05/02/2015

Omofobia – A Trento l’opposizione frena l’approvazione del ddl

Ciò che accade nella Provincia di Trento, dove si discute un disegno di legge provinciale simile al ddl Scalfarotto contro l’omofobia, potrebbe essere considerato un fatto di portata locale.

In realtà la cosa non va sottovalutata. E’ una prova generale di ciò che dovrebbe accadere su scala nazionale tra non molto.

Tenere sotto controllo la situazione, e – soprattutto – far sentire ai consiglieri dell’opposizione tutto l’appoggio e la solidarietà di cui è capace la società civile è molto importante per tutelare non solo la libertà dei Trentini, ma quella degli Italiani tutti.

In diretta dal Consiglio Provinciale di Trento, riportiamo i punti salienti degli interventi dei consiglieri dell’opposizione, che stanno facendo quanto è in loro potere per fermare detto disegno di legge contro l’omofobia.

La discussione del punto 7 dell’Ordine del giorno è iniziata alle ore 15:22.

BORGA: “Eravamo rimasti all’articolo 8. Ricordo che un grande scrittore, Chesterton, diceva che verrà un giorno in cui “spade saranno sguainate e fuochi attizzati per dimostrare che due più due quattro”. Ecco oggi, quel giorno è arrivato perché di questo si tratta. Dobbiamo dimostrare la realtà. Non abbiamo spade da sguainare e fuochi da attizzare, ma abbiamo emendamenti. Ho letto sulla stampa, oggi, che il collega Baratter ha dichiarato che, anche a costo di stare qui dodici giorni, questo disegno di legge sarà approvato. Lo tranquillizzo: in dodici giorni, forse, sarà approvato l’articolo 1”.

BEZZI: “Questo disegno di legge è una forzatura, su un tema che non è sentito dalla popolazione trentina. Non ci sono – come del resto osservato anche dal Difensore Civico – situazioni di omofobia. Invito dunque la sinistra a fare un passo indietro su questa legge, che sarebbe solo una bandierina. La gente non ne sente l’esigenza. Sono contrario al metodo scelto dalla sinistra”.

CIA: “Vorrei chiarire subito che i miei interventi non sono finalizzati al giudizio di alcuno, ma vogliono sottolineare l’assurdità di questa legge. Non lo dico io, che sono un infermiere, lo dice anche il Difensore Civico, che ha dichiarato di non comprendere la finalità di una simile disciplina rispetto ai contenuti dei vari articoli. Mi fa piacere che in Aula ci sia anche il Presidente Rossi, che mi auguro sia sempre presente, perché è lui che ha sostenuto, con la sua azione, – non so su che basi – che questa legga debba impegnare il nostro Consiglio per giorni”.

CIVETTINI: “Intervengo volentieri su questo tema. Mi piacerebbe sapere da alcuni colleghi, qui presenti in aula, che hanno a che vedere con quell’ideologia gender che non solo qui, ma anche a livello parlamentare si sta cercando di portare avanti nonostante alcune opposizioni, come la petizione portata avanti da ProVita; sarebbe stato bello se il Presidente Rossi, in campagna elettorale, avesse spiegato che intendeva appoggiare una legge sul gender. Noi siamo qui per difendere il futuro delle nostre famiglie ed il loro diritto di poter scegliere. Non voglio che ai nostri nipoti sia insegnato a masturbarsi in classe!”

GIOVANAZZI: “Noi staremo in Consiglio fino a martedì. Stiamo cinque giorni in consiglio per niente, senza decidere nulla. E anche se decidessimo, non decideremmo su nulla che riguarda l’economia trentina. Ma se resteremo qui – con i costi anche collettivi che ne conseguiranno – sarà responsabilità della maggioranza. Sono pronto a fare ostruzionismo”

FUGATTI: “Se i trentini scopriranno che staremo anche qui sabato e domenica a parlare di omofobia, si arrabbieranno. Se stiamo qui sabato e domenica non faremo il bene di nessuno, il muro contro muro non porterà da nessuna parte. La maggioranza farà una figuraccia a tenerci qui a discutere un ddl che, a nostro modo di vedere, mira non ad un orientamento bensì ad un disorientamento sessuale all’interno delle scuole.”

Redazione

 

 

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