01/11/2013

Le sentinelle in piedi si schierano anche a Trento

Le Sentinelle in Piedi si schierano anche a Trento: “Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili”

In piedi, immobili, silenziose, pacifiche. Distanziate l’una dall’altra, disposte geometricamente. Immerse nella lettura, oppure con lo sguardo vigile rivolto in avanti. Non hanno slogan o cartelli, eppure è impossibile non notarle, soprattutto se sono un numero tale da occupare un’intera piazza, com’è successo ieri pomeriggio – sabato 19 ottobre – a Trento.

Sono le Sentinelle in Piedi, un movimento apolitico e aconfessionale derivato dai Veilleurs debout francesi.

Le Sentinelle in Piedi difendono la libertà di pensiero che il ddl Scalfarotto contro l’omofobia e la transfobia vuole negare, l’unicità del matrimonio tra un uomo e una donna e il diritto dei bambini ad avere un padre e una madre. Esse non odiano nessuno, non manifestano contro nessuno e condannano nel modo più assoluto ogni forma di violenza contro le persone omosessuali.

Semplicemente, quello delle Sentinelle in Piedi è uno stato di resistenza personale palesato pubblicamente, senza per questo creare disagi all’ordine pubblico. È la potenza della presenza.

Un giovane studente ventenne, Giacomo Chierichetti, ha scritto al settimanale Tempi: “Quell’incredibile forza che scaturiva dal nostro stare in silenzio ha lasciato indifferenti alcuni, incuriosito molti, ha cambiato me. Ha stravolto in maniera del tutto imprevista e imprevedibile la mia concezione del perché valga la pena lottare per qualcosa, non in quanto probus vir che cerca di rendere ‘migliore’ il mondo secondo un proprio criterio di giudizio, ma per l’evidenza che quel Qualcosa per cui si lotta e che si manifesta come presenza concreta nella melodia del silenzio, quell’Ideale nel quale si confida è l’unica chiave per avere il coraggio e il desiderio di «vivere nella verità» come scrisse Havel. Può infatti bastare un attimo, un gesto, uno sguardo a destare il nostro cuore e a farci sentire, per una volta autentico come non mai, il vero profumo della libertà”.

G. K. Chesterton è stato profeta quando scriveva: “La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. È una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. È una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l’erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto”.

Le Sentinelle in Piedi sperano e credono in un mondo migliore. In un mondo nel quale il valore della famiglia naturale sia riconosciuto pubblicamente. In un mondo nel quale i figli abbiano il diritto di avere un padre e una madre. In un mondo fondato sulla ragionevolezza, e non sull’egoismo e sulla logica del desiderio. In un mondo nel quale nessuno potrà essere arrestato per avere osato esprimere un ideale.

E con il loro agire le Sentinelle in Piedi fanno propria la frase di Camus: “Piuttosto morire in piedi, che vivere in ginocchio”.

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