26/03/2015

Matrimonio gay: prima approvazione al Senato

La Commissione giustizia del Senato ha approvato il ddl Cirinnà, quello che istituisce il matrimonio gay.

Anche se lo chiamano “unione civile”, lo sanno TUTTI, che è solo un escamotage per tener buoni coloro vogliono farsi imbambolare, e per non violare formalmente l’art.29 Cost.

Ma sostanzialmente è matrimonio a tutti gli effetti. Comprese le adozioni. Anche qui nelle pieghe della legge, e con il contributo della giurisprudenza italiana e della CEDU, se passano definitivamente le “unioni civili”, avremo a breve anche l’adozioni per single e per coppie di ogni genere.

Sui giornali, per esempio qua, si può leggere che PD e Grillini hanno votato compatti.

Ma Renzi non era quello che al family day del 2007 diceva che “per difendere la famiglia non serve essere cattolici”?

Oggi, alle 13, poco prima della votazione, noi di ProVita eravamo in Senato, a una conferenza stampa indetta dalla Manif Pour Tous (Filippo Savarese), dal Forum delle Famiglie (Simone Pillon) e dall’Associazione famiglie numerose (Maria Cristina Carturan).

sacconi
Simone Pillon, Carlo Giovanardi,
Maurizio Sacconi

Erano presenti i Senatori Giovanardi, Sacconi e Gasparri, che hanno promesso che daranno battaglia a questa “mostruosità giuridica”, presentando emendamenti e se necessario facendo ostruzionismo. Hanno anche chiarito che NON ACCETTERANNO ALCUN TIPO DI COMPROMESSO: non è possibile accettare alcun tipo di riconoscimento giuridico alle coppie omosessuali.

Si poteva discutere – eventualmente – di diritti INDIVIDUALI riconosciuti a chi convive. Ma qualsiasi riconoscimento legale della coppia, equivale sostanzialmente a matrimonio. Ed è dimostrato dalle esperienze degli altri paesi  (da ultimo Austria e Germania).

Dal canto loro i rappresentanti delle associazioni, con le quali Pro Vita è schierata da tempo, hanno detto che è giunta l’ora della mobilitazione della società civile.

gasparri
L’intervento di Maurizio Gasparri

La famiglia non può essere disgregata così: da un punto di vista antropologico, il fondamento della società è la coppia atta alla generazione. Ogni individuo costituzionalmente, naturalmente, fisiologicamente è volto alla ricerca della propria origine: per crescere ha bisogno di sapere da chi viene. E per crescere in modo equilibrato ha bisogno di rapportarsi con una mamma femmina e un papà maschio.

Da un punto di vista giuridico, quindi, il matrimonio gay calpesta il diritto dei bambini ad avere una madre e un padre.  E’ un discorso naturale, quasi banale, tanto è evidente. Ma siamo costretti a ripeterlo e a darne conto (... sguainando le famose spade di cui parla Chesterton...).

Eppure, è certo che è una minoranza, ideologizzata e nichilista, che vuole imporre questa “rottura”, non perché interessata a far valere i “diritti” dei gay, ma proprio perché tesa ad imporre un’ideologia destrutturante e disumana.

Maria Cristina Carturan
e Filippo Savarese

Infatti, la maggioranza degli omosessuali non cerca né figli, né matrimonio (si vedano da ultimo le dichiarazioni di Stefano Gabbana).

A questo punto una grandissima responsabilità grava su ciascuno di noi: dobbiamo riempire le piazze, dobbiamo mobilitarci in ogni occasione possibile, rispondere compatti agli appelli di tutte le associazioni e i gruppi che si battono per i diritti dei bambini. Dei nostri bambini.

I Francesi sono scesi in piazza dopo che è stato approvato “le marriage pour tous”. Noi dobbiamo farlo prima che questo sciagurato progetto di legge Cirinnà ottenga l’approvazione di tutti e due i rami del Parlamento.

Francesca Romana Poleggi

Bludental

 

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