27/02/2014

Video cronaca di un attacco isterico ma tanto democratico

Come una vera democratica reagisce alle proteste di un genitore che afferma il suo diritto e dovere di educare i propri figli: aggredendolo al grido di “sei un fascista”. L’edificante episodio è documentato da un video

La signora Camilla Seibezzi, consigliera comunale a Venezia, ha un concetto tutto suo di “libertà di espressione”. Come si può evincere dal sito del Comune di Venezia, la signora è nata nel 1966, ma evidentemente ha fatto in tempo ad assorbire efficacemente la mentalità del “sessantotto”. In quelle radiose giornate era cosa normale prendere a sprangate l’avversario politico, al grido di “fascista”, una specie di parolina magica che bollava tutti coloro che non accettavano di belare o muggire a comando.

La signora sullodata si è già distinta per iniziative di alto valore culturale e intellettuale, come la sostituzione sui moduli comunali delle parole “padre” e “madre” con “genitore 1” e “genitore 2”. Poi ha dato il suo alto contributo alla diffusione nelle scuole materne di materiale per pervertiti, come le favolette “Piccolo Uovo” et similia, le solite straconosciute e repellenti apologie dell’omosessualità.

Insomma, possiamo dire che la signora Seibezzi è una delle tante piccole persone che si sono tuffate nel tranquillizzante stagno del conformismo, che prevede attualmente l’apologia dell’omosessualità e che domani potrebbe prevedere anche la valorizzazione degli accoppiamenti tra esseri umani e cutrettole. Non si sa, alla cretineria perversa non c’è confine. L’unica sicurezza è che si trovano sempre seguaci.

La signora Seibezzi ha però una marcia in più. Da buona democratica non ammette che possano esserci voci dissenzienti. Capita quindi che due giorni fa un gruppo di manifestanti del movimento “Popoli Liberi” protestino contro l’introduzione negli asili dei libercoli di cui dicevamo sopra, quelli che esaltano le più schifose perversioni.

Ciò che è accaduto si può ammirare in un video, CLICCANDO QUI

Premesso che non conosciamo il movimento “Popoli Liberi”, non possiamo non essere d’accordo con quell’uomo che dichiara: “Mio figlio lo educo IO e non lei! Ha capito?, lo educo io con sua madre”. Sta dicendo una cosa ovvia, di buon senso, e sta giustamente affermando il suo diritto/dovere di genitore.

Il video non è di gran qualità, ma si vede, e si sente, bene la reazione della Seibezzi, che, essendo del tutto priva di argomenti, si affida all’antico armamentario sessantottino, urlacchiando “sei un fascista, sei un fascista”. Quanto sono conservatori questi progressisti! Da decenni ripetono le stesse cantilene. Purtroppo la gentile signora perde i suoi tratti gentili e petrarcheschi e cade in preda all’isteria, sicché le sue amiche la devono trattenere affinché non si scagli contro quel genitore di buon senso.

E qui si chiude la cronaca, che, per quanto breve, è molto istruttiva. Secondo certi personaggi la libertà (purchè sia la loro) è così preziosa che si difende solo togliendola agli altri. Comunque la signora Seibezzi può stare tranquilla: se la legge Scalfarotto sarà definitivamente approvata, non avrà più bisogno di attacchi isterici per difendersi contro gli odiati “omofobi”, per l’occasione anche “fascisti”. Le basterà chiamare la Volante. Avrà la legge dalla sua.

L’età e l’abitudine alla buona educazione ci impediscono di ricorrere a battute di sapore goliardico, e quindi sorvoliamo da gentiluomini su ciò che farebbe tanto ma tanto bene alla signora Seibezzi per calmarsi i bollenti spiriti. Chiudiamo qui il discorso…

PS: ci dicono (ma non lo abbiamo potuto controllare direttamente) che la signora Seibezzi aveva dichiarato di essere stata attaccata e minacciata da quanti non gradivano i suoi interventi “educativi”. Di certo il video ci mostra chi in verità è “andato all’attacco”. Per tornare al mitico “sessantotto”, ci viene in mente la classica immagine del “democratico” che dopo aver sprangato l’avversario politico si mette a urlare contro la “provocazione” e contro l’”aggressione”. Entrambe fasciste, ovviamente.

di Paolo Deotto

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