31/12/2015

Sindrome di Down e disabilità, guardate con il cuore

C’è un sito web, Guarda col cuore, “[...] nato inizialmente per un’esigenza personale, terapeutica, legata all’accettazione di una figlia nata con sindrome di Down”.

Poi è cambiato, col tempo. Ora è divenuta una comunità virtuale che riporta racconti di genitori che parlano di sindrome di Down, autismo, schizofrenia, ritardo dello sviluppo e altre forme di disabilità, di genitori adottivi che decidono di scegliere di vivere con un bambino con difficoltà, testimonianze di insegnanti di sostegno, consigli di professionisti esperti del settore disabilità.

E’ un luogo dove si impara a “guardare le cose con il cuore”, perché “l’essenziale è invisibile agli occhi”.

Perché a volte, la disabilità è soltanto negli occhi di chi guarda.

In particolare ci è piaciuto tanto (capirete perché, leggendo qua) quello che dice una ballerina in erba: “Io danzo. Alla faccia della sindrome di Down. Da poco più di due mesi.sindrome-di-Down_guarda-col-cuore_danza  

Lo faccio con passione, attendendo il martedì e il giovedì con gioia, chiedendo di continuo se “è oggi vado a danza?“, impegnandomi a non saltare gli allenamenti (beh, dai qualcuno lo salto), e anche se sono stanca spesso riesco ad andarci lo stesso.
Mi piace fare prove davanti allo specchio di casa!
La mamma era un po’ dubbiosa: lei pensa che alla mia età sia meglio giocare, ma come spesso succede quando ha dei dubbi, si è messa in disparte, a guardarmi, e ha capito che era giusto lasciarmi provare.
Mi cambio nello spogliatoio e cerco di infilarmi da sola le scarpette da danza, e anche se ancora fatico con le mie manine ipotoniche, ci provo e riprovo… prima o poi so che ci riuscirò!
Sabato c’è stato il saggio… Alice nel paese delle Meraviglie.
Ci sono andata con mamma e Tommaso, e la mia amica del cuore Giorgia e la sua famiglia, il costume per la serata e delle piccole ali rosa che non vedevo l’ora di indossare.
3 balletti, da intercalare in tutta la durata dello spettacolo, al quale partecipavano bambine piccole come me, ragazzine, ragazze grandi e la mia maestra Claudia”.

Redazione

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