In passato abbiamo parlato in modo critico della Carta del Coraggio pubblicata dai giovani scout dell’Agesci in occasione della Route Nazionale tenutasi ad agosto 2014.
Era, in alcuni passi, intrisa di quella mentalità ideologizzata e politicamente corretta aperta all’omosessualismo e al gender, che ci sembrava poco in sintonia con i valori di un’associazione educativa cattolica.
Molti hanno preso le distanze, da quel documento. E abbiamo pubblicato la nota stampa dell’AGESCI che commentava la cosa in modo non proprio chiaro. Più volte siamo tornati sull’argomento.
Oggi ospitiamo volentieri la risposta a quella Carta e a quella mentalità che proviene da alcuni ex capi scout/genitori ora appartenenti ad un gruppo famiglie dell’Emilia Romagna. Terminato il servizio come educatori, continuano a vivere un cammino di fede come comunità di adulti insieme alle loro famiglie, sempre richiamandosi ai valori dello scoutismo.
Hanno scritto una lettera aperta, ad adesione libera, rivolta all’AGESCI dove mettono in luce i vari punti problematici della Carta e le mancanze che vi sono a monte. Hanno chiesto un confronto e una presa di posizione chiara da parte dell’Associazione, dal momento che la Carta continua ad essere diffusa e proposta come strumento di lavoro.
Sono preoccupati per “la “deriva” individualista e relativistica e la grande superficialità con cui si affrontano i temi etici fondamentali – come la famiglia, le convivenze, il divorzio e l’omosessualità – che emergono con chiarezza dalla Carta del Coraggio e, a distanza di mesi, per l’assenza di una risposta chiara e coerente da parte dei capi dell’Associazione”.
Cliccando sul link potete leggere integralmente la lettera aperta. Raccomandiamo chi fosse interessato a visitare il sito dove è pubblicata, insieme ad altri documenti, a sottoscriverla e – se lo ritengono – avviare un confronto sano e costruttivo con coloro che l’hanno predisposta e sottoscritta finora.
Redazione
