15/04/2018

Aborto – 18 anni, incinta, dà il figlio in adozione

L’aborto non è l’unica soluzione: di fronte a gravidanze non desiderate, anche in giovane età, ci sono altre scelte possibili.

Kelly Clemente ha 18 anni quando scopre di essere rimasta incinta: «La mia vita è finita», pensò subito. Si è da poco iscritta all’università, ha una relazione che dura da otto e... non pensava nemmeno lontanamente che un giorno si sarebbe potuta trovare in una situazione simile.

Eppure, anche di fronte alla crisi, i frutti dell’educazione ricevuta, la sua storia familiare e le esperienze fatte (nel suo liceo Kelly aveva collaborato con una no-profit che aiutava donne con gravidanze non desiderate) l’hanno portata a fare una scelta coraggiosa e – purtroppo – non scontata: dare la vita a quel figlio che le cresceva in grembo e poi darlo in adozione. L’aborto non è mai stata per lei una possibilità.

Kelly ha affidato la sua testimonianza al The Daily Signal, che ha realizzato un articolo e girato un video-intervista.

L’aborto non è la soluzione

All’inizio c’è stato lo smarrimento, la paura, la sensazione che il fatto di essere incinta fosse un dramma insormontabile...

Poi però Kelly ha pensato alla sua sorella, che i suoi genitori avevano adottato, e ha riflettuto sul bene che aveva fatto quella bambina alla loro famiglia. Questa presa di coscienza le ha fatto maturale la decisione che era quella la scelta giusta anche per il suo bambino. L’aborto non era una soluzione.

Ma come dirlo ai suoi genitori? «“Mi aspettavo che fossero arrabbiati”, ha detto. “Non è il peggior incubo dei genitori avere una figlia incinta?”». Invece, anche in questo caso, le cose sono andate meglio del previsto: Kelly si è aperta prima con la madre, con la quale ha parlato un intero pomeriggio.

Poi è venuto il momento di dirlo al padre. Kelly gli comunica che è incinta: lui ha appena il tempo di dire “potevo immaginarmelo, trovandovi qui sedute” perché subito la ragazza aggiunge che ha deciso di dare il bambino in adozione.

«Invece di rispondere con rabbia o delusione, Mark ha dichiarato a The Daily Signal: “Ricordo solo di essere stato grato ed orgoglioso”. “Avevamo sperato di averti cresciuto in quel modo”, disse  a Kelly. “Il fatto che tu non abbia mai pensato all’aborto, per essere onesti, mi ha fatto essere molto orgoglioso”. Dopodiché, Kelly è tornata con i suoi genitori e ha fissato un appuntamento con Bethany Christian Services, un’organizzazione che facilita le adozioni private  di ispirazione cristiana».

Il percorso con questa  associazione è andato molto bene.

Non così le reazioni dei suoi amici («Ho scoperto molto rapidamente chi erano i miei veri amici»): soprattutto quelli che si dichiaravano pro-choice la criticarono per la sua scelta. 

«“Se non abortisci, perderò tutto il rispetto per te”, le disse uno di questi. “Sono rimasta inorridita”, ha detto Kelly. “Ti definisci pro-choice, ma dov’è la mia scelta? È una mia scelta scegliere l’adozione”».

Anche con il suo fidanzato le cose si misero male: a pochi giorni dal parto Kelly scoprì infatti che lui non le era fedele.

In quel momento Kelly ha desiderato morire. Si è sdraiata in mezzo alla strada sperando che una macchina passasse... ma poi ha sentito dentro di sé che Dio la amava e che doveva rialzarsi, andare avanti.

Alex è nato. Sano. Dopo tre giorni di ospedale i suoi genitori adottivi sono venuti a prenderlo. 

«“Pensavo che il giorno più difficile della mia vita sarebbe stato scoprire che ero incinta”, ha detto Kelly. “Non lo era”. “Il giorno più difficile della mia vita è stato allontanarmi da quell’ospedale senza un bambino. Non mi ero mai sentita più vuota nella mia vita. Ero fisicamente vuota e mi sentivo così sola”. 

Nel 2014, gli ultimi dati disponibili, 18.329 donne negli Stati Uniti hanno scelto di dare i loro figli in adozione. Quello stesso anno, più di 900.000 donne hanno scelto l’aborto. Secondo il Consiglio Nazionale per l’Adozione, un gruppo non partigiano che sostiene l’adozione, per ogni 1.000 aborti e nascite a donne non sposate, c’erano solo 6.9 adozioni».

Anche in Italia è possibile il parto in anonimato e la conseguente adozione: ma non lo sa nessuno!

Oggi Kelly ha 28 anni e vede Alex due volte all’anno. La sua storia non è stata facile, ma dare la vita è stata di certo la scelta migliore: per lei, per Alex e per tutti.

Qui il video. 

Redazione

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