17/07/2013

Vademecum sull’aborto procurato

La legge 194/78 lo chiama IVG, ma che cos’è davvero l’aborto procurato?

L’aborto procurato è l’uccisione, artificiale, ovverosia ad opera dell’uomo, comunque venga attuata, di un essere umano vivente, per definizione innocente, durante la gravidanza, dal concepimento, che avviene con la fecondazione, fino al parto. Lo Stato, sulla base della propria Costituzione, dopo la scoperta del DNA umano e in ossequio a principi di precauzione, dovrebbe considerare l’aborto indotto quale omicidio pluriaggravato prenatale, poiché primo e prevalente diritto umano è anzitutto quello alla vita, fonte stessa di tutti gli altri diritti fondamentali (art. 2 Cost.), e ciò per tutti gli esseri umani, indipendentemente da ogni condizione personale, anche di sviluppo soggettivo o di malattia, che dovrebbe risultare del tutto irrilevante dal punto di vista giuridico (art. 3 Cost.): in dubio, pro homine. La Chiesa ha sempre considerato l’aborto provocato come il peggiore dei peccati mortali e ha sempre insegnato che grida vendetta al cospetto di Dio Padre Onnipotente.

di Avv. Luca Campanotto

VADEMECUM SULL’ABORTO PROCURATO


La legge 194/78 lo chiama IVG, ma che cos’è davvero l’aborto procurato?
Che cos’è l’aborto procurato?

 

L’aborto procurato è l’uccisione, artificiale, ovverosia ad opera dell’uomo, comunque venga attuata, di un essere umano vivente, per definizione innocente, durante la gravidanza, dal concepimento, che avviene con la fecondazione, fino al parto. Lo Stato, sulla base della propria Costituzione,dopo la scoperta del DNA umano e in ossequio a principi di precauzione, dovrebbe considerare l’aborto indotto quale omicidio pluriaggravato prenatale, poiché primo e prevalente diritto umano è anzitutto quello alla vita, fonte stessa di tutti gli altri diritti fondamentali (art. 2 Cost.), e ciò per tutti gli esseri umani, indipendentemente da ogni condizione personale, anche di sviluppo soggettivo o di malattia, che dovrebbe risultare del tutto irrilevante dal punto di vista giuridico (art. 3 Cost.): in dubio, pro homine. La Chiesa ha sempre considerato l’aborto provocato come il peggiore dei peccati mortali e ha sempre insegnato che grida vendetta al cospetto di Dio Padre Onnipotente.
 

Chi è la vittima dell’aborto procurato?

Anche solamente lo zigote unicellulare appena fecondato è un tutto individuale e soggettivo che possiede già un DNA umano suo proprio, completo unico irripetibile, che gli conferisce sicura identità e dignità, non di vita umana potenziale, ma di vita umana attuale con un grandissimo potenziale di sviluppo. Un milligrammo d’oro ha la stessa qualità sostanziale di una tonnellata d’oro. Il cuore del nascituro inizia a battere prima che la madre si renda conto di essere incinta. Come dimostrano inconfutabili evidenze anche ecografiche, quando vengono eseguiti gli aborti entro il terzo mese di gravidanza i concepiti hanno già tutti gli altri organi, testa, braccia, gambe,manine, piedini, ecc. e persino un sistema nervoso, che li fa divincolare ed urlare silenziosamente prima dello sbranamento! Ancor prima dell’inizio del secondo trimestre di gravidanza il nascituro ha già tutto. Il limite dei tre mesi è del tutto arbitrario, mentre l’unico limite scientificamente fondato sarebbe il concepimento, inteso come fecondazione. L’aborto procurato non evita alla donna una gravidanza; l’aborto provocato regala, a chi è già madre, un bambino (o una bambina) ucciso (o uccisa). Gli schiavisti chiamavano “bestie da soma” gli schiavi. I nazisti chiamavano “ratti” gli ebrei.
Le abortiste femministe sessantottine dicevano: “abortire è come uccidere un gattino”. In Ruanda, prima dei genocidi, le persone di etnia diversa venivano chiamate “scarafaggi”. Eluana Englaro ènstata da molti definita un … “vegetale”. Qual è l’elemento comune che lega assieme tutte queste diverse storie vere? Gli uomini provano una naturale resistenza ad uccidere chi riconoscono quale loro simile: chi vuole imporre dall’alto l’avvio di eliminazioni seriali di massa deve necessariamente rimuovere tale freno; spesso, a tal fine, si fa subdolamente ricorso alla reificazione, o comunque alla disumanizzazione delle vittime predestinate; solo una volta imposta e diffusa (magari mediaticamente) tale ideologia … può partire il genocidio … MILIONI E MILIONI di bambini sbranati e maciullati dall’aborto procurato solo in Italia !!! Che immensa vergogna di Stato !!!
 

Come viene concretamente attuato un aborto procurato?

La spirale uccide i bambini, impedendone l’annidamento in utero, dopo la fecondazione e l’inizio della vita umana. A parte il fatto che persino le normali pillole anticoncezionali possono avere  anche effetti antinidatori e non solamente antiovulatori, le diverse e più recenti pillole “di emergenza” usate qualche giorno dopo i rapporti sessuali, come la “pillola del giorno dopo” o la “pillola dei cinque giorni dopo”, spesso impediscono alla morula, già fecondata e in fase di crescita, di annidarsi in utero, facendola quindi morire, in un ambiente ostile (la piccola percentuale degli altri casi è paragonabile alla cartuccia a salve inserita nelle armi distribuite a caso al plotone di esecuzione per sollevare le coscienze degli illusi). La pillola RU486, pesticida umano dal quale sono derivate anche le pillole “di emergenza”, fa morire di fame il nascituro, questa volta interrompendo lentamente il flusso di nutrimento trasmesso dalla placenta e dal cordone ombelicale, senza contare i suoi effetti di avvelenamento per il nascituro, insiti nella sua tossicità, che si fa sentire persino sull’organismo adulto della madre, assieme a molti altri effetti collaterali, che ne vincolerebbero l’impiego solo in ambito ospedaliero e solamente in presenza di efficienti apparecchiature, che siano sempre pronte all’uso per la vera e propria rianimazione della gestante, spesso soggetta ad emorragie non facilmente controllabili, nella fase di espulsione del nascituro
ucciso, successiva all’impiego della famosa pillola propagandata quasi come “alternativa dolce” rispetto all’intervento chirurgico. L’aborto chirurgico viene invece eseguito mediante raschiamento o aspirazione e in tutti i casi provoca la disarticolazione degli arti del nascituro maciullato, che viene ridotto a poltiglia umana. Per gli aborti tardivi, nel secondo trimestre di gravidanza (consentiti dalla 194 e sempre più frequenti anche in Italia, secondo una prassi similnazista o comunque di fatto eugenetica, di eliminazione preventiva dei difettosi o degli imperfetti) l’alternativa è tra il parto prematuro indotto o uno sbranamento ancora più cruento, caratterizzato da una crudeltà inimmaginabile, anche in quanto attuato senza alcuna anestesia della vittima. In tutti i casi il “materiale abortivo” viene poi smaltito tra i rifiuti sanitari e solitamente bruciato in inceneritore.
Quando su un’etichetta di un cosmetico leggeste “materiale placentare” … potreste anche spalmarvi sulle guance, in realtà, ciò che resta dei bambini abortiti.
 

Essere contro l’aborto procurato equivale davvero ad essere contro le donne?

Metà dei quasi sei milioni di bambini uccisi dalla 194 erano piccole donne, distrutte dalle femministe prima che potessero maturare come tali. L’aborto procurato è in realtà la più grave forma di femminicidio. L’aborto procurato è il peggior delitto naturale di sangue che gli uomini possano mai commettere, poiché uccide crudelmente un figlio o una figlia (la vita viene prima
anche rispetto al sesso, inteso come carattere personale), deboli, indifesi, innocenti, in maniera premeditata, da oltre trent’anni addirittura con timbro di Stato. L’insindacabile potere di vita e di morte su un altro essere umano innocente non è una prerogativa propria delle donne, ma dei padroni di schiavi. Inoltre, le donne che abortiscono, se non sono ideologizzate, vanno quasi
sempre incontro, se non a sempre possibili complicazioni fisiche, quantomeno a vere e proprie sindromi psicologiche post-abortive, per non parlare del fondato sospetto che l’aborto provocato aumenti il rischio di cancro al seno. La gravidanza è statisticamente molto più sicura dell’aborto provocato, così come la natura è statisticamente molto più sicura dell’artificio. L’abominio dell’aborto provocato non ha mai reso migliore la vita di nessuno. Al contrario, nessuna donna si è mai pentita di aver tenuto o almeno fatto nascere il proprio bambino o bambina, anche se non voluto o voluta. L’antiabortismo non toglie alcuna libertà e men che meno alcun “diritto” a nessuno, visto che a ben guardare risulta costituzionalmente inammissibile una pretesa libertà personale di negare la vita, massimo bene giuridico di gran lunga prevalente su ogni altro diritto anche costituzionale, poiché la vita, diritto dei diritti, si identifica con la stessa esistenza di un essere umano vivente, che proprio in quanto vivente, per ciò solo, ha per sua stessa natura, e quindi deve necessariamente vedersi riconosciuta, una piena e insopprimibile dignità, a prescindere da qualsiasi ulteriore condizione di futura vitalità. Uno tra i primi compiti fondamentali di qualsiasi Stato degno di tal nome è evitare, anche coattivamente, che gli esseri umani si possano lecitamente e impunemente ammazzare; facendo riferimento a questo concetto, elementare e irrinunciabile per ogni civile convivenza, comprendiamo, anche alla luce di evidenti principi di  precauzione, quanto sia in realtà barbarico l’aborto procurato di Stato, corruzione della legge e arbitrio legalizzato (lo stesso è a dirsi dell’eutanasia, comunque venga denominata). L’opposizione all’aborto procurato è solamente una questione religiosa, confessionale? La stessa Chiesa Cattolica ha sempre insegnato che il diritto naturale è indipendente dall’accettazione della Rivelazione Cristiana e può venir compreso anche solamente dalla retta ragione umana. In ogni caso, lo sbranamento o comunque la soppressione violenta di un essere umano debole e innocente non è conquista civile, ma supremo atto di barbarie e di ingiustizia. Il medico pagano Ippocrate, Padre della Medicina e dei Medici, già nel V sec. a. C., nel suo famoso giuramento, vietava categoricamente, nonostante qualsiasi richiesta, l’aborto procurato (così come l’eutanasia). L’aborto procurato è prima di  tutto questione di diritto naturale. Parmenide e la sua scuola, agli albori della filosofia greca, hanno sempre insegnato che l’essere è ed è necessario chesia mentre il non-essere non è ed è necessario che non sia (l’ineludibile necessità di panpenalizzazione dell’aborto procurato a ben guardare risulta semplice corollario della necessaria prevalenza della vita sulla morte). L’avvocato Gandhi, che non era cristiano, riteneva fosse chiaro come il sole che l’aborto procurato è un omicidio. L’intellettuale laico (ma non laicista) Bobbio sottolineava come l’unica maniera per tutelare davvero il nascituro consistesse nel riconoscere come incondizionato il suo basilare e prioritario diritto naturale alla nascita e si meravigliava che i laici lasciassero ai cattolici l’onore e l’onere di difendere la vita umana, che è davvero di tutti. Persino una personalità sui generis come quella di Pasolini affermava di ricordarsi del proprio pacifico fluttuare nelle acque materne e di considerare la legalizzazione dell’aborto procurato del tutto inaccettabile in quanto equivalente alla legalizzazione dell’omicidio. Il 10% degli aderenti al
comitato referendario contro l’aborto www.no194.org si professa ateo o agnostico, ma afferma ugualmente di non riuscire a tollerare la soppressione cruenta dei circa quattrocento bambini innocenti che ogni giorno vengono sbranati solo in Italia senza che scatti alcuna forma di effettiva tutela giuridica da parte dello Stato, che si è anzi trasformato nel loro spietato esecutore.
 

Basta una legge dello Stato o un referendum a giustificare l’aborto procurato?

Tutto ciò che i nazisti fecero in Germania e in Europa era perfettamente legale. Visto che i concepiti non votano e ogni aborto procurato per loro è forzato, eviterei di far riferimento esclusivo
alla democrazia, che peraltro ha dei limiti anche sostanziali e implicherebbe anzitutto il presupposto del pieno rispetto dei diritti inviolabili e inalienabili di ogni soggetto umano, prima di
tutto alla vita e alla stessa esistenza. Le leggi ingiuste sono semplicemente un atto di violenza tirannica del più forte sul più debole. Bisogna rispondere opponendo resistenza o quantomeno obiezione. Uno Stato che non rispetta il diritto alla vita non merita di esercitare la propria sovranità. Combattere questi crimini legalizzati equivale a difendere la propria stessa natura umana, per impedire che, anche solamente in un prossimo futuro, una intera categoria di esseri umani deboli possa venir toccata da altri esseri umani più forti: oggi si abortisce normalmente in Italia … domani potrebbero iniziare a tagliare la spesa sanitaria eutanasizzandoci tutti come già si fa normalmente in Olanda e ultimamente anche in Belgio per i bambini malati fino a dodici anni … nel momento in cui la vita umana diventa anche solo parzialmente disponibile da parte dello Stato (che tuttavia, per Costituzione, mai e per nessun motivo può dare la morte nemmeno ai peggiori criminali) o comunque di altri esseri umani, perde valore assoluto, si relativizza, acquista un prezzo, può entrare in bilanciamento con altri valori, nonostante siano di rango inferiore … diventa sacrificabile o rinunciabile o delegabile … insomma … gestibile, ovviamente nell’interesse dei nuovi dominatori dei nuovi schiavi … tutti gli abortisti sono diventati tali perché qualcuno li ha invece lasciati nascere, ma cadono ugualmente nel delirio di onnipotenza insito nel decidere chi vive (o vive meglio) e chi muore.
 

Si sente dire che la L. 194/78 sarebbe una buona legge di compromesso, che comunque non avrebbe previsto un vero e proprio diritto insindacabile di aborto …

Al di là della mera propaganda sempre più in voga (che vuole semplicemente coprire lo storico errore insito nell’approvazione della peggiore legge mai entrata in vigore in Italia), a conti fatti, se si esclude il regime cinese, cui peraltro è ideologicamente vicina, la 194 è la legge omicida più permissiva e anzi lassista che esista sulla faccia della terra. La legge 194 consente la
soppressione di un essere umano innocente praticamente per qualsiasi motivo e addirittura per una causa economica nei primi tre mesi di vita, di fatto a semplice richiesta della sola madre, che di fatto ha un vero e proprio diritto, giuridicamente tutelato anche mediante l’incriminazione di eventuali omissioni di atti d’ufficio peraltro mai verificatesi per un “pubblico sevizio” comunque sempre assicurato (nonostante l’incredibile accanimento mediatico contro medici obiettori di coscienza che sarebbero colpevoli di tutto il male del mondo), di ottenere, anche coattivamente, da parte della mano pubblica, a spese di tutti i contribuenti, l’uccisione del figlio o della figlia, visto che
la stessa 194 prevede espressamente che il certificato di gravidanza indesiderata costituisce titolo (espressione giuridicamente molto forte) per ottenere, solamente dopo pochi giorni, l’esecuzione del nascituro (ovviamente denominata, più pudicamente, “intervento” … possiamo anche etichettarla “interruzione volontaria della gravidanza”, ma resterà pur sempre omicidio
pluriaggravato prenatale). La recente giurisprudenza di Cassazione sviluppatasi sulla 194, anche per gli aborti tardivi, cosiddetti “terapeutici” ma in realtà di fatto eugenetici, persino nel secondo trimestre di gravidanza, sta progressivamente svuotando del tutto ogni presupposto abortivo diverso dal mero consenso della gestante, che di fatto è oramai divenuto più che sufficiente, di per sé solo, ai fini dell’eliminazione “legale” anche di feti ad esempio di cinque mesi, se solamente abbiano un sia pur minimo difetto, non importa se facilmente operabile o comunque superabile o almeno in parte curabile. In soldoni, si tratta di pieno e insindacabile diritto di vita o di morte della madre su un altro essere umano innocente, forse addirittura nel secondo trimestre di gravidanza. Questa Repubblica, che sulla base della propria Costituzione (“la più bella del mondo”) sarebbe dovuta crescere quale moderno Stato sociale di diritto, ha in realtà ripristinato la peggiore schiavitù. La 194 suggerisce a tutte le donne: uccidi purché si tratti di tuo figlio non ancora nato. Un soggetto umano vivente dipende in tutto e per tutto da una firma di sua madre. Di fronte a questo perverso sistema, che quantomeno nel primo trimestre ha di fatto consacrato l’assenza di qualunque reale limite, nulla di fatto impedisce alle donne di usare l’aborto procurato quasi fosse un contraccettivo qualsiasi: l’art. 1 della L. 194/78 è una ipocrita foglia di fico, che non risulta assistita da nessun istituto giuridico veramente cogente, mentre le recidive abortive sono, non certo a caso, letteralmente spaventose, al punto che la 194 ha creato donne che in Italia hanno potuto tranquillamente abortire volontariamente fino a più di quaranta volte! Mettiamola così: il Relatore della legge 194 credeva molto nel mito della innata auto-responsabilizzazione degli esseri umani … nessun mammifero uccide i suoi figli … l’uomo ha bisogno di vincoli anzitutto giuridici … ma glieli hanno tolti completamente.
 

La legge 194 consentirebbe l’aborto solamente in casi particolari … ma è davvero così?

La 194 è scritta in maniera davvero ipocrita e contorta, per far credere a chi la legge che lo Statofaccia davvero di tutto per evitare gli aborti. Tutti sanno che invece in Italia lo Stato, con tutto il suo potere e le sue risorse anche finanziarie (l’aborto procurato è rimasto una delle poche attività poste completamente a carico del servizio sanitario pubblico, con spese davvero ingenti per il contribuente, nell’ordine di svariate centinaia di milioni di Euro all’anno) garantisce effettivamente solamente il preteso “diritto” di abortire e non altrettanto quello vero e proprio di mettere al mondo un figlio, al punto che la legge 194 ammette espressamente che una vita umana possa venir sacrificata anche solamente per una causa economica. Non esiste più chiara inversione (ed anzi eversione) dell’ordine costituzionale e della sua inderogabile gerarchia di valori. Questa legge è semplicemente un tumore, che rischia oltretutto di andare in metastasi (ad esempio sul fine-vita). Si tratta di un golpe e di un genocidio legalizzato. L’aborto procurato è un raggiro mortale, col quale i forti possono evitare di dover risolvere o quantomeno attenuare i problemi sociali, scaricandoli sui deboli e sacrificando gli innocenti. Le clausole della 194 sono talmente ampie che un qualsiasi motivo per abortire lo si trova sempre, come qualche medico abortista ha recentemente confessato in un’intervista. In ogni caso, basta insistere (sempre che un personale assuefatto alla morte dissuada veramente) … e il certificato di gravidanza indesiderata viene rilasciato … basta andare in ospedale dopo sette giorni (sempre che non vi sia urgenza, nellaprassi sempre riconosciuta anche solamente quando si arriva vicino alla scadenza di legge) e il certificato costituisce titolo per ottenere l’esecuzione del bambino o della bambina … quantomeno nei primi tre mesi di gravidanza l’aborto procurato è in realtà pura e insindacabile autodeterminazione (anzi etero-determinazione, su un altro essere umano).
 

La legge 194 avrebbe fatto diminuire gli aborti clandestini e anche gli aborti … ma è vero?

Anche solamente un singolo aborto procurato rimarrebbe comunque inaccettabile. E poi nessuno sa con certezza quanti fossero gli aborti clandestini prima della 194 (erano per l’appunto in nero): manca quindi un sicuro termine di paragone. Risulta invece certo che dopo questa legge uccidere i propri figli o figlie è divenuto del tutto gratuito, assolutamente discrezionale, quasi culturalmente lodevole. Inoltre, legalizzare o condonare l’evasione fiscale non inviterebbe certo a pagare regolarmente le tasse. Ogni legalizzazione o esclusione da pena non fa altro che facilitare ed allargare ulteriormente ciò che sempre rimarrà per sua natura comportamento deviante. Le IVG anni fa sono diminuite (anche se ultimamente risultano costanti e comunque superano le ben 110.000 all’anno solo in italia), ma in tali statistiche non rientrano né gli aborti chimici con la RU486 né i cripto-aborti con le pillole “di emergenza” quasi sempre abortive che vengono sempre più massicciamente usate qualche giorno dopo i rapporti sessuali “a rischio” (un bambino … una volta era una autentica benedizione … oggi è stato fatto divenire quasi una rovina). Inoltre gli aborti “legali”, se valutati non in assoluto ma in relazione ai bambini nati vivi ogni anno … non hanno fatto che aumentare … la verità è che stiamo implodendo per autodistruzione, visto che siamo il Paese più vecchio d’Europa, nonostante tutti i bambini che ogni tanto i CAV (Centri di Aiuto alla Vita, privati e non certo pubblici) riescono a salvare, in mezzo a mille difficoltà di ogni tipo, anche amministrative e culturali, e non solamente finanziarie. Nonostante più di trent’anni di applicazione della legge 194, l’aborto clandestino non è affatto scomparso, e anzi tende a forzare sempre più qualsiasi pur blando limite legale, fino a sconfinare nell’infanticidio (anch’esso per nulla diminuito, e anzi aumentato, anche grazie alla velenosa svalutazione della vita umana che la 194 sta gradualmente instillando in tutto il corpo sociale), al punto che due accademici hanno recentemente teorizzato addirittura l’aborto post-parto, naturalmente “terapeutico”. La legge 194 ha semplicemente aggiunto a un abominio un altro e più ampio abominio, ancor più grave in quanto legalizzato.
 

Le donne abortirebbero comunque clandestinamente. Tanto vale farlo in ospedale. ?!?!?

Anzitutto abortire è un artificio innaturale e violento spesso istigato da maschi interessati e la 194 non ha liberato le donne ma le ha viceversa esposte maggiormente al ricatto di una società ingiusta, visto che risulta enormemente più facile istigare un male divenuto lecito. Inoltre nessuno ha mai proposto di legalizzare le rapine fino a mille euro per far uscire dalla clandestinità i rapinatori. Uno Stato degno di tal nome non fa ragionamenti egoistici propri dei suoi peggiori cittadini e soprattutto non si piega minimamente al compromesso col crimine; reprime piuttosto con durezza ogni delitto naturale di sangue che la sua deterrenza penale non riesce ad impedire. Adogni buon conto, nessuno si è mai scandalizzato perché un rapinatore è morto scivolando dal balcone di casa vostra mentre ci si stava arrampicando per assalirvi ovvero perché si è graffiato le braccia durante lo scasso della vostra finestra. In ogni caso, i concepiti o le concepite sono attualmente a credito di ben sei milioni di morti. Chi ammette l’aborto procurato non considera  uguali tutte le vite umane. La legalizzazione dell’aborto procurato è stato un inciucio peggiore della presunta trattativa tra Stato e mafia. Sulle autentiche balle raccontate da decenni e decenni circa gli aborti clandestini, rimando alla seguente analisi statistica, che risulta davvero interessante: http://www.uccronline.it/2013/06/18/legge-194-la-grande-menzogna-degli-aborti-clandestini/
 

Sei contro l’aborto? Non abortire! Di che ti impicci? L’utero è mio e me lo gestisco io!

Il diritto alla vita dipende solamente dall’oggettivo fatto costituito dalla vita stessa di ciascun essere umano vivente, a prescindere da ogni altra condizione. Non può dipendere da un soggettivo orientamento personale. L’utero è la casa, peraltro solo temporanea, di un soggetto che fin dall’inizio è un vero e proprio essere umano, cui non si vuole riconoscere altra libertà se non quella di morire di fame o sbranato. L’oggettività viene prima della soggettività e tutti i soggetti umani sono uguali. Anche la libertà personale deve necessariamente piegarsi di fronte alla vita. Altrimenti io potrei chiedere allo Stato di esaudire la mia richiesta di sbranare chi mi sta antipatico, anche solamente per realizzare meglio la mia personalità! La vita e la stessa salute umana è un interesse di tutti e l’omicidio è sempre affare pubblico. Chi si appella alla libertà personale per sopprimere la vita umana … è come se stesse sul Monte Bianco e pretendesse di schiacciare il Monte Everest.
 

Nessuno può obbligare una donna a tenere un bambino che non vuole!

La gravidanza, dal concepimento al parto, è un evento assolutamente naturale. Le persone responsabili vi giungono preparate. Le persone irresponsabili dovrebbero responsabilizzarsi,
grazie a chi non può mai venir chiamato errore ma, essendo sempre e del tutto innocente, devenecessariamente venir rispettato nella sua integrità. In ogni caso, nei casi più gravi, la madre ha molte alternative, come quella del parto segreto senza obbligo di riconoscimento del figlio dato in adozione; gli abortisti invece non riconoscono all’abortito alcuna alternativa; costui o costei, i nascituri, tuttavia, non sono spazzatura, ma nostri simili, oltre a costituire il futuro di tutta la nostra società. L’aborto procurato non evita una gravidanza; rende piuttosto la madre (che è già organicamente madre) madre di un bambino ucciso, trasformando i grembi nelle tombe dei figli.
Non esiste nulla di più innaturale e violento dell’aborto procurato. L’eventuale sacrificio per la madre sarebbe comunque limitato e temporaneo; gli abortisti spingono in ogni modo per imporre sempre ai concepiti innocenti un sacrificio totale e definitivo.
 

E che cosa mi dici dell’aborto in caso di concepimento a seguito di stupro?

Si fa leva sempre sui casi estremi, per ammorbidire le coscienze, affinché siano più propense ad ammettere ciò che anche in questo caso a ben guardare rimane inammissibile. Lo stupro e l’aborto procurato sono parimenti inammissibili per la stessa ragione: sono entrambi un atto di violenza su un essere umano innocente. Il figlio o la figlia non hanno alcuna colpa del reato del padre, né possono subire il male estremo senza aver commesso alcun male, visto che la responsabilità penale per fatto altrui è radicalmente incostituzionale (art. 27 co. 1 Cost.). L’aborto procurato, in questo caso, non è diverso da una rappresaglia nazista delle SS attuata contro i civili inermi residenti in un Paese che ha l’unica colpa di trovarsi sulla strada vicino all’attentato. Non ha alcuna giustificazione aggiungere male a male. Molte donne si sono pentite di aver abortito anche dopo uno stupro. Viceversa molte, magari col tempo, hanno capito di aver fatto la scelta giusta ad aver quantomeno fatto nascere i propri bambini (o bambine).
 

Si dice che la legge 194 dovrebbe semplicemente venir applicata meglio … ma ha senso?

Gli aborti in reale stato di necessità sono mosche bianche sempre più rare. La legge 194 hadilatato i presupposti dello stato di necessità ben oltre i confini della scriminante generale ex art. 54 c.p. e ben oltre i diversi presupposti propri anche della causa di giustificazione speciale creata pereffetto della sentenza 27/75 della Corte Costituzionale. La legge 194 ha in pratica creato una vera e propria finzione giuridica onnicomprensiva di sussistenza dello stato di necessità, per lo meno nei primi tre mesi di vita del vero e proprio essere umano che ha finito per schiavizzare. La legge 194 è già ampiamente applicata. Ha già mostrato i suoi effetti. Ha già fatto quasi sei milioni di morti(dati ufficiali del Ministero della Salute). L’unica vera soluzione è cancellarla quanto più possibile e quanto prima possibile. In considerazione dell’ultratrentennale inerzia (se non malcelata ostilità) siada parte del Parlamento sia da parte della Corte Costituzionale, l’unica vera soluzione, realmente alternativa rispetto all’attuale andazzo e ai suoi tanti inciuci (anche di natura economica e lobbistica), è votare SI al referendum contro la 194 che www.no194.org vorrebbe organizzare, anche con la tua adesione e col tuo aiuto. Ogni cinque anni, anche grazie al sostegno di tutti gliantiabortisti (e quindi abolizionisti), come ci consente la legislazione referendaria, riusciremo intanto a dare l’assalto a oltranza all’attuale status quo, ad esempio obbligando il sistema mediatico a rompere l’attuale censura per riproporre la questione, al fine di conseguire, prima o poi, il pieno ristabilimento dell’ordine costituzionale, in tempi relativamente brevi (sarebbe più veloce un contro-golpe, ma noi, contrariamente alle femministe che ostacolano violentemente le nostre civili manifestazioni, siamo realmente democratici, gandhiani). Useremo la stessa determinazione degli abortisti, ma per risolvere, con metodo democratico non-violento e secondo principi sostanziali di civiltà giuridica e di precauzione scientifica, una capitale questione di vita o di morte, per milioni di esseri deboli e innocenti, umani come noi.
 

Qual è la differenza tra altre iniziative a sostegno della vita (come ad esempio la raccolta di firme “uno di noi”) e un vero e proprio comitato referendario come “no194”?

A ben guardare, vi sono molte differenze sostanziali tra "uno di noi" e "no194": non tutte le iniziative pro-life sono ugualmente coerenti e incisive ... la prima raccolta di firme, “uno di noi”, è
una mera petizione di desiderio che si limita a proporre solamente che sugli embrioni umani venga vietata la sperimentazione, ovverosia una sola e specifica attività artificiale, forse la più odiosa, ma non certo l’unica, tra le varie tecniche artificiali di produzione e gestione della vita umana, prima impiegate nell’allevamento industriale degli animali e poi estese anche sugli esseri umani, grazie alla copertura schiavistica garantita proprio dalla legislazione sull’aborto procurato, oltre ad essere indirizzata ad istituzioni comunitarie sempre rivelatesi ultra-laicistiche e comunque palesemente incompetenti a pronunciarsi sulla radice di tutti i mali, costituita sempre dalla stessa legislazione sull’aborto procurato, che è di competenza dei singoli Stati membri e non dell’Unione Europea; la seconda e del tutto diversa raccolta di firme citata, “no194”, costituisce la punta di diamante nell’attuale panorama italiano di difesa della vita umana a partire dal concepimento, poiché si propone di investire con devastante forza abrogatrice il dogma laicistico costituito dalla stessa legge 194, sì intoccabile da più di trent’anni, ma che in caso di accoglimento dei quesiti referendari verrebbe cancellata quasi totalmente, con la sola eccezione delle disposizioni sanzionatorie e della lett. a) dell’art. 6 della L. 194/78 (speciale stato di necessità che, per quanto più ampio rispetto a quello ex art. 54 c.p., costituisce portato storico attualmente insuperabile, in quanto ancora vincolato dalla Sent. Corte Cost. 27/75, fino a future riforme legislative dei parametri di costituzionalità, purtroppo non concretizzabili in tempi brevi), nei limiti che l’ineludibile vaglio preventivo di ammissibilità da parte della stessa Corte Costituzionale consentirà sulla pluralità di quesiti referendari che verranno presentati, comunque comportando una pressoché totale cancellazione della legislazione abortiva, in grado di paralizzare quasi completamente l’attuale industria statale di eliminazione dei nostri figli, privandola sia dell’aborto sostanzialmente a semplice richiesta della sola madre nel primo trimestre di vita del nascituro sia dell’aborto tardivo cosiddetto “terapeutico” ma in realtà eugenetico nel secondo trimestre di gravidanza, che attualmente uccidono in media un concepito su cinque e sono in aumento sull’attuale totale delle gravidanze che vengono lasciate giungere alla fine … curioso, se non sospetto, il fatto che, dopo il 1981, per trent’anni, nessuno abbia più ritentato la via referendaria, riproponibile ogni cinque anni sulla base della L. 352/70, in materia di sovranità popolare diretta; riproponendo sistematicamente  l’iter referendario con maggiore convinzione si sarebbe forse riusciti ad arginare prima e meglio questo autentico genocidio, che oramai ha quasi raggiunto quota sei milioni di morti: vincerà questa autentica guerra chi crederà maggiormente nella propria vittoria. Le due citate raccolte di firme sono insomma molto diverse, hanno obiettivi molto diversi e, in caso di successo, avrebbero
effetti molto diversi. È comunque possibile firmarle entrambe (come peraltro hanno già fatto molti attivisti no194; non è tuttavia vero il contrario, visto che no194 incontra molte opposizioni persino all’interno del sedicente mondo “pro life”); l’iniziativa più incisiva tra le due citate, anche dal punto di vista delle possibili conseguenze non solamente giuridiche ma anche politiche, è obiettivamente “no194”, che si propone, in sintesi, di toccare l’intoccabile. I promotori, in questa fase, stanno raccogliendo le necessarie adesioni preliminari su tutto il territorio nazionale, che costituiranno la base di militanza del Comitato NO194 (in soli due anni sono state raccolte oltre 17.000 adesioni in tutta Italia, nonostante la totale censura mediatica calata sull’iniziativa, visto che quasi tutti i media, persino di area cattolica, parlano solamente di “uno di noi”); la raccolta vera e propria delle firme, previste dalla Costituzione per l’iniziativa referendaria indetta da NO194, verrà invece organizzata prossimamente, secondo le determinazioni degli organi centrali del Comitato. NO194 ha comunque bisogno sin da subito dell’adesione di tutti gli uomini e donne di buona volontà, che siano sinceramente e convintamente antiabortisti e quindi necessariamente abolizionisti. C’è un massacro silenzioso di esseri umani innocenti che ha già raggiunto proporzioni gigantesche e va fermato al più presto; più saremo e prima il nostro ariete sfonderà; le battaglie giuste vanno comunque combattute con onore, a prescindere dal costo o dall’esito; ad ogni buon conto, siamo riusciti ad abolire la schiavitù e riusciremo a fare altrettanto anche con l’aborto procurato. Noi abbiamo ragione; e vinceremo; in questo mondo o nell’altro. Per aderire a NO194 basta firmare e inoltrare il modulo disponibile anche in PDF su www.no194.org
 

Che cosa dicono la Bibbia e il Vangelo sulla vita e sull’aborto procurato?

Non uccidere. Ti chiederò conto del sangue di tuo fratello. Io sono la Via, la Verità, la Vita. Ciò cheavrete fatto anche a uno solo di questi miei fratelli più piccoli … lo avrete fatto a me.
Perché la Chiesa Cattolica è irrevocabilmente contro l’aborto e la legislazione abortiva? Paolo VI e Giovanni Paolo II, oltre ai più recenti documenti vaticani della Congregazione per la
Dottrina della Fede, hanno sempre confermato il plurisecolare insegnamento ininterrotto dei Concilii (il Vaticano II definisce espressamente l’aborto procurato un abominevole delitto), dei
Pontefici (Pio XII ha espressamente ribadito che tutte le vite umane sono uguali), dei Padri dellaChiesa, e ancor prima di Tertulliano, che scrive nel II sec. d. C. (condannando l’aborto procurato come il peggiore dei peccati). La famosa enciclica Evangelium Vitae del 1995 costituisce magistero infallibile e irreformabile, poiché la migliore garanzia che Dio condanna l’aborto procurato è costituita dallo stesso Gesù Cristo concepito, Verbo Eterno nato da Donna nella nostra storia umana. Per chiudere completamente sull’aborto procurato basterebbe comunque un minimo di precauzione, principio elementare di tutela preventiva dei massimi beni giuridici, con evidente fondamento di diritto naturale.
 

Perché la nostra gloriosa Chiesa di Aquileia dovrebbe combattere la legge abortiva con ancor maggiore convinzione?

La veneranda Chiesa Aquileiese è fondata sull’Incarnazione del Verbo. Ha sempre difeso, senza alcun compromesso e in maniera militante, la Verità Fondamentale della Fede Cristiana e Cattolica del Signore Gesù Cristo Vero Dio e Vero Uomo, e ciò lungo tutta la sua storia, sia contro gli ariani (Concilio di Aquileia del 381) sia contro i monofisiti (plurisecolare scisma dei tre capitoli contro la stessa Roma). La Basilica di Aquileia e le chiese più antiche delle terre aquileiesi sono tutte dedicate alla Vergine Madre di Dio. Rechiamoci in devoto raccoglimento presso la Chiesa  Metropolitana di Udine, in Cattedrale, in Duomo a Udine; guardiamo all’Altare Maggiore dell’Annunciazione; adoriamo Gesù concepito in Maria, Dio fatto bambino per la nostra salvezza.
San Cromazio di Aquileia, Vescovo particolarmente insigne tra i grandi Padri e Dottori della nostra Chiesa, commentando il Vangelo di Natale, sottolinea particolarmente il profondo significato del fatto che il Verbo Incarnato venne posto da parte della Vergine Madre di Dio in una mangiatoia, aprefigurazione del Mistero Eucaristico, Sacrificio di Dio per tutta la Chiesa:

Ave Verum Corpus,
natum de Maria Virgine.

Teniamo viva e anzi solennizziamo sempre più la tradizionale Novena del Natale, col canto aquileiese del nostro Missus, Vangelo dell’Incarnazione, affinché la vita umana concepita da tutte le nostre donne venga sempre amorevolmente o quantomeno civilmente accolta, e garantisca sempre continuità generazionale e valoriale al nostro caro popolo friulano.
Fiat mihi secundum verbum tuum. Avvenga di me secondo la tua parola. http://www.youtube.com/watch?v=D8k5kN-OxyE
 

Perché il diavolo spinge in ogni modo per l’aborto procurato?

Satana, padre della menzogna e omicida fin dal principio, odia visceralmente l’umanità, perché in essa vede riflessa l’immagine di Dio Creatore che si è fatto Uomo in Cristo Gesù da una Madre di Dio Vergine Immacolata a fini di Ricapitolazione e Redenzione universali nel Mistero Pasquale cheha rinnovato la Creazione dopo la caduta. L’aborto procurato è cruenta negazione dell’Incarnazione del Verbo e di tutto ciò che ne consegue. Inoltre i demoni hanno sempre visto aumentare la loro forza grazie al sangue innocente, che traggono dai sacrifici umani, che nella storia dell’umanità decaduta hanno sempre preteso dai loro schiavi, sotto varie forme. L’aborto procurato è il peccato preferito da parte del Nemico di Dio e dell’Uomo: impedisce il Battesimo e costituisce un autentico Calvario che uccide anche la madre. San Pietro e Sant’Ermacora, Protovescovo di Aquileia, hanno entrambi esorcizzato; l’inizio della pastorale è proprio l’esorcismo; non esiste esorcismo più potente della Confessione Sacramentale e del Sacrificio Eucaristico, Sacramento dei Sacramenti che è Cristo stesso.

 

Per maggiori informazioni, cercare su www.google.it: “luca campanotto aborto”
Precedenti pubblicazioni: http://www.ilgiornaledelfriuli.net/tag/luca-campanotto/
Link alla raccolta divulgativa completa dei miei dossier aborto procurato (sia link sia pdf): http://www.agerecontra.it/public/pres30/?p=11132
Pregevole commento sull'aborto tardivo eugenetico: http://radiospada.org/2013/05/13/maalla-fine-in-italia-laborto-eugenetico-e-legale-o-no/
Questo volantino esprime solamente le opinioni dell’avv. Luca Campanotto
Licenza di copia e diffusione gratis con ogni mezzo a chicchessia e anzi invito a far girare

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.