01/06/2014

Magistratura Democratica: procedere verso matrimonio gay ed omogenitorialità

Per la prima volta in assoluto una parte organizzata della Magistratura prende posizione a favore del matrimonio gay e dell’omogenitorialità.

Magistratura Democratica, l’associazione che riunisce i magistrati dichiaratamente di sinistra, è arrivata ad organizzare un convegno il 30 maggio a Roma per analizzare le strategie migliori per raggiungere quello che definiscono un diritto fondamentale, quello della lotta alla discriminazione delle famiglie gay, senza la cui concessione “una democrazia non funziona”.

Anna Canepa, sostituto procuratore della Direzione Nazionale Antimafia e segretario generale di Magistratura Democratica, afferma: “Sinora i giudici italiani si sono pronunciati su singole e specifiche vicende, dalle richieste di soggiorno per il coniuge, allo status di rifugiato per i gay perseguitati nel proprio paese, alla tutela risarcitoria in caso di morte del convivente. E soprattutto hanno negato che l’omosessualità possa essere motivo per rifiutare l’affidamento dei figli, escludendo inoltre che tra i requisiti fondamentali del matrimonio debba esserci per forza la diversità di sesso degli sposi. Ma non basta. Proprio la decisione di Grosseto pone oggi sul piatto la questione del matrimonio e dunque della piena uguaglianza: si apre una partita assai complessa.”

Secondo la responsabile di Magistratura Democratica, infatti, i riferimenti giuridici per introdurre il matrimonio omosessuale e la possibilità di avere figli per queste coppie vi sarebbero tutti. Nell’ambito del convegno hanno ripercorso tratti della Costituzione, dei trattati europei, della Convenzione europea dei diritti umani letti nell’ottica del diritto di uguaglianza, la tutela della dignità della persona e delle relazioni che vengono intrecciate. La Canepa arriva ad affermare che “La parola matrimonio per il diritto include sia l’unione tra persone di diverso che dello stesso sesso”.

In tal senso, in attesa che il Parlamento si muova nella direzione da loro auspicata o che la Corte costituzionale promuova un’effettiva uguaglianza, l’associazione dei magistrati di sinistra guarda con favore sentenze come quella del Tribunale di Grosseto.

Redazione

 

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