13/02/2014

Nichi Vendola e le politiche abortive

La Puglia – governata dall’ultimo comunista del terzo millennio, a parte qualche dittatore sparso qua e là sul pianeta – è la regione del centro sud con il più alto tasso di aborti nelle ragazze con meno di venti anni. E’ uno dei dati che emergono dalla ricerca “Eros, educazione, ricerca, orizzonte, sessualita’” realizzata dall’Universita’ di Bari, dall’Ufficio scolastico regionale e dall’associazione La bottega dell’ orefice, presentata a Lecce nel mese di febbraio 2013.
Nel 2011, in Puglia, 387 ragazze di età compresa fra i 15 ed i 17 anni hanno fatto ricorso all’interruzione volontaria di gravidanza. Di queste, 36 avevano meno di 15 anni e questo significa che il tasso di abortività delle ragazze pugliesi fra i 15 ed i 17 anni è pari a 5.9: hanno fatto ricorso all’aborto 5.9 ragazzine ogni mille. In Italia, il tasso di abortività registrato fra le ragazze tra i 15 e I7 anni è stato di 4.5, al Sud, di 4.1. In Puglia, nello stesso anno, il tasso di abortività fra le ragazze con meno di 20 anni è stato di 7.7, il più alto fra le regioni del centro e del sud Italia. Per questa fascia d’età, il tasso di abortività medio italiano è 6.4. Il tasso di abortività generale in Puglia è stato, nel 2011, pari al 9.6, nel 2012 del 9.4, a fronte di medie nazionali di 8.0 e di 7.8 e di 7.7 (nel 2011) e di 7.4 (nel 2012) in Italia meridionale. La Puglia continua a detenere il primato italiano per aborti recidivi: sono il 31.8%. Il tasso di crescita naturale, la differenza tra il tasso di natalità e quello di mortalità, è sceso nella regione di Vendola in 5 anni, dal 2006 al 2011, dall’1,3% allo 0,2%. In due province, Lecce e Brindisi, è addirittura negativo: il numero dei morti supera quello dei vivi.
La Puglia, oltre ad essere tra le prime regioni d’Italia per numero di aborti procurati, è la prima regione del sud per l’uso della pillola abortiva RU486: La Nordic Pharma, l’azienda che distribuisce la pillola abortiva RU 486 in Italia, ha diffuso, all’inizio del 2013, le statistiche di utilizzo regione per regione: circa il il 50% (4.848) del totale delle confezioni vendute, sono state distribuite in tre Regioni: Piemonte (2.322), Puglia (1.486), Toscana (1.040). La regione Puglia, che è seconda in assoluto nella classifica, fin dal 2006 ha reso possibile sperimentare la pillola abortiva in due ospedali pubblici regionali.
Il Presidente della Regione Puglia non fa mancare le sue esternazioni contro il diritto all’obiezione di coscienza alla legge 194 in tema di aborto e qualche mese fa decide di rispolverare una delibera che aveva fatto adottare dalla sua giunta nel 2009, che proibisce ai medici obiettori e alle ostetriche obiettrici di coscienza di svolgere la professione all’interno dei consultori, in nome del “potenziamento del percorso di nascita” (!), portando avanti la riforma del sistema consultoriale e inserendo nuovi medici, tutti non obiettori e definendola una “piccola rivoluzione”.
Sono queste scelte politiche a determinare e favorire la denatalità, che ha come conseguenza l’esplosione dell’indice di vecchiaia della popolazione pugliese, al 15%, tre volte superiore alla media italiana. Tutto questo con una ricaduta fortissima in termini di sviluppo – strettamente legato, come tutti sanno, al numero dei bambini che nascono – perché se per dieci anni, tanto è durata fino ad ora l’”esperienza Vendola”, si adottano queste politiche, i frutti, prima o poi, si raccolgono. Come ha insegnato Benedetto XVI, la crisi economica è solo una conseguenza della crisi dei principi morali nella quale siamo immersi.

di Danilo Quinto

Festini

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