17/04/2015

“Non si tocca la famiglia” e l’ educazione al rispetto delle differenze

Riportiamo il comunicato stampa dell’Associazione Non si tocca la famiglia, in risposta alle accuse di coloro che difendono i progetti gender nelle scuole, perché volti alla prevenzione del bullismo omofobico.

Come per esempio, quelle sul corrieredellacità.com, delle deputate del Partito democratico, Ileana Piazzoni e Laura Coccia, che hanno difeso il progetto del liceo Meucci di Aprilia, dove ha fatto lezione agli studenti l’Agedo (Associazione dei genitori di ragazzi omosessuali), e che L’Associazione Non si tocca la famiglia ha criticato severamente  sulle pagine de La Croce. 

Con grande sollecitudine educativa rispondiamo alle deputate del Pd, sapendo che hanno a cuore come qualunque uomo di retta coscienza, il bene della persona e quindi sostengono, quanti lavorano e si spendono perche’ questo si realizzi.

Su questa priorita’ sottoscriviamo la necessita’ di proporre iniziative volte ad una sana lotta contro qualunque forma di discriminazione, nella scuola come nella società civile.
Proponiamo e stiamo attuando percorsi di sensibilizzazione per una cultura del rispetto, proprio a partire dall’educazione che le famiglie dovrebbero offrire ai propri figli , bambini e ragazzi, uomini di oggi e di domani, affinché costruiscano relazioni di qualità, nel rispetto della dignità di ogni individuo.

Il nostro impegno e’ diretto verso questa difesa della persona, vista nella sua accezione più profonda.

Posto che non occorre stare sotto bandiere di sinistra o di destra, dichiararsi atei piuttosto che religiosi, per sentire un diktat profondo teso a valorizzare minoranze e differenze come una ricchezza, riteniamo importante sottolineare la natura apolitica , apartitica, aconfessionale, della nostra Associazione.

Tuttavia siamo solidali con tutti coloro che desiderano servire l’uomo e non le sovrastrutture che troppo spesso lo impoveriscono.

Portiamo avanti un progetto basato su buone prassi di educazione affettiva, di rispetto delle differenze, perché solo così può essere accolta la differenza... tenendo conto delle innumerevoli discriminazioni sofferte da questa società’ iperindividualista, tentiamo di contribuire ad una società più libera, ponendo particolare attenzione, al disagio dell’uomo di oggi, per sollevarlo dall’inconsistenza di certe ideologie.

Bludental

Peccato si strumentalizzi il Papa nella nota affermazione, spesso manipolata in cui dice : “..se una persona omosessuale cerca veramente il Signore chi sono io per giudicarla?”, frase che condividiamo, ma che non ha nulla a che vedere con l’ideologia del gender.

Crediamo vera questa espressione non solo perché pronunciata dal Papa, ma perché riteniamo, non vi sia un solo uomo sulla terra che meriti etichette o giudizi per il solo fatto di vivere la sua esistenza alla ricerca di un percorso di senso.

Allo stesso tempo il Papa, che continuiamo a citare visto che le deputate lo hanno chiamato in causa, nella giornata di mercoledì 15 aprile, dopo aver definito il gender poco tempo fa una colonizzazione ideologica, ha dichiarato che non venga però imposta ad una società intera, la volontà di instillare dubbi e scetticismo, espressione di una frustrazione.

Appare ancor più doveroso sottolineare come lo stesso Pontefice, nella medesima circostanza, abbia affermato anche che la teoria del gender è espressione, di una rassegnazione che nell’azzeramento della differenza sessuale dimostra di non sapersi più confrontare con essa.

Parole inequivocabili, che niente hanno a che vedere con la misericordia cristiana; qui è in gioco il rapporto tra natura e cultura.

L’ideologia del gender, continua ancora il Pontefice “rappresenta il rischio di fare un passo indietro, infatti la rimozione della differenza, è il problema non la soluzione.”

Il Papa, ha invitato gli intellettuali a non disertare il tema, gente che con la fede non necessita di alcun legame, ma è invitata a pronunciarsi perché non è in atto una battaglia ideologica, forse più presente in certe realtà della politica, ma una battaglia di buon senso, su basi di ragione e di consapevolezza.

Ci dispiace deludere coloro che non perdono occasione di affermare che questa ideologia non esiste, che è una pura invenzione; il gender esiste eccome e sembra proprio che non siamo i soli a riscontrarlo.

Rifiutare l’ideologia del gender, non significa attaccare l’ omosessualità, sarebbe quindi opportuno evitare allineamenti indebiti, ma denunciare che la concezione antropologica unisex che appiattisce l’identità’ , la disperde, la svilisce in una visione queer, produce solo persone straniere a se stesse.

La rimozione della differenza, che al momento nelle scuole sta veicolando nei bambini e nei ragazzi un autodeterminismo autorizzato, pensiamo che come sopra citato dal Papa,” esalti il problema tra le differenze, non sia affatto la soluzione.”

Oggi l’uomo e’ discriminato perché immigrato, perché cristiano e soggetto a persecuzione, perché disabile, perché’ omosessuale, perché down, perché grasso, perché povero e senza lavoro, per questo spesso spinto al suicidio: quanti figli di suicidi per lavoro, abbiamo nelle nostre scuole...

L’Uomo privato della sua dignita’ perché costretto a vendersi nelle molteplici forme a noi tutti, tristemente note, solo e scartato perché vecchio e in una società efficientista, dove vali solo se consumi e produci.

Perche’ se chiamiamo le cose per nome, le fobie sono davvero senza numero.

Oggi, purtroppo, stiamo assistendo a crescenti forme di discriminazione in danno di persone e coppie eterosessuali, sempre più relegate al marginale e impalpabile ruolo di comparse nel cast del “politicamente corretto”.

Non esiste l’omofobia come unica emergenza del Paese, tale da giustificare valanghe di finanziamenti che non lasciano un solo euro alle vere emergenze nella scuola, ben presenti agli occhi dei dirigenti scolastici, docenti, genitori e alunni.

Ribadiamo che l’omofobia va seriamente combattuta, ma non sono affatto condivisibili quelle strategie messe in campo per generare confusione nella sfera sessuale dei ragazzi e respingiamo nel modo più assoluto quelle ancor più gravi che vedono coinvolti i bambini delle scuole materne ed elementari.

Non ci piace questa Europa che detta legge su ogni fronte, quindi evitiamo di citarla come il guru del progresso: nei paesi nordici ricchi e patrie del gender, i tassi di suicidio sono ancora altissimi.

Si abbia l’onesta’ intellettuale di riconoscere che per educare al rispetto e all’accoglienza dell’altro, la scuola si e’ sempre fatta garante di un clima gay friendly: da quando le associazioni lgbt e solo loro, senza possibilità di contraddittorio, sono garanti di tutto ciò nel nostro Paese?

Ci sfugge il momento in cui siano state investite di tale ruolo e perche’ sia stato dato solo a loro.

Perché non vi è spazio per altre realtà educative, che promuovano il rispetto, tenendo alta l’attenzione su questi temi? Quando risponderete a questa fondamentale domanda? Auspichiamo e chiediamo con forza che ci siano momenti di confronto.

Come associazione ringraziamo quanti si stanno offrendo per un confronto sereno e fondato sull’onestà intellettuale di tanti laici, pensatori , studiosi: uno fra tanti, il professore Stefano Zecchi che ringraziamo per il contributo significativo dato alla tematica, in molti suoi interventi.

Siamo aperti e disponibili ad accogliere, incontrare idee, posizioni, saperi con chiunque ci chieda un confronto sereno ed aperto tra le parti, sempre e comunque da noi ricercato e auspicato.

Associazione NON SI TOCCA LA FAMIGLIA

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