22/02/2016

Adozioni gay e giudici: Alfano fa il gioco delle tre carte?

Le adozioni gay sono il vero punto di intralcio che sta frenando l’approvazione del ddl Cirinnà.

In realtà è l’intero disegno di legge che andrebbe cassato, perché le unioni civili in quanto tali sono un’assurdità. Però quanti in Parlamento dicono di difendere la famiglia (lo sottolineiamo: dicono) contestano solo l’art. 5 del ddl, in cui si parla di stepchild adoption.

Non sappiamo se le adozioni verranno stralciate o meno. Nell’uno e nell’altro caso per Renzi sarebbe un problema, perché i numeri a Palazzo Madama non ci sono e tra minoranza Pd ed estrema sinistra da un lato e cattodem ed Ncd dall’altro, con l’aggiunta poi del Movimento 5 stelle, il gioco si fa davvero duro.

Il Governo però potrebbe trovare chi gli tolga le castagne dal fuoco.

Il 24 febbraio, proprio mentre in aula si discuterà del ddl Cirinnà (guarda caso...), la Corte Costituzionale dovrà esaminare in camera di consiglio il caso di Eleonora Beck, 54 anni, con doppia cittadinanza americana e italiana, e della 49enne Liz Loffe, sposate negli Stati Uniti nel 2013 e madri adottive l’una del figlio naturale dell’altra in base alla legge dell’Oregon. Emigrate a Bologna, le due donne hanno chiesto il riconoscimento della maternità incrociata, ma il Tribunale felsineo si è rivolto alla Consulta per sapere se non siano illegittimi gli articoli 35 e 36 della legge 184 del 1983 che, disciplinando le adozioni, non contemplano quelle omogenitoriali.

Come riporta Avvenire, a tal proposito, l’Avvocatura dello Stato ha preparato un parere per la Consulta, datato 17 febbraio e a firma di Attilio Barbieri, in cui esprime la convinzione che, riguardo al caso in oggetto, «non è astrattamente identificabile un pregiudizio per l’equilibrio psicofisico del bambino, non potendo identificarsi tout court il fatto di vivere in una famiglia incentrata su una coppia omosessuale con una valutazione negativa derivante dal diffuso pregiudizio sociale sull’argomento». Non solo. Lo scritto prosegue affermando che «non avrebbe alcun fondamento logico e giuridico escludere l’adozione nel caso di convivenza tra persone dello stesso sesso» per «la preminenza dell’interesse del minore» (i giudici se ne intendono pure di pedagogia e psicologia?). In definitiva, l’avvocato Barbieri ritiene che la legge 184/1983 «conferisce la possibilità di procedere all’adozione del minore da parte del convivente della madre biologica», anche se dello stesso sesso, chiamando in causa «altre sentenze di merito dei giudici italiani».

E pensare che l’Avvocatura dovrebbe difendere le leggi dello Stato... Inoltre, fa capo alla Presidenza del Consiglio (dalla quale peraltro ha recentemente ricevuto indicazione di non costituirsi per far valere le ragioni della legge 40 contro i ripetuti ricorsi di matrice radicale). Quali conclusioni trarne? A quanto pare per Palazzo Chigi la stepchild adoption per coppie gay sarebbe già possibile senza necessità di una legge...

Secondo il Centro Studi Livatino, promotore dell’appello contro il ddl Cirinnà firmato da 600 giuristi, «l’Avvocatura esprime valutazioni metagiuridiche che non le competono». E circa le sentenze dei giudici che hanno già legittimato la stepchild, afferma che sono «minoritarie e contraddette dall’orientamento prevalente nella Cassazione».

tre-carte_Alfano_adozioni-gay_Avvocatura-dello-statoQuesta la situazione.

Ora, del governo fa parte anche l’Ncd, che ogni giorno esprime (a parole) ferma contrarietà all’art. 5 del ddl Cirinnà. Ebbene, come spiega questo parere dell’Avvocatura dello Stato il ministro dell’Interno Angelino Alfano? Ne sa qualcosa? Se – come è ovvio – la risposta è affermativa, ci può dire a che gioco sta giocando? Forse a quello delle tre carte? Pensa di prendere in giro i suoi elettori e tutti gli italiani?

Condividiamo la domanda del senatore Gaetano Quagliariello e di altri colleghi: «Si tratta di una vicenda di inaudita gravità, che porta la firma del governo italiano e rispetto alla quale ci chiediamo se Ncd, che nel governo è ampiamente rappresentato e che al Senato garantisce la sopravvivenza dell’esecutivo, non abbia nulla da dire se non le ennesime, tardive, inutili proteste a mezzo stampa». Alfano può risponderci? Può farci capire? Attendiamo.

Noi intanto memorizziamo tutto e ce ne ricorderemo al momento opportuno.

Redazione

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