza storica alla diminuzione dell’IVG in Italia”. Avvalorano, con un’enfasi dolosa, la tesi della cultura dominante che quella legge omicida abbia concorso a contenere il numero degli aborti.

Certo, se si parla di aborto e ci si riferisce solo a quei dati, i “conti” sembrano tornare: nel 2013, sono state notificate 102.644 interruzione volontarie di gravidanza (le chiamano così, per edulcorare le soppressioni delle vite umane), con un decremento del 4.2% rispetto al dato definitivo del 2012 (107.192 casi).

Il tasso di abortività (numero di aborti 1.000 donne tra 15-49 anni), nel 2013 è risultato pari a 7,6 per 1.000, con un decremento del 3.7% rispetto al 2012 (7.9 per 1000). Il rapporto di abortività (numero di aborti per 1000 nati vivi) nel 2013 è risultato pari a 203,8 per 1.000, con un incremento dello 0.3% rispetto al 2012 (203,1 per 1.000). Tra le minorenni, il tasso di abortività nel 2012 è risultato pari a 4,4 per 1000 (nel 2010-11 era 4,5). La 194 risulta essere anche una legge “efficiente”, perché la relazione afferma che sono in diminuzione i tempi di attesa e il monitoraggio relativo all’obiezione di coscienza – con buona pace di coloro che in maniera forsennata conducono campagne contro, perché impedirebbe l’applicazione della legge – fa emergere il dato che gli aborti vengono effettuati nel 64% delle strutture disponibili, con una copertura soddisfacente, tranne che in due regioni molto piccole e il numero dei non obiettori nelle strutture ospedaliere risulta soddisfacente.

Se in questo paese si dovesse parlare seriamente di aborto, si dovrebbe fare riferimento oltre ai 100mila esseri umani abortiti “ufficialmente” ogni anno grazie al sostegno e al finanziamento della legge 194 (quasi 6 milioni, nel totale, dal ’78 ad oggi); alle centinaia di migliaia di vittime della norlevo (il pesticida del giorno dopo), della pillola dei 5 giorni dopo, della ru486 e di altre forme di aborto chimico; alle centinaia di migliaia di embrioni umani – “grumi di cellule”, li chiamano – morti durante i diversi tentativi di impianto per realizzare la fecondazione artificiale (grazie ad un’altra legge dello Stato, la numero 40 del 2004; alle decine di migliaia che grazie alla medesima legge vengono ogni anno congelati; alle centinaia di migliaia di bambini che non nascono grazie all’uso della spirale e della pillola EP.

E’ una strage. Altro che “numero di aborti che cala”. Il tutto si realizza nell’indifferenza quasi generale, che asseconda una cultura di disprezzo della vita che non si stanca di operare. Chissà se nei prossimi vademecum dell’UNAR saranno diffuse per i bambini delle elementari – accanto all’insegnamento della “teoria del gender” – notizie “vere” relative a questa cultura della morte, che va tanto di moda.

Danilo Quinto

 

 

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