24/07/2018

Come sarebbe un’America senza aborto?

Si susseguono le voci di un possibile rovesciamento della sentenza Roe vs. Wade che nel ’73 ha legalizzato l’aborto in America, in relazione alla nomina del giudice Kavanaugh alla Corte suprema.

Naturalmente le lobby mortifere (Soros in testa) non vedono assolutamente di buon occhio questa eventualità e hanno già dichiarato guerra aperta, ma i gruppi pro life americani di certo non staranno a guardare.

In questa fase di attesa, Live Action ha provato a pronosticare cosa succederebbe se effettivamente si verificasse la rosea ipotesi di una modifica della consuetudine sull’aborto in America. Kristi Burton Brown, autrice del pezzo, si è concentrata su tre aspetti.

1. L’aborto potrebbe essere restituito ai singoli Stati

La Corte Suprema potrebbe decidere che l’aborto, dal momento che non è citato nella Costituzione americana, ossia la legge suprema, sia un argomento – in quanto inerente il diritto penale – di competenza dei singoli Stati.

Si tratterebbe di un ritorno alla situazione precedente al 1973, quando gli Stati avevano il potere di decidere in materia di aborto: «La maggior parte degli Stati – si legge – aveva deciso che l’aborto era illegale, e questa era storicamente la posizione degli stati in tutti gli Stati Uniti, una volta fatte scoperte sulla realtà della vita fetale. Colorado, California, Hawaii, Oregon, Carolina del Nord, Washington, Alaska e New York sono stati i primi stati che hanno reso l’aborto legale in alcune circostanze, anni prima di Roe».

2. L’aborto potrebbe essere reso illegale ai sensi degli emendamenti 5 e 14

Se la Corte Suprema decidesse che i bambini non ancora nati sono portatori di diritti come tutte le altre persone, allora l’aborto diventerebbe – alla stregua dell’omicidio – vietato a livello nazionale.

«Sia il 5°, sia il 14° emendamento conferiscono agli esseri umani – non solo ai cittadini – il diritto a una uguale protezione sotto la legge. Quando un diritto fondamentale – il diritto alla vita è il principale tra loro – viene violato e il governo approva attraverso la legge, l’azione o l’inazione intenzionale, la Corte Suprema lo considera una discriminazione», ma la discriminazione è vietata.

Queste considerazioni sono condivise anche dall’autore della Roe v. Wade, Justice Blackmun, il quale ha affermato che «se il bambino pre-nato fosse considerato una persona ai fini del 14° Emendamento, gli argomenti a favore dell’aborto su richiesta “crollerebbero”».

3. Le donne in gravidanza avranno ancora bisogno di sostegno e supporto pratico

Nel caso in cui l’America decidesse di cambiare rotta sull’aborto, le donne con gravidanze indesiderate, con problemi economici, con disagi di vario tipo... continuerebbero a esserci. Per questo non bisognerebbe lasciare andare tutto, ma anzi sarebbe necessario implementare con capillarità ancora maggiore rispetto a quella attuale i centri di sostegno e supporto alla maternità.

Il rovesciamento della sentenza Roe vs. Wade chiamerebbe insomma tutti a una maggiore responsabilità nel sostegno alla vita. L’aborto, oltre che a livello “giuridico”, va infatti sradicato anche – e forse in primo luogo – a livello ideologico, nella mentalità delle persone comuni. Una nazione più libera e più rispettosa delle persone è un puzzle che va costruito con l’impegno di tutti.

Redazione

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