30/11/2012

Silenzio su aborto e eutanasia. Cattolici delusi da Bersani e Renzi

Si spengono i riflettori nello studio dal quale la Rai ha trasmesso il dibattito tra Pierluigi Bersani, segretario del Partito Democratico, e il sindaco di Firenze Matteo Renzi, e resta – almeno per le cose di cui scriviamo – un senso di irrisolto. Sui temi etici, infatti, i due candidati sono stati abbastanza sfuggenti e probabilmente la maggioranza degli spettatori non avrà avuto il tempo per rendersi pienamente conto della proposta sulle unioni all’inglese (Renzi) contrapposta a quella sulle unioni alla tedesca (Bersani). Per il resto niente domande su aborto, fine vita, eutanasia, legge 40. Sembra che questa campagna per le primarie sia stata completamente incentrata sul matrimonio omosessuale (o unione, o patto, o come lo si vuole chiamare) e che i temi etici della società italiana siano ormai riconducibili a questo problema. Una visione probabilmente riduttiva delle tematiche che riguardano la sfera più intima della vita degli italiani.

TEDESCO O INGLESE, QUASI UGUALI. NODO ADOZIONI – Ma vediamo i due tipi di unione. Nel caso delle civil partnership britanniche, la coppia gay o lesbica può registrarsi a 16 anni (ma fino ai 18 serve il permesso del genitore o del tutore, potete scaricare lo specchietto in inglese da questa pagina). Permettono di adottare un bambino esattamente come una coppia eterosessuale e parificano diritti e doveri a quelli di una coppia sposata con rito civile. Sono state introdotte nel 2004, uno dei più noti i civil partner è il cantante Elton John. Attenzione, però: i tribunali di Sua Maestà hanno chiarito nel 2006 che non sono da chiamarsi matrimonio perché il matrimonio è solo una relazione tra uomo e donna e tale è conosciuta da sempre, bocciando così la richiesta di trascrizione del matrimonio contratto da due lesbiche in Canada tre anni prima.
Dall’altro lato il modello tedesco, introdotto nel 2001 e aggiornato nel 2004, concede alle coppie dello stesso sesso quasi tutti i diritti delle coppie etero sposate, ma esclude l’adozione congiunta e i benefici fiscali. Il 22 ottobre 2009 la Corte Costituzionale tedesca ha stabilito, in nome del principio di uguaglianza, che le coppie dello stesso sesso devono avere gli stessi diritti di quelle sposate. Ad oggi, però, la politica tedesca non ha ancora tradotto in legge quanto deciso dai giudici costituzionali, e Angela Merkel non ha mai voluto esprimersi sull’argomento. Gli ermellini tedeschi, però, il 17 agosto 2010 sono andati avanti e ha no deciso che il partner superstite di un’unione civile deve pagare la stessa tassa di successione prevista per le coppie eterosessuali. Questo, al momento, è lo stato dell’arte su questo tema che Bersani e Renzi hanno solamente accennato. Insomma, la differenza sarebbe solo sulle adozioni gay, che però sia Bersani che Renzi non vogliono (ma non lo hanno detto in diretta).

EUTANASIA E LEGGE 40 – In tema di eutanasia, come già espresso nel corso del confronto a 5 sulla rivista “Le Scienze” 22 novembre scorso, Bersani ha detto: “Sulla base dell’articolo 32 della Costituzione sono contrario ad una eutanasia che preveda un ruolo attivo del medico nell’interrompere la vita. Purtroppo sul tema del fine vita l’attuale Parlamento ha elaborato e approvato nelle prime due letture, con il voto del PD compattamente contrario (in realtà, osserva Avvenire, che sia alla Camera sia al Senato alcuni esponenti del Pd hanno votato a favore della legge sulle Dat, senza farne mistero, N.d.R.), un testo inaccettabile e incostituzionale, non rispettoso della dignità della persona, che ora si trova al Senato per l’ultima lettura (la legge sulle Dat piace invece al presidente dei vescovi italiani, Angelo Bagnasco, N.d.R.). Ci auguriamo non segua il destino della legge 40, altra legge ideologica e odiosamente classista approvata due legislature fa a colpi di maggioranza e ora pezzo per pezzo smontata dalle sentenze di tribunali europei e italiani. La fecondazione assistita, in tutti i paesi più avanzati viene regolata sulla base di linee guida di buona pratica clinica e quindi con la garanzia di ridurre al minimo i rischi per la donna, il nascituro e la stabilità della famiglia. Ci impegneremo in tal senso nella consapevolezza che solo un metodo scientifico appropriato può permettere di affrontare temi così delicati coniugando l’interesse generale con quello delle singole persone”. Per Renzi, invece: “In materia di fecondazione assistita – Legge 40 – è necessaria una revisione della normativa, perché essa presenta criticità e incoerenze più volte evidenziate, ad esempio dalla Corte europea dei diritti umani di Strasburgo. Questa revisione dovrà partire da una valutazione del grado di coerenza della legge rispetto al contesto giuridico in cui essa si colloca. Si propone, inoltre, la costituzione di una apposita autorità che possa agire in Italia sul modello della Human Fertilisation and Embryology Authority che nel Regno Unito decide caso per caso. Il testamento biologico è parte integrante del nostro programma”. E sull’eutanasia: “Nel pieno rispetto dell’articolo 32 della Costituzione, proponiamo di riconoscere la libertà di ciascuno di indicare sino a che punto si intende essere sottoposti a terapie nel caso si perda la coscienza e la capacità di esprimersi senza una ragionevole speranza di recupero. La nutrizione e l’idratazione artificiale siano garantite per tutti coloro che non le rifiutino esplicitamente nelle dichiarazioni anticipate di trattamento”. In sostanza: mentre sull’eutanasia Bersani non vuole l’intervento attivo del medico ma condanna la legge sulle Dat, le disposizioni anticipate di trattamento, aprendo peraltro al superamento della legge 40, Renzi si dimostra a favore delle Dat. Non solo: si mostra nettamente contrario a un nuovo caso Englaro, proibendo l’interruzione dell’alimentazione e del l’idratazione (per la bioetica cattolica idratazione e alimentazione sono le premesse minime per garantire la dignità dell’esistenza umana), purché non sia il malato stesso a chiedere di morire di fame e sete. Niente eutanasia, sembra di capire, al limite delle espresse dichiarazioni contro l’accanimento terapeutico eventuale. Quanto all’autorità che vorrebbe sulla falsariga inglese, Avvenire ricorda che sarà chiusa l’anno prossimo. Su questo il sindaco di Firenze arriva tardi.

RONCALLI E I CHIERICHETTI– Nemmeno una parola su Imu alla Chiesa e rapporti con la Santa Sede e le altre religioni (Islam in primis). Dopo gli anni berlusconiani in cui non sono mancati a destra onorevoli vari ed eventuali in buona e mala fede contigui alla Gerarchia (a sinistra vennero i cattolici adulti e Paola Binetti, oggi nell’UDC), i candidati Pd volano basso. Renzi, anzi, coglie l’occasione per sfotticchiare Bersani quando ricorda lo “sciopero dei chierichetti” (protestò contro il parroco che gli requisiva le mance) e il segretario del Nazareno chiede scusa all’oggi defunto parroco del suo paese che da bambino boicottò (ma il parroco ebbe modo di suonare le campane a festa quando Pierluigi divenne ministro). E Renzi gli ricorda: “Hai cominciato con Papa Giovanni...”, citando il richiamo ad Angelo Roncalli fatto da Bersani al dibattito tv del 23 novembre scorso. Ma Bersani assesta la carota (dopo il bastone sulle unioni alla tedesca, anche se benedette da Rosi Bindi e sgradite a Pierferdinando Casini) quando ricorda en passant il suo intervento all’Idi (l’istituto dermatologico cattolico in forti difficoltà economiche) e la necessità di vedere il mondo dal punto di vista dei bambini. Un messaggio molto rassicurante, che fa leva sulla tenerezza contro lo stile a lingua sciolta in simil-Obama di Matteo. Che saluta suo fratello, scappato all’estero per non essere conosciuto sul posto di lavoro come uno che sta lì in virtù del cognome che porta. Insomma, l’argomento etico ieri sera ha latitato. È stato trattato in maniera superficiale e di passaggio, per privilegiare l’attenzione su legalità e lavoro. Ma il dibattito rimane, e non è facile indicare su queste premesse un vero vincitore. Da un lato Bersani, che piace a Cl ma non ai vescovi italiani; dall’altro Renzi, ex Dc ma che non ha l’appoggio della Gerarchia. Pierluigi cita il Papa Buono e ricorda la sua carriera da chierichetto e chiede scusa al parroco. Matteo invece si tiene a distanza dal nominare la Chiesa (lo ha fatto anche al comfronto a 5). Ora tocca agli elettori Pd.

di Antonino D’Anna

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