Proseguono le prese di posizione sull’ormai nota vicenda della docente lesbica a cui non sarebbe stato rinnovato il contratto -ma, con lei, ad altri 30 insegnanti che, anche sol per la legge dei grandi numeri, non possiamo certamente pretendere che tutti siano gay.
Il già Senatore Renzo Gubert ha difeso la scelta della scuola ma ancora più chiare sono le argomentazioni presentate dal Consigliere comunale di Trento Antonio Coradello che ci permettiamo di riportare nella loro totalità.
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L’Istituto Sacro Cuore di Trento è la nuova vittima della escalation di omomania degli ultimi tempi. La povera Madre superiora infatti ha semplicemente mancato di rinnovare un contratto a tempo determinato a circa una trentina di insegnanti, tra i quali la ormai famosa professoressa dai gusti saffici. Evidentemente quest’ultima aveva già fatto outing in classe, atteso che non risulta che la scuola abbia spiato l’insegnante nella sua camera da letto. Ciò aveva già causato varie lamentele da parte dei genitori degli alunni. E’ quindi puramente strumentale insistere con la manfrina della povera lavoratrice cacciata perché lesbica. Non è così.
Quanto poi alle ragioni del mancato rinnovo contrattuale mi permetto di far notare che se la dirigenza della scuola in parola avesse effettivamente scelto, esercitando peraltro un diritto pienamente tutelato dall’ordinamento, di non proseguire una collaborazione con una insegnante in aperto dissenso con l’orientamento religioso dell’Istituto, avrebbe fatto benissimo.
Anche perché, nel caso di specie, è evidente che non si tratta affatto dei gusti sessuali di alcuno, ma semmai della manifestazione di talune tendenze o rivendicazioni sessuali in un contesto, come per esempio una scuola cattolica, che le ritiene inopportune o in antitesi a legittimi convincimenti etici. O forse esiste l’obbligo di assunzione o di continuata collaborazione anche con chi dissente da una linea valoriale ben precisa e che certamente ogni insegnante dell’Istituto Sacro Cuore aveva bene in mente ancora prima di iniziare a lavorarvi?
Per ribattere a questo ragionamento, la potente lobby gay e i loro supporters puntano il dito sui finanziamenti pubblici delle scuole paritarie. Ma, a parte che quei finanziamenti rappresentano una convenienza enorme per le casse statali che risparmiano un sacco di quattrini rispetto alla gestione di una scuola statale, chiediamoci: quale segreteria di partito politico o di sindacato (considerando che pure i partiti e i sindacati godono da decenni di lauti finanziamenti pubblici) assumerebbe personale di segreteria o collaboratori di ideologia diversa ed anzi, in aperto contrasto? In quale redazione di giornale (considerando, anche qui, i finanziamenti pubblici di cui godono tantissime testate) vengono reclutate penne in aperto dissenso con la linea editoriale? Suvvia, siamo seri e non diciamo sciocchezze…
Suor Eugenia Libratore ha fatto benissimo a sottolineare di non avere posto in essere alcuna discriminazione, ma di avere solo esercitato un proprio diritto ed ha fatto altrettanto bene a tutelare gli interessi culturali e valoriali della propria scuola e dei ragazzi, in massima parte minorenni, che Le sono stati affidati dalle famiglie le quali, evidentemente, hanno scelto liberamente di mandare i figli in una scuola cattolica, confidando in una istruzione basata su quei valori.
Si chiama: libertà di insegnamento e libertà di scelta da parte delle famiglie, bellezza! Libertà anche di essere una scuola “ gay free ”.
Antonio Coradello
Cons. Comunale di Trento
