11/11/2014

Unioni gay- Dibattito a Verona: ma il cervello delle donne è diverso?

Il convegno di Verona sulle unioni gay che ha visto un confronto serrato tra cattolici e radicali e una sconfitta palese di questi ultimi sul piano delle argomentazioni e della dialettica, è stato ovviamente manipolato da molti giornali e siti web. Chi c’era (circa 600 persone, in gran parte giovani), sa che le cose sono andate diversamente.

Ne ha parlato (male) persino Repubblica e Radio Rai 1.

Ci consolano invece le parole, che il card. Bagnasco ha pronunciato all’assemblea della CEI di Assisi (clicca qui):

“...la CEI affronta il tema della famiglia, che è ‘sorgente di futuro’. Indebolirla “creando nuove figure, seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di Troia di classica memoria, è irresponsabile”.

Per i nostri lettori, riportiamo il testo del comunicato stampa rilasciato da Alberto Zelger che è stato ingiustamente attaccato per le considerazioni da lui fatte a proposito delle oggettive, fisiologiche differenze non solo tra la psiche maschile e femminile, ma anche tra la conformazione del cervello degli uni e delle altre. Differenze che non sono indice di “preminenza”, ma di complementarità.

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Le recenti polemiche, riportate dal Corriere di Verona e rilanciate a livello nazionale, su una mia frase estrapolata dal contesto e tacciata di maschilismo, nell’ambito della tavola rotonda di venerdì scorso sulle “unioni gay”, non meriterebbero alcuna smentita, perché sembrano soltanto un espediente per nascondere l’inconsistenza delle tesi radicali (Pasetto, Cappato e Pannella), rispetto alle argomentazioni di Gandolfini, Cerrelli e Zelger.

Ciò è apparso ben chiaro a tutti coloro, che hanno partecipato al dibattito nell’Auditorium della Gran Guardia (circa 600 persone), tranne uno sparuto gruppo di attivisti radicali. La polemica rappresenta il solito refrain di certa malainformazione, divulgata ad arte da giornalisti senza scrupoli con l’ambizione di fare carriera sulla pelle degli altri. Ma poiché l’episodio presenta le caratteristiche della diffamazione e può insinuare il dubbio anche in tante persone oneste, che non hanno assistito al dibattito, ritengo necessaria qualche precisazione.

La mia frase su come le donne parcheggiano l’automobile o sul fatto che la loro capacità verbale non risulta intaccata nemmeno se prendono una botta in testa, non può essere estrapolata dal contesto scientifico in cui intendevo collocarla; equivale a dire che gli uomini sono imbranati quando devono badare al piccolo e contemporaneamente preparare la tavola, mentre la moglie è ancora al lavoro. E’ la sintesi male interpretata (solo per screditarmi) di una realtà scientifica, che evidenzia il dimorfismo cerebrale del cervello maschile e femminile, le cui diversità non significano inferiorità (non l’ho mai detto) della donna rispetto all’uomo o viceversa, ma predisposizione e complementarietà, in vista della riproduzione della specie. Ma poiché il cervello umano è plastico, cioè si arricchisce di conoscenze e di esperienze nel corso della vita, ciò non impedisce che l’uomo e la donna possano acquisire le stesse capacità (tranne ovviamente quelle che attengono alla maternità); per questo esistono donne scienziate e uomini capaci di preparare ottimi pranzetti.

Le diversità principali tra il cervello maschile e femminile riguardano la LATERALIZZAZIONE delle funzioni superiori, soprattutto il linguaggio, che nel maschio è rigidamente a sinistra e le CONNESSIONI INTEREMISFERICHE, che sono più ricche nella femmina; in realtà tutto il corpo è differenziato, come spiega la “medicina di genere”, che è strettamente correlata alla regolazione ipotalamica. Le interconnessioni neuronali tra emisfero destro e sinistro del cervello femminile, molto scarse in quello maschile, danno ragione alla teoria “comportamentista”, che già da molti decenni ci dice che il modo di costruire il pensiero è differente fra uomini e donne: nel maschio si parla di “pensiero lineare”, in grado di aprire e gestire un solo file alla volta; nella donna di “pensiero circolare”, in grado di aprire e gestire più files contemporaneamente. Sul piano strettamente pratico non è una novità per nessuno che le caratteristiche della personalità femminile siano differenti da quelle maschili. E questo lo sa molto bene il bimbo, soprattutto nel periodo della strutturazione della sua personalità, che ha bisogno – per un equilibrato ed armonico sviluppo – tanto del ruolo femminile-materno quanto del ruolo maschile-paterno: una realtà che i cultori del gender si rifiutano di accettare solo per motivi ideologici. A dimostrazione di quanto sopra, invito a leggere il noto best seller della neurofisiologa californiana Brinzedine “The female brain” o il più recente lavoro di ricerca, intitolato “Men and women’s brains are ‘wired differently’”, reperibile a questo indirizzo. Esistono molti altri studi scientifici al riguardo, ma a chi vuole approfondire la questione in termini semplici e divertenti, suggerisco il filmato Paradosso e Identità di Genere in Norvegia, un paese considerato all’avanguardia nella lotta alle discriminazioni di genere.

Alberto Zelger
Consigliere comunale Verona

 

 

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