20/05/2015

I piccoli prematuri mettono in crisi i sostenitori dell’aborto

Perché la crescente capacità dei prematuri più piccoli di sopravvivere sconvolge i sostenitori dell’aborto?

Questo si chiede Dave Andrusko, su National Right To Life News.

Egli ha notato che gli abortisti hanno fatto diverse uscite sui media più importanti (come questa) lamentando che studi scientifici come quelli del New England Journal of Medicine possono essere strumentalizzati dai prolife per condurre le loro “sconsiderate” campagne anti abortiste.

Il NEJM, infatti, ha documentato la tenace vitalità dei bambini, anche se molto prematuri: il 33% dei bambini nati a 23 settimane, se assistiti, sopravvive. A 24 settimane la percentuale sale al 54.9%, a 25 settimane al 72%, e a 26 settimane, ben l’81.4% dei prematuri è in grado di cavarsela egregiamente.

Certamente questo dipende dai progressi della medicina e delle apparecchiature, come le incubatrici, in grado di assicurare un ambiente confortevole per bambini tanto delicati.

E certamente i risultati di questi studi hanno influenzato il Congresso, quando ha votato per il  Pain-Capable Unborn Child Protection Act, la legge che vieta l’aborto dopo le 20 settimane (legge di protezione dei bambini non nati capaci di sentire dolore, letteralmente).

Andrusko, però, ricorda ai pro choice che – a prescindere dalla vitalità dei piccoli – essi sono comunque in grado di percepire dolore, mentre vengono abortiti. Ed è su questo che si incentra la nuova normativa.

Che poi i mortiferi cultori della “salute sessuale e riproduttiva” delle donne, vogliano ignorare deliberatamente che nel grembo materno vengano custoditi dei bambini, delle persone vere, degne del rispetto e della tutela che merita qualsiasi persona, soprattutto se debole e indifesa, è un altra questione.

Bludental

La loro ostinazione nel non voler riconoscere l’evidenza non sorprenderebbe Andrusko, se stesse qui in Europa. Abbiamo assistito noi al rifiuto della Corte Europea dei Diritti Umani di decidere sulla tutela necessaria ai piccoli sopravvissuti all’aborto. Pare che sia giusto ignorarli, negargli anche le minime cure palliative necessarie per non farli morire da soli in una pattumiera di rifiuti ospedalieri.

Redazione

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