30/11/2014

Sui valori non negoziabili: noi saremo il medioevo, ma voliamo con gli angeli

Giunge in redazione una lettera aperta a Saviano, molto critico contro chi difende i valori non negoziabili,  che siamo lieti di pubblicare.

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Caro Roberto Saviano, appena ho visto questa foto ho pensato subito a te.
Ho letto le cattiverie gratuite (altri le chiamano idiozie, altri ancora “pietre”) che hai scritto contro le Sentinelle In Piedi: loro sono solo persone che vivono ciò in cui credono con serenità e fermezza d’animo. Tu li hai definiti “omofobi”, “oscurantisti” ed addirittura esecutori di “un gesto di forte violenza culturale” solo perché manifestavano contro il d.l. Scalfarotto (la prima legge fascista che sarebbe approvata in Italia dalla caduta del fascismo) e per la famiglia naturale, fatta da un uomo ed una donna, con i figli generati dal loro matrimonio.

Sai bene – non puoi far finta di non saperlo – qual è stato l’esito delle tue parole: alcuni tuoi seguaci (followers o amici, a seconda dello slang dei social media) hanno tradotto il tuo pensiero in sputi, lanci di pietre e bottiglie, colpi di cinghia, calci e pugni contro le Sentinelle che manifestavano silenziosamente e pacificamente in giro per le piazze italiane il loro pensiero.

E non erano solo cattolici a manifestare in silenzio, caro Saviano: anche protestanti e musulmani erano insieme a loro per difendere un principio universale e naturale. Ed erano lì, nelle piazze italiane, solo con i propri corpi in piedi, silenziosi e fermi come statue, mentre i tuoi seguaci li picchiavano e gli sputavano addosso.

Hai chiamato “violenti” gli agnelli, caro Saviano, ed i tuoi amici lupi si sono scatenati per sbranarli.

E dopo tutto questo, in silenzio colpevole sei rimasto tu.

Potresti quindi imparare qualcosa dalle “sentinelle in piedi”: se non sei disposto a scendere in strada e rischiare per difendere le tue idee, o le tue idee non valgono nulla, o non vali niente tu.

Poi ho letto, ieri, la sentenza della Corte Europea dei Diritti dell’uomo, che ha sancito il principio che il matrimonio gay non è un diritto, e che ogni singola nazione che non lo prevede non solo non è “omofoba”, ma ha ogni diritto di difendere la propria tradizione, compreso il matrimonio solo tra un uomo ed una donna.
Allora, caro Saviano, come la mettiamo adesso?

Anche per i giudici dell’Aja (di Strasburgo, veramente, NdR) scriverai le tue parole di fuoco? Anche loro sono “omofobi oscurantisti, esecutori di un gesto di forte violenza culturale“?

Non credo, perché se ho imparato a conoscere quelli come te, i bulli intellettuali li fate solo con i più deboli. Con chi ritenete più debole. Meglio ancora se cristiano.

Stamattina, infine, grazie a Facebook ho scoperto la foto qui sopra che ritrae gli astronauti, tra i quali la nostra Samantha Cristoforetti, che ricevono la benedizione di un prete ortodosso prima di partire per la loro missione spaziale.

Ti ho “taggato” soprattutto per questo, caro Saviano, per farti vedere questa foto che tu, che probabilmente leggi solo Repubblica & c., non avresti mai potuto vedere.

Ma quando mai, infatti, Repubblica pubblicherebbe la foto di astronauti, scienziati, tecnici aerospaziali che prima di mettere in pratica le loro conoscenze scientifiche ultramoderne vogliono chiudere un attimo gli occhi, come fa Samantha, e affidare le loro vite e le loro azioni a Dio?

Perché vedi, Roberto, noi saremo pure il medioevo oscurantista che tu ed i tuoi sodali anticristiani volete dipingere, ma noi voliamo con gli angeli, e siete voi a restare con il naso in su ed a bocca aperta a guardarci, come sempre nella storia.
E’ da duemila anni che succede così.

Stammi bene lì alla ‘Merica, Robe’. Il medioevo italiano ti saluta!

Giovanni Pecora

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